14. Nuovi indizi (rev.02)

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Adriel detestava gli ospedali. Le rare volte in cui ci aveva dovuto mettere piede, aveva sempre provato una sensazione di angosciante disagio.

Il bianco freddo delle pareti del quattordicesimo piano e l'odore del disinfettante che le invase le narici, le provocarono lo stesso senso di sterile soffocamento.

Nonostante fossero circa le quattro del mattino, il corridoio che stavano attraversando era tutt'altro che deserto. Incrociarono più di una decina di persone, che salutarono rispettosamente i suoi accompagnatori, dedicando a lei sguardi severi carichi di giudizio. Si convinse così subito che tutti lì dentro dovevano sapere chi lei fosse e cosa avesse fatto.

"Se siamo solo un centinaio perché la sede centrale è in un palazzo così grande?" domandò per evitare di far crescere il senso di colpa.

"Questione di immagine. I normali, il resto delle altre persone intendo, non sanno che esistiamo. Noi la chiamiamo Azienda ma per gli altri, qui dentro, hanno sede più società che si occupano di attività comuni come finanza, marketing, studi legali e così via" spiegò la Anderson rallentando il passo per affiancarsi a lei.

"È una specie di copertura quindi..." rifletté Adriel. "E gli altri? I normali intendo, non sanno, perché i cancellatori modificano loro la memoria ma... Come possono spiegargli le onde di energia, la luce che emaniamo davanti a loro o per strada? Come hanno fatto a spiegare quell'esplosione di energia che ho causato?"

"I cancellatori sono esseri dotati di un potere che va decisamente al di là del vostro. Hanno un'esperienza centenaria se non addirittura millenaria nel modificare la visione della realtà. Avranno trovato di certo una spiegazione adeguata" minimizzò Macallan.

Sfilando lungo il corridoio, Adriel notò più di un laboratorio, visibile grazie alle pareti in vetro che si affacciavano direttamente sul passaggio. Al loro interno, si muovevano persone in camice bianco; Adriel le sentì tutte.

"Anche i normali lavorano per l'Azienda" disse.

La Anderson capì che aveva percepito gli altri.

"Sì, ci sono anche normali tra il nostro personale, debitamente informati sulla natura del nostro operato. Hanno dovuto vedere per credere" le rispose Pattinson. "Per essere all'inizio sei brava a distinguere le energie."

"Loro sono facili da sentire, riesco a capire quello che provano, anche se ancora non riesco a spiegarmi come la cosa sia possibile. Voi", aggiunse poi rivolta alla Anderson e al collega che le camminava davanti, "voi invece siete come Ben: indecifrabili."

I due interpellati sorrisero.

"Questa è un'altra capacità che imparerai con il tempo. È solo questione di autocontrollo" spiegò l'uomo.

"Ma come si possono controllare le emozioni? È impossibile non provare qualcosa. Anche se siamo vedenti siamo comunque esseri umani... vero?" chiese poi titubante.

"Sì, certo che sei un essere umano!" esclamò Macallan prendendo la parola. "Con il vantaggio però di poter tenere a bada le emozioni."

"Non è che non provi emozioni" spiegò meglio la Anderson, "le provi, ma le tieni per te. Anche perché le emozioni forti, oltre a destabilizzare la tua energia e quindi il controllo su di essa, possono arrivare a condizionare gli altri."

Adriel ricordò quanto detto da Max, qualche ora prima, riguardo all'influenza che il suo umore aveva adoperato su quello di Ben.

Scorse rapida nella mente le ultime brevi occasioni di dialogo che aveva avuto con lui, rendendosi conto che finivano irrimediabilmente con una litigata, la cui miccia veniva sempre accesa da lei, partendo all'attacco carica di risentimento.

La Rivelazione di AdrielNơi câu chuyện tồn tại. Hãy khám phá bây giờ