43. Sam

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Sam Mellow era chiuso in casa da tre giorni. A lavoro si era dato per malato, subito dopo aveva staccato il cellulare; non voleva avere a che fare con nessuno, di certo, non nell'immediato.

Quanto accaduto tre giorni prima in ufficio, era qualcosa di assolutamente inspiegabile eppure, anche se non sapeva come, era certo che quanto successo fosse dipeso da lui e da lui soltanto.

Da quando era rientrato da lavoro dopo quell'episodio, non era più riuscito a chiudere occhio se non per un paio di ore a notte. 

Trascorrendo così tanto tempo nel suo appartamento, si era reso conto di quanto fosse diventata sregolata la sua vita da quando Kelly l'aveva lasciato. In quei giorni di isolamento, si era finalmente accorto delle pile di piatti sporchi abbandonati in un cumulo nel lavello della cucina, dei cartoni della pizza impilati sul mobile dell'ingresso, dei vestiti sparsi per il salotto corredati da lattine di birra e bicchieri vuoti, che avevano contenuto alcolici che nemmeno ricordava di essersi versato.

Aveva amato Kelly, aveva dato tutto sé stesso per lei e dopo dodici anni trascorsi insieme, lei si era resa semplicemente contro di non amarlo più. 

Sam sapeva di non essere l'uomo perfetto ma negli anni, passando da adolescente ad adulto, ne aveva fatti di passi in avanti per migliorarsi. Per lei, aveva anche iniziato un lavoro che mai avrebbe scelto: un impiegato è meglio remunerato di un grafico a corto di clienti paganti, gli aveva detto lei, così, chiusa la sua infruttuosa attività, aveva intrapreso la carriera che lei aveva scelto per lui. 

Per Kelly aveva cambiato anche abitudini, iniziando a mangiare meglio e andando in palestra, lui che era un cultore del divano post lavoro e del cibo spazzatura servito davanti alla tv del salotto. Lei era decisamente l'opposto di lui, così splendida e perfetta, ma era proprio quello il motivo per cui Sam non poteva farne a meno: senza Kelly non riusciva più a vedere il bello che lei aveva tirato fuori da lui.

Se ne era andata da una settimana. Aveva mandato suo fratello Bob a prendere le sue cose: tutti i ricordi di una vita insieme gettati in freddi scatoloni che forse non avrebbe mai riaperto.

E quando Sam era rimasto solo in casa, senza alcuna traccia di lei a farne sentire la presenza, era in quel momento che dentro di lui qualcosa aveva iniziato a farsi sentire. 

Si sarebbe aspettato una sensazione di vuoto, tipica dell'abbandono, invece ciò che iniziò a muoversi in lui fu un insolito desiderio di vendetta che incredibilmente gli sembrò infondergli la forza di tornare a camminare a testa alta. 

Iniziò a fare delle autoanalisi, per interpretare la propria reazione emotiva, rendendosi poi conto che, nonostante tutto, nonostante l'amore, era odio quello che lo alimentava. Iniziò lentamente, partendo dal ricordo di Kelly, dall'analisi di tutti quelli che in lei aveva sempre visto come pregi, tramutandoli lentamente nei peggiori difetti, rendendola, poco alla volta, indigesta perfino al ricordo.

Quella sensazione iniziale di autocommiserazione, si era tramutata nella convinzione di doversi sentire superiore: non doveva niente a Kelly, anzi, era lei a dovergli molto. Lui per lei era diventato un uomo diverso, aveva rinunciato a tutto e lei lo aveva mollato senza pensarci due volte.

Il problema fu quando iniziò a vederla in particolari di altre donne che lo circondavano: una cascata di capelli ricci, il taglio di un abito troppo simile a quello che lui le aveva regalato, il modo di ridere, il tono della voce, il modo di guardarlo. Finì con il portare quell'odio nel posto in cui passava più ore al giorno, arrivando, senza rendersene conto, ad alimentarlo alla sola vista delle colleghe del suo stesso piano.

La situazione si era aggravata quando, esattamente tre giorni prima, aveva ricevuto un messaggio di Kelly, in cui lei gli chiedeva di poter riavere il costoso set di mazze da golf che gli aveva regalato.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now