45.1 Virgil Bates

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Ben aveva impiegato più del solito a risolvere la situazione: non aveva dovuto fronteggiare un gran numero di istigatori, giusto una decina, eppure, nonostante la pausa che si era potuto concedere al parco con Adriel, la sua energia non si era ancora ristabilita del tutto.

Complici, forse, le ferite subite durante lo scontro alla metro o quasi certamente, la presenza dell'energia di Adriel che, involontariamente, di tanto in tanto, presa comprensibilmente dal panico, si era nutrita della sua; piccoli morsi ma comunque sufficienti a far sentire il loro peso.

Aveva faticato al mercato generale, senza riuscire a ristabilizzare quei normali abbastanza in fretta da evitare che arrecassero danni, seppur di poco conto, all'edificio.

Un'altra spunta alla lista degli errori di Wigan, si ritrovò a pensare mentre si godeva il fumo della sua sigaretta; certo che adesso che era sotto i riflettori, loro non gli avrebbero più fatto passare niente.

Il lato positivo era che Adriel si era comportata egregiamente. Non era riuscita a sentirsi come lui avrebbe voluto, ma era lo stesso riuscita ad attivare il portale senza travalicarne i limiti e quello era già un gran balzo in avanti.

Dopo la chiacchierata al laghetto, si era sentito molto più fiducioso: l'averla sentita diversa, più calma e propensa all'accettazione, gli aveva dato adito a pensare di essere nella giusta direzione.

Adesso però aveva dei punti personali da chiarire. Quella mattina Tessa, gli aveva sconsigliato di cercare un confronto con Virgil Bates, ma lui non era il tipo da starsene buono in paziente attesa di un verdetto, specie se fiutava la possibilità di scovare delle attenuanti all'inevitabile pena.

Doveva parlare con Bates, faccia a faccia, così si diresse nell'unico posto dove aveva la certezza di trovarlo. Non sarebbe stato facile, sapeva che più di un neutrale avrebbe cercato di sbarragli la strada, ma in fondo Adriel, quella testa dura l'aveva presa da qualcuno e a volte, lo riconosceva anche lui, la tenacia incrollabile poteva davvero fare la differenza.


Virgil Bates era universalmente riconosciuto, da coloro che potevano vedere, come il rappresentante delle forze neutrali, non solo in città ma in tutto lo Stato.

Così come l'enorme edificio che primeggiava nella piazza tra Main Street e la Avenue era la sede centrale dell'Azienda, la Biblioteca Nazionale Centrale, che capeggiava dal lato opposto della città, era il cuore pulsante dell'attività dei neutrali.

Si trattava di un edificio diametralmente opposto a quello utilizzato dall'Azienda: alla modernità del design che caratterizzava l'alto palazzo in vetro dei vedenti, la sede dei neutrali rispondeva con un edificio storico originario dei primi del Novecento.

Si sviluppava su tre livelli, ricchi di sale dalle volute in legno massello che confluivano nel grande ingresso rettangolare, dove i piani a ballatoio erano resi incredibilmente luminosi dalla luce naturale che filtrava dalle vetrate della copertura in ferro, cui era sospeso un cassettonato in legno, decorato con rosoni dipinti.

Quel luogo rappresentava un vero e proprio riferimento per i neutrali, non solo della città ma dell'intero Stato. Lì, i neutrali neo rivelati potevano trovare il giusto sostegno all'accettazione della loro nuova condizione, prendendo coscienza della nuova vita che si accingevano a vivere, dentro un corpo che non ospitava più il lato umano e di cui dovevano assumere il pieno controllo per garantirsi l'inizio di una personale esistenza.

Ovviamente la Biblioteca era aperta anche e soprattutto ai normali, ai quali i neutrali aspiravano a somigliare sotto ogni aspetto. Rivelandosi, ereditavano i ricordi della parte umana, ma dovevano imparare a sentire. Finivano così con il privilegiare sentimenti ed emozioni che il precedente lato umano aveva evitato o cercato di ripudiare, dando un tocco personale al carattere, che diventava molto spesso decisamente differente rispetto a quello del normale che li aveva precedentemente ospitati.

La Rivelazione di AdrielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora