51. Ben e Max

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Max si rigirò nel letto per l'ennesima volta. Non poteva sentire Adriel, ma era certa che non avesse smesso di provare la versione amplificata di quel dispiacere che adesso non le permetteva di dormire.

Billie aveva preso sonno a fatica, ma ora le dormiva accanto con un'espressione invidiabilmente serena.

Avrebbe voluto alzarsi e andare nella camera accanto a controllare se Adriel fosse ancora sveglia. Si trattenne troppe volte dal farlo, voleva rispettare il suo silenzio, concederle il giusto tempo per razionalizzare.

Era così che Adriel superava i dolori e le insidie della vita: analizzandole, comprendendone il significato, fino ad accettarne le conseguenze o trovare la giusta soluzione per girarle a proprio vantaggio. Quello era il lato di lei che più la incantava; aveva una tenacia che in più di più di un'occasione l'aveva lasciata senza parole.

Ma il colpo ricevuto su sua madre, la conferma definitiva che quanto a lungo sperato fosse in realtà una mera illusione, non sarebbe stato semplice da incassare e gli effetti dell'impatto non sarebbero scivolati via con la stessa leggerezza di un alito di vento.

Quella sarebbe stata una ferita forse impossibile da rimarginare del tutto.

In realtà, però, era Ben che la preoccupava maggiormente. Lui non incassava i colpi della vita facendone tesoro e passando oltre, lui li accumulava uno sull'altro. E Max temeva che quell'ennesimo mucchio di detriti avrebbe fatto crollare la montagna che minacciava di seppellirlo ormai da anni.

Si concentrò, cercando di soffocare pensieri ed emozioni. La sua energia vagò per la città fino a sentirlo; era impossibile da non sentire.

Delicatamente e a malincuore svegliò Billie per avvisarla che doveva uscire. Il suo migliore amico aveva bisogno di lei.

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Prese l'auto, a quell'ora non c'era assolutamente traffico e chiamare un taxi le avrebbe rubato solo tempo.

Sapeva perfettamente dove andare, ma non aveva assolutamente idea di come lo avrebbe trovato.
Non sapeva perché ma aveva in pancia una strana sensazione.

Il parco restava aperto anche in orario notturno. Tutto sembrava diverso a luci soffuse, senza i raggi del sole a renderlo vivo. Si strinse nella spessa felpa che aveva indossato e seguì il richiamo dell'energia di Ben.

Lo trovò dove sapeva l'avrebbe trovato, dietro quella siepe che creava una nicchia nascosta che dava sul laghetto posto al centro del parco sulla Main.

Ben non ebbe bisogno di voltarsi per capire che era lei.
Lasciò che prendesse posto accanto a lui, lì sull'erba.
"Sono stato qui oggi, con lei."

Max notò la strana inflessione del suo parlato; subito dopo vide la bottiglia appoggiata all'altezza del fianco sinistro.

"Hai bevuto?" gli chiese mascherando la sorpresa.

Il ragazzo annuì cercando di nascondere inutilmente la prova dell'evidenza.

"Lo sai che non reggi nemmeno una birra..." gli parlò lei delicatamente "Vuoi stare male?"

"Sto già male" ribatté lui chiudendo gli occhi. Max intuì che avesse un giramento del capo.

"A cosa serve bere, allora?"

"A non sentire, Max."

Lei non disse nulla, lasciando che lui continuasse a parlare.

"Posso smettere di sentire gli altri e sentire solo quanto sto di merda io..."

"Perché vuoi farti del male, Ben?" riprese lei calma.

"Io?! Sono gli altri che non smettono di farmene!" esclamò lui agitando le braccia.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now