16. Regine Weber (rev.02)

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Si fermarono in quella che Adriel identificò come una sala d'attesa: una serie di piccole poltrone bianche disposte a cerchio intorno a una reception. Un'oasi di accoglienza in quel deserto di asetticismo.

Si sedette su una delle poltrone, scoprendola inaspettatamente comoda; lo stesso fece Macallan prendendo posto accanto a lei.

La Anderson e Pattinson invece, si avvicinarono al bancone bianco. L'operatrice biondo platino che vi era seduta dietro, vedendoli, sollevò rapida il ricevitore del telefono.

Adriel non li udì scambiarsi altre parole all'infuori di un formale saluto. Qualche istante dopo, le porte di vetro che immaginò separassero la zona d'attesa da quello che doveva essere il centro nevralgico del piano, si aprirono; una donna dai capelli ramati e dal passo sottolineato dall'incedere deciso del tacco fece il suo ingresso.

Adriel la riconobbe immediatamente e d'istinto fece per alzarsi, ma lo scozzese la bloccò trattenendola per la mano.

Regine Weber si avvicinò al bancone.

"Signora Anderson, signor Pattinson, da qui in avanti prenderò io in consegna la signorina Wigan."

I due non ebbero nulla da obiettare e si fecero da parte. La donna spostò lo sguardo su Adriel, mantenendolo però serio, così lontano da quello solare che la ragazzina ricordava averle visto in viso, la mattina che Ben gliela aveva presentata e avevano fatto colazione tutti e tre insieme.

"Signor Macallan, non avrò bisogno nemmeno di lei, è congedato."

"Non credo sia una buona idea signora Weber. La ragazza non sa ancora controllare il suo potere e suo padre si è raccomandato di tenerla sotto controllo e ..." cercò di imporsi lo scozzese.

"Il signor Wigan non è nella posizione di dare ordini a nessuno, tanto meno a lei. Saprò come gestirla. Grazie. Adriel, vieni con me" le disse poi indicando la strada con un ampio gesto della mano.

La ragazzina non se lo fece ripete due volte e anche se scettica, si alzò, non prima però di aver cercato uno sguardo di approvazione da parte dello scozzese.

L'uomo le diede un cenno di assenso con il capo e si alzò a sua volta.

"Io ti aspetto qui, ok?"

Adriel inspirò profondamente e si preparò al peggio.

"Non hai motivo di essere nervosa" la rassicurò Regine facendole strada una volta attraversata la porta.

La ragazza cercò di leggere la donna, ma al di là di un muro di ghiaccio, non riuscì a percepire altro.

Era talmente diversa dalla Regine che aveva conosciuto mesi prima. Forse Ben l'aveva ferita a tal punto che ora le riservava il trattamento freddo e distaccato che credeva si meritasse anche lei, in quanto figlia di lui.

"Dobbiamo solo aggiornare alcune informazioni sulla tua scheda. Non ci metteremo molto."

La fece accomodare in una stanza allestita ad ambulatorio. La vista del lettino e degli strumenti medici aumentarono la sua già crescente agitazione.

All'interno, Rupert Garden stava lavorando sul funzionamento di uno strano macchinario dalla forma cilindrica; sentendole entrare, si irrigidì di colpo.

"Ti lascio qualche minuto per cambiarti" disse Regine porgendole un camice ed indicandole un paravento nell'angolo della stanza. "Poi sdraiati e cerca di rilassarti. Il dottor Garden ti darà le giuste indicazioni per la buona riuscita dell'esame."

Adriel lanciò un'occhiata al lettino, guardò il giovane in camice bianco, incredibilmente pallido e poi la donna.

"E se non ne avessi voglia?"

La Rivelazione di AdrielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora