44. Dietro la siepe

49 6 56
                                    

Nascosta dietro la siepe, al riparo dal mondo esterno, Adriel si lasciò irradiare dalla luce del sole che si rifletteva a pelo d'acqua sul piccolo laghetto. Seduta sulla riva, chiuse gli occhi e lasciò che tutto svanisse; nelle sue orecchie solo il cinguettio degli uccelli e il ronzio degli insetti.

Il calore dei raggi era sufficientemente intenso da scaldarle la pelle, dandole la sensazione di un abbraccio intriso d'affetto.

Prima ancora di avvertire il rumore dei rami che venivano spostati, percepì il suo calore, che si sposava perfettamente con quello del sole del primo pomeriggio.

"Come sapevi che ero qui?" gli domandò quando lo avvertì fisicamente alle spalle "Radar da vedente?"

"Non ho una capacità così estesa ma immaginavo che volessi evadere dalla realtà e se non ricordo male, dietro la siepe di questo parco, c'è sempre un portale per il mondo magico..." le rispose Ben sedendole accanto.

Adriel colse una smorfia di dolore mentre si piegava per prendere posto al suo fianco.

"Ti fa male?" chiese preoccupata.

"Sopportabile" rispose lui minimizzando, lo sguardo perso verso il centro dello specchio d'acqua.

Adriel si sorprese che lui si ricordasse ancora di quel vecchio gioco che avevano iniziato quando lei aveva solo sei anni, quando attraversando quel parco sulla Main avevano scoperto un passaggio in quella siepe, ora alle loro spalle e si erano ritrovati su quella piccola riva, dove l'erba era verde e profumata ed era possibile vedere l'acqua protetti sotto le fronde di un salice. All'epoca lui le aveva detto che la siepe era un passaggio magico che portava in un luogo da favola dove il tempo si fermava. Erano tornati spesso in quel punto, il più delle volte al tramonto e insieme avevano chiuso gli occhi e ascoltato la natura che li circondava perché lì la città si fermava e ogni volta lei aveva avuto la sensazione che anche il tempo facesse lo stesso, che non ci fosse più il resto del mondo, che gli unici rimasti fossero loro due e la cosa non la spaventava perché in quei momenti si sentiva sempre calma e in pace con se stessa; adesso sapeva che quella sensazione di quiete non veniva solo dal luogo ma anche dalla persona che ora le sedeva accanto.

"Non posso farcela" disse poi lei scuotendo il capo "Non posso essere come te. Ti prego, non tentare di convincermi!"

Ben allungò le gambe e appoggiò i palmi dietro la schiena di modo da poterla guardare.

"Prima cosa: non devi assolutamente essere come me, nessuno te lo chiederà mai, io per primo. Secondo: è normale che tu ti senta così in questo momento, tutti noi abbiamo fatto fatica all'inizio, come chiunque davanti a una prova difficile. Imparerai, tutti ci riescono."

"Quello che tu hai fatto giù alla metro è... impossibile! Ti muovevi come se conoscessi le loro mosse ancora prima che provassero a colpirti e il modo in cui lanciavi le onde e la freddezza che avevi anche quando tutti erano contro di te! Non potrò mai fare lo stesso!"

"Adriel, ora ti sembra impossibile ma credimi, con la pratica imparerai a controllare la tua energia, poi ti verrà naturale."

"Non c'è niente di naturale nel fare quelle cose!" esclamò lei voltandosi di scatto e piantando gli occhi verdi nei suoi "Non vedo come possa venirmi spontaneo! Non ero convinta lo sai ma poi a scuola stamattina gli altri ragazzi mi hanno quasi fatto cambiare idea. Che stupida! Loro sembravano tutti così entusiasti di essere un vedente...la facevano sembrare quasi una cosa fica. Ma non avevo ancora idea che ogni giorno sarebbe stato come la scorsa notte e che dovrò affrontare un esercito di istigatori a ogni segnalazione!"

"Non sarà sempre così, non capita tutti i giorni. Quello che hai visto poco fa è un episodio eccezionale" tentò di spiegare lui.

"Ma se io sono così simile a te, quello che tocca a te oggi toccherà anche a me dopo che avrò compiuto sedici anni!"

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now