46. Al parco

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Da che aveva memoria, non ricordava di essere mai stata altrove se non in quella città in cui era cresciuta. Nemmeno per le vacanze estive, si erano mai allontanati troppo da quell'enorme distesa di palazzi perennemente caotica e così fastidiosamente vitale, dove il tempo non rallentava in modo significativo nemmeno nel periodo estivo.

Erano stati qualche volta, forse tre o quattro al massimo, a Marleen Beach, una spiaggia ad un paio di ore di distanza. La prima volta, Adriel aveva appena compiuto otto anni, e di quel giorno ricordava ancora tutto: era il suo compleanno e la gita alla spiaggia era il regalo-sorpresa da parte di Ben e Max.

Avevano fatto le valigie la sera e nonostante la pioggia di supplichevoli domande che lei gli aveva tempestato contro, entrambi erano stati totalmente incorruttibili circa la segretezza della meta. Lei aveva cercato di estorcere loro indizi in ogni modo, arrivando a provocarne la resa per sfinimento, ma alla fine il sonno aveva preso il sopravvento ed era crollata sul sedile posteriore della vecchia Jeep di Max, dormendo praticamente per il resto del viaggio.

Quando aveva riaperto gli occhi, dopo esserseli stropicciati a fondo, non era più riuscita a staccarli da quanto aveva potuto vedere oltre il finestrino: un'enorme distesa d'acqua che partiva dal fianco della strada su cui viaggiavano, per perdersi a vista d'occhio fino ad incontrare il cielo. Lo aveva visto in tv, il mare, ma vederlo dal vero, attraverso i propri occhi, era tutta un'altra cosa. Vedere non era come immaginare, ti portava oltre le aspettative, ti permetteva di sentire davvero le emozioni.

E pensare che fino a un giorno prima per sentire doveva vedere, ora invece le sarebbe bastato vivere tra la gente per farlo senza volerlo.

Adorava quegli spazi verdi che la città regalava tra un quartiere e l'altro, perché non erano semplicemente parentesi in cui poter respirare un'aria immaginariamente migliore, ma anche vitali seppur fragili punti di contatto con quella natura che stava là fuori e di cui lei, Ben e Max non avevano mai potuto godere abbastanza. Complice la vita da vedente, ora lo aveva capito, riponendo nel dimenticatoio le ignobili accuse che segretamente aveva rivolto a Ben, quando lui le aveva negato altre gite al mare o viaggi abbastanza lunghi da farle sentire la mancanza di casa.

Ora che iniziava a capire, poteva cambiare il suo modo di vedere molte cose vissute nella sua infanzia.

Anche il parco a nord di South Street era gremito di persone. A quell'ora le lezioni erano finite non solo per i più piccoli, che trovò intenti a giocare a pallone o ad inseguirsi a nascondino ma anche per gli studenti delle superiori che, seduti nel prato, potevano così condire le ultime ore di studio con una punta di leggerezza che non guastava.

Maddox e gli altri non le avevano inviato indicazioni precise circa il luogo esatto di ritrovo, per ciò si addentrò nel parco guardandosi intorno, alla ricerca di volti famigliari. Fu strano passeggiare in quei sentieri sterrati, osservare il suo incedere in quella via fatta di minuscoli sassolini bianchi, gli stessi che aveva visto nel suo incubo quella mattina e che ora aveva la certezza di aver calpestato già in passato. Sapeva di essere già stata lì, ora il ricordo era delineato a fondo in ogni dettaglio, fino al punto in cui ricordava di aver visto zia Max colpire Ben dritto alla testa; dopo, il vuoto. Cercò di sforzarsi nel ricordare altri particolari ma il potere di un cancellatore era davvero tanto grande da seppellire ogni traccia di memoria sotto una coltre pesante e invalicabile.

Decise però di non lasciarsi andare alla delusione di non poter sapere tutto e recuperò così il buono umore che le aveva portato l'idea di quell'incontro tra ragazzi ugualmente diversi.

Percepì nell'aria profumo di mele caramellate, condite con una spolverata di cannella, la sua spezia preferita. Doveva provenire dal chiosco in legno alla sua sinistra. 

La Rivelazione di AdrielDove le storie prendono vita. Scoprilo ora