04 - La Rivelazione di Adriel (rev.02)

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Era quasi mezzanotte quando avvenne, ma Adriel non se ne accorse, non avrebbe potuto. L'energia di suo padre, che fino ad allora era servita a nasconderla, si era del tutto esaurita.

La tassista nel frattempo aveva manifestato il suo lato espansivo, lanciandosi in un monologo dal tema confuso cui Adriel non aveva prestato troppa attenzione.

"Siamo arrivati?" Domandò impaziente la ragazzina.

"Sì, tesoro. A quell'incrocio a sinistra..." rispose la donna, notando la sua preoccupazione riflessa nello specchietto.

"Come mai tuo padre non è venuto a prenderti?" Esternò diretta. "Insomma, non è normale che un genitore lasci che la propria figlia vada in giro da sola la notte, a quanti anni? Undici? Dodici?"

"Tredici." Rispose Adriel distrattamente.

"Tredici! Ecco! Una bambina!" Esclamò battendo i palmi sul volante. "Cosa diavolo aveva da fare di così urgente da non poter rimandare?"

"Ha avuto un impegno di lavoro, ma ci vediamo a casa." Tagliò corto Adriel.

Quella risposta non le era mai suonata così strana come in quel momento.

"Che lavoro fa per finire a quest'ora?!" Insistette la donna sospettosa.

Il rider delle consegne, avrebbe risposto Adriel, solo qualche ora prima. Adesso invece non ne era più così sicura.

Prese a mangiarsi nervosamente l'unghia dell'indice, quando la tassista riprese la parola:

"Ok... non sono affari miei ma..."

"Attenta!" Gridò Adriel costringendola a rimettere gli occhi sulla strada e inchiodare bruscamente.

Adriel dovette puntare mani e piedi contro il sedile anteriore per evitare di finire sul cruscotto.

Fermo, al centro esatto della carreggiata, solo a un paio di metri da loro, c'era qualcuno. Indossava un largo cappuccio, che ne copriva totalmente il volto e portava un paio di guanti scuri. Davanti alla frenata non si mosse di un millimetro.

"Ehi! Idiota! Ti sembra il posto in cui stare?" Esclamò la tassista scossa, scendendo dall'auto.

Adriel avvertì uno strano brivido correrle lungo la schiena, come se qualcuno la stesse percorrendo un centimetro alla volta con degli spilli gelidi.

"Non... scenda..." Bisbigliò la ragazzina inutilmente, gli occhi puntati su quella figura priva di volto.

La strada, che poco prima ricordava essere semi deserta, si era improvvisamente riempita di persone, forse curiosi attirati lì dal rumore della frenata.

C'era qualcosa di strano però, qualcosa che non la convinceva. Spostò lo sguardo intorno, su ognuna di quelle persone: una coppia in abito elegante, un'anziana con un cane, una ragazza vestita da jogging, un paio di barboni, un fattorino delle pizze. Erano persone apparentemente normali, ma il suo sesto senso le diceva che non era così. I loro occhi non erano direzionati sulla tassista e sul tipo incappucciato, puntavano decisamente in un'altra direzione: la sua.

"Allora! Non hai niente da dire?!" La tassista continuava a insistere senza ottenere risposta; il suo interlocutore rimase nella sua posizione, il viso senza volto rivolto verso l'abitacolo della macchina.

"Ma che, sei sordo?" Proseguì imperterrita la donna arrivando a pochi centimetri da lui.

Il movimento che l'incappucciato fece in risposta fu talmente rapido da renderlo quasi impercettibile: afferrò la gola della donna con una mano, sollevandola poi di peso con la stessa facilità con cui si potrebbe sollevare un lenzuolo. Adriel spalancò bocca e occhi, pietrificata.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now