II

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"CHARLOTTE! CHARLOTTE! ALZA QUEL CULO QUADRATO DA QUEL LETTO! SONO LE 07:15!"
Sento sbraitare da qualcuno.
Apro lievemente gli occhi e mi ritrovo il volto di Bebe a meno di dieci centimetri di distanza dal mio.
"AHHHHH!"
Urlo per lo spavento.
"Ma buongiorno dormigliona!"
Esclama ironica la mia amica.
"Buongiorno, scema."
Dico.
"Muoviti. Sono già le 07:15. Devi ancora fare colazione e vestirti."
Mi dice alterata.
"COSA?! Potevi svegliarmi un po' prima, no?!"
Esclamo.
"Sono qui ad urlarti di sveglirmarti dalle 06:55."
Dice lei di rimando.
Le faccio le corna.
Mi fa la linguaccia.
Mi vesto, faccio colazione, mi lavo i denti e mi trucco. Tutto ciò in meno di venti minuti.
"Ma bene, a quanto vedo la nostra principessa è già pronta!"
Esclama Bebe alzando gli occhi al cielo.
Sbuffo ed alzo anche io li occhi al cielo.
Usciamo di casa e raggiungiamo i nostri amici davanti scuola.
"Bonjour. Allora, Lottie, hai parlato con Antoine?"
Mi chiede agitata Agnés.
"Buongiorno a voi, ragazzi. Sì, gli ho parlato. I posti sono nella zona centrale bassa, si vede benissimo e la zona è vicina a quella riservata ai Vip. Meglio di così non penso si possa avere."
Spiego.
"Vanno benissimo, anche se sarebbero stati meglio quelli nella zona Vip."
Dice Agathe.
"Ahahah, lo so che quelli sono i posti migliori, ma anche quelli che hanno assegnato annoi sono bei posti."
Dico ridacchiando.
Nel frattempo, suona la campanella di inizio lezioni. Entriamo nella classe di critica letteraria ed inizia la lezione.

Dopo due ore, suona la campanella che segna l'inizio della ricreazione. Sento arrivarmi dei messaggi. Prendo il telefono.
È Gerarde, il mio istruttore di danza classica.

Ciao Char, saresti disponibile per una lezione oggi alle 16:00? Giovedì non riesco, ho un impegno improvviso (mia moglie ritorna dal viaggio di lavoro).

Ciao Ger, certamente, va benissimo alle 16:00. Nessun problema.

Grazie mille. A più tardi.

A oggi.

Ho anche il pomeriggio occupato, bene.
"Che fai con il telefono tra le mani, signorina?"
Mi sento chiedere alle mie spalle.
Sussulto per lo spavento.
Mi volto e vedo Agnès.
"Agnès, sei tu. Mi hai fatto prendere un colpo!"
Esclamo guardandola.
"Non era mia intenzione. Cosa fai?"
Mi chiede ancora.
"Niente, mi ha scritto il mio insegnante di danza. Oggi devo andare a lezione."
Dico.
Annuisce.
"Ah, ok. Senti, andiamo fuori dagli altri?"
Propone.
Annuisco e poso il telefono nello zaino.
Usciamo dall'aula e raggiungiamo il nostro gruppetto.
"Ma ciao, ragazze."
Ci saluta André.
Ricambiano il saluto.
"Cosa stavate facendo in classe?"
Ci chiede Agathe.
"Niente, mi ha scritto il mio insegnante di danza e mi ha detto che oggi devo andare a lezione."
Dico.
Annuiscono.
"No, perché proprio oggi?! Volevo venissi con me per fare un po' di shopping per domani, dobbiamo prendere delle maglie della Francia!"
Esclama triste Bebe.
"Ci puoi tranquillamente andare da sola, Bebe. Sai che non mi interessa lo shopping"
Le dico.
Non sono un'appassionata di shopping, come la mia compagna di appartamento. Se proprio, esco solo per fare compere utili.
Bebe alza gli occhi al cielo e sbuffa.
"E va bene, andrò da sola."
Dice.
Rido. Anche loro si uniscono alla mia contagiosa risata.
Poi, suona la campanella e andiamo all'aula di storia, una lezione di un'ora.
Quest'ora passa velocemente, adesso, abbiamo due ore di li guistica, tra le materie che meno preferisco.

Appena finisce scuola, io e Bebe, dopo aver salutato i nostri amici, torniamo a casa. Mangiamo velocemente qualcosa e ci sediamo sul divano a guardare il primo episodio di una serie TV.
Arrivano le 15:30, devo iniziare a prepararmi poiché tra mezz'ora ho lezione. La scuola è abbastanza vicina, quindi, andrò a piedi. Vado in camera mia e tiro fuori dall'armadio il mio borsone Adidas che uso per danza. Metto al suo interno un paio di calze, il body, un paio di scaldamuscoli, uno scaldaspalle e le scarpe a punta. Mi vesto con un atuta così poi sarà più semplice cambiarmi.
"Stupida, io vado!"
Saluto Bebe.
Stupida è uno dei soprannomi che le ho dato.
"Va bene, scema. Dopo comprerò io qualcosa per te!"
La sento esclamare.
Esco di casa e vado a scuola di danza.
Dopo cinque minuti, arrivo alla scuola. Entro e mi dirigo agli spogliatoi. Ormai conosco questo posto come le mie tasca tante sono le volte che ci vengo.
Mi cambio rapidamente e raggiungo la palestra dove faccio esercizi. Vi trovo già Gerarde.
Appena mi vede, mi viene incontro sorridendo. Ricambio il sorriso.
Gerarde ha 35, quasi 36 anni, è il mio insegnante da 5 anni e con lui mi trovo molto bene. È una prova persona, molto gentile ed affettuosa.
"Char, scusa se ho anticipato la lezione, ma il dovere chiama!"
Dice alludendo alla moglie e ridacchiando.
Ridacchio anche io.
"Nessun problema, Ger. Va benissimo così."
Dico.
Mi metto in posizione.
"Che ne dici di iniziare dalla prova di un pezzo? Tra tre mesi ci sarà lo spettacolo de "Il lago dei cigni", e vorrei provare a farti partecipare, se non come protagonista, almeno come la figlia dell'antagonista. Direi che possiamo iniziare a fare entrambe le parti, sia da protagonista che non, voglio insistere per farti prendere come Odette."
Mi spiega.
Wow! Sarebbe il mio primo ruolo da protagonista. Sarebbe magnifico.
"Sarebbe bellissimo, mi accontento, però, anche della figlia dell'antagonista."
Dico io.
Annuisce.
Iniziamo la lezione. Mi fa vedere i primi passi e movimenti, lo imito. La lezione continua così per due ore e mezza. Alle 18:30, Gerarde spegne la musica.
"Direi che per oggi può bastare. Sei stata molto brava. Magari, i prossimi giorni prova a tenerti allenata, Char."
Mi consiglia.
"Naturalmente."
Dico.
Ci salutiamo e torno nello spogliatoio.
Mi cambio nuovamente e torno a casa.
Non vedo Bebe. Controllo nella sua camera. È lì.
"Bebe, sono tornata."
Le dico.
"Oh, ciao, scema. Vieni, vieni!"
Esclama dandomi il consenso di entrare in camera sua.
Mette delle maglie blu sul letto.
"Cosa vorrebbero significare?"
Le chiedo.
"Ma non ci arrivi?! Le ho prese per noi due per domani!"
Esclama alzando gli occhi al cielo.
"Scusa scusa, sai non me ne intendo di calcio."
Dico alzando le mani a mo' di presa.
"Invece, dovresti informarti visto che il tuo migliore amico è Antoine Griezmann, un calciatore di fama internazionale."
Dice lei scocciata.
Alzo gli occhi al cielo.
"Comunque, ho preso queste due magliettine della nazionale francese, ho trovato solo queste due. Quelle di Giroud e quella di Griezmann, naturalmente quella di Griezz è tua!"
Mi dice facendo l'occhiolino.
"Grazie."
Dico prendendola ed osservandola bene.
È carina ed è della mia taglia. D'altronde, io e Bebe abbiamo la stessa taglia.
"Però, ho anche preso questi due poster, uno della squadra francese quando ha vinto il mondiale del 2018 e questo, solo del numero 10."
Mi dice mostrandomi entrambi.
Che bei ricordi il mondiale del 2018! Sembra passato tanto, ma invece è passato solo un anno.
L'altro poster rappresenta un mulatto con la palla tra i piedi intento a tirare. C'è scritto un nome. Kylian Mbappé.
"Kylian Mbappé?"
Chiedo.
"Non lo conosci?! È il giocatore più forte della Francia, gioca nel PSG!"
Esclama lei stupita.
"Non ero a conoscenza della sua esistenza fino a questo momento."
Dico.
"Oh cavolo, Char. Sei messa male."
Dice.
"Che vuoi da me, Bebe.  È vero, conosco un calciatore, ma perché siamo amici da una vita, non perché mi interessi il calcio come sport. Se ho accettato di venire domani alla partita è perché so che lui gioca ed è da anni che mi chiede di andare ad assistere ad una partita con lui dal vivo."
Dico alterandomi un po'.
"Okok, ho capito, Lottie. Stai calma, però."
Mi dice Bebe.
"Sì, scusa. Ahahah!"
Dico ridacchiando.
Scendiamo in salotto e ci mettiamo a parlare. Quando si fanno le 19:40, vado in cucina e preparo da mangiare. Carbonara.
Mangiamo. Poi, ci laviamo e guardiamo un film. Alle 23:40, a letto.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora