XXIII

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Mi sveglia un rumore, un rumore strano. Apro gli occhi ed al mio fianco non trovo nessuno. Kyl dov'è?
Mi stiracchio. Sono ancora nuda. Mi tornano in mente le immagini di ieri notte. Scuoto la testa e mi rivesto. Scendo in salotto. Accendo il telefono e vedo che sono le 05:45. È presto.
Vedo le luci accese in cucina. Entro e ci trovo Kyl.
"Ma porca miseria! Possibile che non ce la faccio a non fare cadere niente?!"
Lo sento esclamare mentre raccoglie una pentola caduta per terra. Mentre si rialza, mi vede. Blocca il suo sguardo nel mio e mi sorride. Ricambio il vestito.
"Ti sei buttato sulle faccende domestiche?"
Chiedo ridacchiando.
"Porca miseria, Char, sei tu! Mi hai fatto prendere uno spavento! Volevo prepararti la colazione, ma, a quanto pare, non è la giornata giusta."
Afferma.
Mi avvicino a lui e gli circondo il collo con le braccia.
"Buongiorno, comunque, mon frenchie."
Affermo dolce accarezzando la punta del suo naso con il mio.
"Bonjour a toi, ma cherie."
Afferma per poi lasciarmi un bacio a stampo sulle labbra.
"Di sicuro si sarà svegliato tutto il vicinato."
Dico ridacchiando.
Alza gli occhi al cielo e mi fa la linguaccia.
"Non fare la simpaticona, poupée."
Mi dice.
Ridacchio.
"Le altre volte ti svegliavi più tardi."
Dico.
"Volevo farti trovare la colazione pronta, ma cherie, te l'ho detto. Volevo essere un galantuomo."
Afferma.
"Lo sei sempre. Sei riuscito a preparare qualcosa?"
Chiedo.
"Solo il caffè."
Risponde.
Annuisco e me bevo una tazza.
"Ti è uscito bene, bravo. E grazie."
Dico baciandogli la guancia.
"Per te questo ed altro. Non devi passare per casa per prendere le cose di scuola?"
Mi chiede.
Annuisco.
"Giusto. Mi accompagneresti? Vorrei anche darmi una sciacquata e cambiarmi. Potresti aspettarmi e poi mi accompagni a scuola, se per te va bene."
Propongo.
"Ma certo, ma madamoiselle. Certo."
Dice lo bacio e mi infilo le scarpe.
Si cambia velocemente ed usciamo di casa sua. Dopo una decina di minuti, raggiungiamo il mio appartamento. Entriamo.
"Siediti pure sul divano. Fai come se stessi a casa. Io ci metto poco."
Affermo.
Ridacchia ed annuisce.
Corro in camera mia e mi cambio velocemente.
Metto una camicetta bianca e dei jeans neri a cui abbino delle Nike. Raccolgo i capelli in una coda alta e mi trucco lievemente. Preparo lo zaino e torno giù.
Trovo Kyl seduto sul divano con il telefono in mano. Mi avvicino alle sue spalle lentamente. Non se ne accorge.
"Buh."
Dico al suo orecchio. Sobbalza e si alza in piedi.
"Porca...oh merda...Cherie, sei tu!"
Esclama.
Scoppio a ridere.
"Ma che ridi? Mi sono preso uno spavento che non puoi capire!"
Esclama mettendo il broncio.
Mi avvicino a lui.
"Ma se in casa ci siamo solo noi, chi altro poteva essere se non io?"
Dico ridacchiando.
"Ah, boh, che ne so? Tipo uno sconosciuto come nei film americani?!"
Dice.
"Ahaha, ti fidi di quei film?"
Chiedo ridacchiando.
"Hanno sempre un fondo di verità."
Dice.
"Il grande Kylian Mbappé che ha paura dei ladri? Hai gli allarmi in casa tua?"
Chiedo.
"Ehy, guarda che sono una persona come tante, anche io ho dei timori e delle paura. E sì, gli allarmi li ho."
Dice.
Ridacchio.
"Ah, e siamo a casa tua. Quindi, potremmo anche replicare quello che abbiamo fatto ieri, ma cherie."
Afferma ghignando ed avvicinandosi a me.
Gli poggio una mano sul petto spingendolo lievemente all'indietro.
"No, mon frenchie, ti ricordo che oggi ho un esame e mi devi accompagnare a scuola, ora."
Affermo.
Alza gli occhi al cielo ridacchiando.
Usciamo di casa e saliamo in macchina. In meno di cinque minuti, arriviamo davanti la mia scuola.
"Buona fortuna, poupée. Poi, mi dirai com'è andata, eh. Ti passo a prendere alle 16:00, fatti trovare pronta, bambola."
Mi dice.
Ridacchio.
Avvicino il volto al suo.
"Sembri mia madre quando ero piccola e mi veniva a prendere per fare danza. 'Mi raccomando, tesoro,fatti trovare pronta davanti alla scuola, non farmi aspettare.'"
Affermo ridacchiando.
"E quindi io sarei tua madre?"
Dice.
"No, tu sei il mio fidanzato."
Dico baciandolo sulle labbra.
"E mi vai bene così."
Dico.
Mi sorride dolce per poi accarezzarmi la guancia destra.
"Ora vai che se no rischio di farti mia ora, in questa macchina. E non voglio che tutta Parigi ci senta."
Afferma ghignando.
Gli do uno scappellotto sulla nuca.
"Scemo, sei un pervertito totale."
Affermo.
Ridiamo.
Esco dalla macchina e se ne va.
Raggiungo il mio gruppetto e saluto tutti.
"Ma buongiorno!"
Mi salutano.
"A voi!"
Dico.
Mi guardo intorno e vedo che Bebe non c'è ancora.
"Ma Bebe dov'è?"
Chiedo.
"Oh, deve ancora arrivare."
Mi dice Agnès.
Strano. Sono le 06:45, beh, dai, ha ancora qualche mi uto per arrivare.
Dopo cinque minuti, vedo i miei amici impallidire.
"Ragazzi, che succede?"
Chiedo inarcando un sopracciglio.
Mi indicano qualcuno con la testa.
Mi volto e vedo Bebe mano nella mano con Ney. Ma che carini. Ci vengono incontro sorridendo.
"Buongiorno!"
Saluto abbracciando entrambi.
Ricambiano il mio abbraccio.
"Bom dia para você, chica!"
Mi saluta in brasiliano Ney facendomi anche l'occhiolino.
Ridacchio.
"Buongiorno, mia dolce amica!"
Esclama sorridendo Bebe.
La guardo inarcando un sopracciglio.
"Come mai così dolce oggi? Ti sei bevuta il cervello? Ney, che cavolo le hai dato per colazione, non è lei praticamente."
Dico mettendo le mani sui fianchi.
Lo vedo ridacchiare.
"No, semplicemente, abbiamo fatto una bella dormita."
Mi dice lui.
Ridacchio ed annuisco.
"Neymar, trattamela bene, Bebe."
Interviene Agathe.
Lui annuisce e ridacchia.
Circonda le spalle della mia coinquilina con il suo braccio destro avvicinando il corpo della ragazza al suo.
"Non potrei mai trattarla male."
Dice per poi guardarsi il polso.
"Io devo scappare, devo andare a ritirare un mio completo dalla sarta. Vi auguro buona fortuna per l'esame."
Afferma Ney sorridendoci.
"Grazie molte."
Ringrazia Agnès.
Anche gli altri ringraziano.
Bebe gli salta addosso e lo bacia.
Lui ricambia.
Mi saluta con un abbraccio e poi se ne va.
"No, va be', io non ci posso credere."
Afferma stupita Agathe.
"Bebe, tu sei fortunatissima ad essere fidanzata con un ragazzo d'oro come lui, ceh, ma vogliamo dire quanti è figo?!"
Esclama ancora Agathe.
Vedo Bebe ridacchiare.
"Li scelgo bene io, i ragazzi."
Dice la mia coinquilina.
Scoppiamo tutti a ridere.
"E che ti ridi tu, Chacha, che hai un fidanzato ancora più figo!"
Esclama Agnès.
"Ahaha, mi fanno ridere le vostre facce!"
Esclamo ridendo.
Suona la campanella ed entriamo in classe. Prepariamo il materiale per l'esame, che durerà tre ore. Poi, potremo andare a casa, le ultime due ore le hanno tolte.
Faccio dei respiri profondi per mantenere la calma e non farmi prendere dall'ansia. Il prof deve ancora entrare. Sento vibrare il telefono. È Kyky.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Where stories live. Discover now