XLI

102 3 0
                                    

Sento un fascio di luce posarsi sul mio volto, apro lievemente gli occhi, ma non riesco a focalizzare ancora niente. Mi porto le mani agli occhi, stropicciandomeli enmugolando qualcosa di incomprensibile anche a me. Apro definitivamente gli occhi ed il mio sguardo va a posarsi sul viso rilassato di Ky, ancora dormiente.
È così carino e dolce, mentre dolce.
Controllo l'orario: le 09:30.
Decido di alzarmi, senza fare alcun rumore e lasciarlo dormire, ne ha bisogno. Mi tolgo il pigiama, piegandolo e posandolo nel mio comodino.
Dall'armadio, prendo i primi vestiti che mi capitano alla mano e li indosso e raccolgo i capelli in una coda alta. Esco dalla stanza e, piano e con molta attenzione, chiudo la porta alle mie spalle.
Scendo le scale e raggiungo il resto della famiglia in salotto.
Mio padre, seduto sul divano, con Simon in braccio, appena mi vede, sgrana gli occhi, vedendomi qui.
Si alza e mi viene incontro, abbracciandomi.
"Tesoro, sono felice che tu abbia deciso di andare avanti."
Mi dice mio padre.
Sorrido.
"Anche io."
Ammetto.
Vedo Simon corrermi incontro ed abbracciarmi le gambe.
Lo prendo in braccio e gli sorrido.
"Piccolo mio!"
Esclamo.
Ricambia il sorriso.
"Zia! Stai bene!"
Esclama, felice, il bambino.
"Sì, sto bene, cucciolo."
Confermo.
"Zio?"
Chiede, guardandosi intorno.
"Lo zio sta ancora dormendo, quando si sveglierà scenderà."
Affermo.
Annuisce e mi butta le braccia al collo abbracciandomi.
"Simon! Vieni. È pronta la colazione!"
Esclama Addie, uscendo dalla cucina.
Appena mi vede, si blocca ed ammicca un sorrisetto.
Simon scende dalle mie braccia.
Addie mi viene incontro e mi abbraccia, stringendomi forte, senza dirmi niente. Alle volte, un abbraccio vale più mille parole.
"Come stai?"
Mi chiede.
"Bene, dai."
Dico.
"Kyl?"
Mi chiede.
"L'ho lasciato ancora a dormire, ne ha bisogno."
Dico.
Annuisce.
"Vuoi una tazza di caffè? Latte?"
Mi chiede, accarezzandomi le spalle.
"Una tazza di latte va più che bene, grazie."
Dico, sorridendole.
Ricambia.
"Bene, allora andiamo in cucina."
Dice.
Simon si fionda subito in cucina con il nonno. Io ed Addie, dopo due minuti, li raggiungiamo.
Mia mamma è ai fornelli.
Appena si volta e mi vede, sorride dolcemente.
"Buongiorno, tesoro mio."
Mi dice, dolcemente.
"Buongiorno, mamma."
Dico, ricambiando il sorriso.
Mamma porta la colazione a tavola, prendo la mia tazza di latte e la bevo, imbevendoci dei biscottini al cacao.
"Il tuo ragazzo?"
Mi chiede mamma.
"Dorme."
Dico semplicemente.
"Oh, bene, l'ho visto molto stanco nei giorni scorsi."
Dice.
Annuisco.
"Per questo l'ho lasciato dormire."
Dico.
Finita la colazione, salgo in camera e, provando a non fare rumore, mi lavo i denti.
Dopo essermi avvicinata al letto per ammirare il volto rilassato di Ky mentre dorme, torno giù.
Simon mi viene incontro.
"Giochiamo un po' zia?"
Mi chiede, con la felicità scritta negli occhi.
Sorrido e gli accarezzo la testolina bionda.
"Ma certo, piccoletto!"
Esclamo.
Sorride felice e batte le mani.
Mi porta fuori in giardino e prende la palla da palla a volo, con me gioca solo a questo, sa che si calcio non me ne intendo.
Iniziamo a fare qualche passaggio, con baggher e schiacciate.
Dopo circa venti minuti, sento il telefono vibrare.
"Campione, aspetta un attimo, mi è arrivato un messaggio."
Dico.
Simon annuisce e prende la palla tra le mani.
Tiro fuori il telefono e mi ritrovo dei messaggi dall'ultima persona al mondo che avrei voluto sentire. Il mio ex.

So che sei a Nizza. So con chi sei venuta. So cosa è successo.

Inizio a respirare affannosamente. Avevo completamente dimenticato quanto fosse ossessivo. Iniziò a sudare freddo, di sicuro quelle merde che si ritrova come genitori glielo avranno detto e gli sarà arrivata la conferma con la foto su Insta che ho condiviso quando eravamo da Renée. Inizio a sudare freddo.
"Zia, tutto bene?"
Mi chiede Simon, notando che mi sono incupita.
Abbozzo un sorriso.
"Oh sì, tutto bene, piccoletto."
Dico.
"Stai sudando e sembri preoccupata."
Dice ancora.
Questo bambino capisce troppe cose.
"Niente, solo un calo...senti, ti va di giocare un po' con il nonno? Devo parlare un attimo con tua madre."
Affermo, accarezzandogli la testa.
Annuisce ed entriamo in casa, Simon va dal nonno sul divano. Anche Addie è seduta sul divano.
"Addie, possiamo parlare un attimo?"
Le chiedo.
Annuisce e si alza dal divano.
Torniamo fuori.
"Che succede? Va tutto bene?"
Mi chiede, poggiando una mano sulla mia spalla.
Scuoto la testa. Prendo il telefono e le mostro la chat.
Sgrana lievemente gli occhi.
"Non azzardarti a rispondere. Perché lo hai letto?"
Mi chiede, con tono preoccupato.
"Pensavo fosse Bebe, Renée, Ney o Kyl."
Dico.
Annuisce.
"Sai di cosa è capace."
Dice.
Annuisco.
"È ossessivo ed è capace di tutto! Cosa devo fare?!"
Esclamo.
"Intanto, devi calmarti e parlarne con Kylian, è il tuo ragazzo. Devi spiegargli tutto. Anche dirgli che il tuo ex è una persona pericolosa e, come hai detto tu, una persona ossessiva."
Afferma.
"Lo so, ma ho paura che possa fare qualcosa di...di male."
Ammetto.
"Cosa? Kyl ti proteggerebbe sempre, tiene troppo a te. Ti ama e sono certa che ti guarderebbe sempre le spalle."
Mi dice, accarezzandomi entrambe le spalle
Sospiro ed annuisco.
"Quando si sveglierà, gliene parlerò."
Affermo.
"Bene."
Dice, torniamo in casa.
Salgo le scale ed entro piano in camera mia.
Kyl non è più a letto. Che si sia svegliato?
"Kyl?"
Chiamo il suo nome.
Esce dal bagno.
Appena mi vede, sorride.
"Ehy, cherie, buongiorno."
Dice, venendomi incontro ed abbracciandomi.
Mi lascio coccolare.
Mi alzo poi sulle punte dei piedi e lo bacio dolcemente.
"Buongiorno, principe."
Dico, sorridendogli di rimando.
"Perché non mi hai svegliato prima?"
Mi chiede.
"Ho preferito lasciarti dormire, ne avevi bisogno. Poi, sembravi così rilassato, mentre dormivi."
Dico, accarezzandogli il volto.
"Hai fatto colazione?"
Gli chiedo.
Annuisce.
"Sono sceso cinque minuti fa e tua mamma mi ha fatto trovare una tazza di caffè."
Dice.
Annuisco.
"Ky, ho bisogno di parlarti, anche urgentemente."
Dico, seria.
Alza un sopracciglio, interrogativo.
Si siede sul letto, mi siedo sul divano.
Mostro anche a lui la chat.
"Chi merda è?"
Dice, duro.
"Il mio ex..."
Dico, abbassando lievemente gli occhi.
"Ecco...dopo che...che ci siamo lasciati, ha cominciato a mostrare dei comportamenti ossessivi nei miei confronti...mi scriveva per giorni, non gli ho mai risposto però. Continuava a scrivermi anche quando mi sono trasferita a Parigi, ma poi ho deciso di cambiare numero e telefono. È capace di tutto, Ky. Anche di fare del male."
Affermo.
Sento un groppo alla gola.
"Mi avevi detto che eravate entrambi d'accordo sul lasciarvi, che non vi amavate più. Mi hai mentito?!"
Esclama, un po' deluso.
"Io mi vergogno di questa cosa...ho...ho avuto paura, Ky...non te l'ho detto prima perché pensavo non si sarebbe più fatto vivo...ma, a quanto pare, mi sono sbagliata..."
Dico, sospirando e chiudendo gli occhi.
"Tra mio fratello, l'aborto ed ora anche questo non ci sto capendo più niente, davvero...sono in confusione totale!"
Esclamo, portandomi le mani alla nuca.
Kyl mi abbraccia, accarezzamdomi la schiena.
"Andrà tutto bene, amour. Staró sempre al tuo fianco...non permetterò a nessun di toccarti, neanche con un dito...ti proteggeró io."
Afferma.
"Ti amo."
Dico.
"Anche io."
Dice.
"Adesso bisogna capire se questo è il suo numero, come ha trovato il tuo nuovo numero e perché lo ha fatto."
Dice.
Annuisco.
"So solo che non abita più con i genitori. Però, non ho la minima idea di dove abiti, ora."
Dico.
Annuisce.
"Beh, bisogna cercare di contattare qualche detective e chiedergli di trovare informazioni in più su questo numero e cercare di capire chi è e cosa può fare questo tuo ex."
Afferma, massaggiandosi il mento.
"Giusto. Io direi che prima cercherò...cercheremo insieme, io e te, di capire dove abita, ora... aspetta, posso chiedere aiuto a Renée, ha fatto informatica, è molto brava con i computer, posso chiedere a lei di analizzare il numero e di cercare di capire dove abita!"
Esclamo.
"Beh, è una buona idea. Magari scrivile un messaggio e vedi se è disponibile a farlo. Tu hai intenzione di uscire, in questi ultimi giorni che ci rimangono?"
Mi chiede.
"Beh, volevo fare un giro in paese, con te, magari tutto incappucciato, così niente gossip."
Dico.
"Va bene. Ovunque tu vada, io verrò con te, coperto, ma verrò. Ti devo proteggere."
Afferma, accarezzandomi il volto.
Gli sorrido.
"Grazie."
Dico, poggiando le mie mani sulle sue.
"Non devi ringraziarmi, sono il tuo ragazzo e tu la mia ragazza, sei in difficoltà e voglio, devo aiutarti e starti vicino. E poi, non permetterò che quel tuo ex ti tocchi, anche a costo di dover fare a botte con lui. Sei mia, solo mia."
Afferma.
Gli butto le braccia al collo.
"Non avrei potuto chiedere un fidanzato migliore di te, Ky, davvero."
Affermo, sorridendogli.
Senza dire niente, mi bacia la testa.
Si sdraia sul letto, portandomi con sé.
Appoggio la testa sul suo petto, lasciandomi cullare dal suo battito cardiaco. Mi accarezza la testa, le spalle e la schiena con una mano, mentre, con l'altra, giocherella con i miei capelli. Io gli faccio i grattini sul petto.
Restiamo in questa situazione per circa un quarto d'ora.
Improvvisamente, si sente un urlo dal piano di sotto e qualcuno che scoppia a piangere.
Io e Kyl ci alziamo di scatto, ci guardiamo, preoccupati, negli occhi e corriamo al piano di sotto. Simon corre verso Kyl, che lo prende in braccio.
"Abbiamo sentito urlare e siamo scesi per..."
Non ho il tempo di finire la frase che vedo Addie in lacrime, con il viso coperto da entrambe le mani.
Mi avvicino a lei e le appoggio le mani sulle spalle, accarezzandogliele.
"Addie, che cos'hai?"
Le chiedo, preoccupata.
Continua a piangere e mi abbraccia.
Le accarezzo la schiena. Mi circonda il collo con entrambe le braccia ed inizia a singhiozzare.
"Ehy, cos'è successo?"
Insisto.
"I-io...s-scusate...d-davvero...n-non v-voglio farvi preoccupare...d'altronde... è una buona notizia quella che ho ricevuto..."
Afferma, tirando su con il naso e staccandosi dall'abbraccio.
"Allora, perché piangi?"
Le chiedo.
"Perché questa notizia mi ha fatto piangere."
Dice.
"Se posso, che notizia? Riguarda Edu?"
Chiedo.
Si blocca e si morde il labbro inferiore.
Senza neanche che lei dica una parola, capisco subito. Buona notizia. Edu. Boom!
Spalanco gli occhi.
"Si...si è svegliato?!"
Esclamò.
"Sì, dannazione!"
Esclama Addie, sorridendo a trentadue denti.
Urlo di gioia e l'abbraccio di nuovo.
"È una fantastica notizia!"
Esclamo.
"Lo so, sono felicissima!"
Esclama mia cognata.
"Addie! Mi stai dicendo che il mio ometto di è svegliato?!"
Esclama mia madre, alle nostre spalle.
La bionda annuisce.
Mia mamma sorride felice e le si fanno gli occhi rossi dal pianto, mio padre si avvicina a lei e le avvolge le spalle con il braccio destro.
"È una fantastica notizia!"
Dice mio padre.
"Mi fa tanto piacere per voi!"
Afferma Kyl, sorridendo dolcemente e guardandomi con uno sguardo ricco dei sentimenti che proviamo.
Simon spalanca gli occhi e sorride euforico.
"Papà?! Papà?! Sta bene!"
Esclama.
"Sì, amore della mamma, il papà sta bene!"
Esclama Simon, che scende dalle braccia di Kyl e corre tra quelle della madre, che lo accoglie dolcemente, coccolandolo.
Mi butto tra le braccia del mulatto, che mi stringe forte.
"Vedi? Vedi che si è svegliato?"
Mi dice, baciandomia testa.
"Dannazione, sì."
Dico, baciandolo con foga.
Non me ne frega niente che i miei ci vedano, sono troppo felice.
Lo abbraccio di nuovo.
"Chacha, senti, vuoi venire con me in ospedale?"
Mi chiede Addie.
Mi illumino e mi volto verso di lei.
"Con piacere!"
"Vado a mettermi le scarpe allora."
Afferma la bionda, salendo al piano di sopra.
"Tesoro mio, salutamelo tanto e digli che non vediamo l'ora che venga dimesso!"
Esclama mia madre.
Sorrido ed annuisco.
"Porta anche un grande abbraccio a quel ragazzotto di mio figlio."
Dice mio padre.
Annuisco.
"Vedi? Tutto sta andando per il meglio. "
Mi dice Kyl, accarezzandomi la schiena.
Annuisco.
"Non vedo l'ora che lo dimettano, sono certa che vi starete molto simpatici, vi assomigliate molto."
Affermo.
Kyl ridacchia.
"Se lo dici tu, bambolina."
Afferma, dandomi un bacio a schiocco sulla guancia.
Mi mordo il labbro inferiore e gli mando un'occhiataccia.
Addie scende e, dopo un saluto al resto della famiglia, saliamo nella sua macchina e ci avviamo verso l'ospedale.
Dopo circa venti minuti, arriviamo a destinazione. Addie parcheggia e, di fretta ci avviamo verso l'entrata dell'ospedale.
Un'infermiera si avvicina a noi.
"Buongiorno, signorine. Avete una visita prenotata?"
Ci chiede, aprendo il registro che ha tra le mani.
"Buongiorno a lei, siamo venute a trovare Eduard LaRoix, mi avete chiamato circa un'ora fa per dirmi che si è svegliato dal coma."
Afferma Addie, trattenendo la gioia.
"Oh, giusto. Lei è la moglie."
Dice la donna di fronte a noi.
"E lei è la sorella."
Dice mia cognata riferendosi a me.
"Certo, seguitemi pure."
Afferma, incamminandosi verso l'ascensore. Andiamo al solito piano dell'altra volta. Solita stanza.
L'infermiera bussa e poi entra.
"Buongiorno, signorino. Ha visite."
Annuncia l'infermiera, ottenendo una risposta affermativa dalla voce, debole, di mio fratello.
Vorrei urlare, ma non posso. Sono troppo felice.
L'infermiera si sposta daa porta.
"Potete entrare."
Ci dice, uscendo dalla stanza e facendoci urlare. Ci chiude la porta, lasciandoci la privacy.
Addie, alla vista di Edu sveglio, seduto sul letto con la schiena appoggiata sul lettino rialzato, scoppia in lacrime e si butta tra le sue braccia, stringendolo. Edu, seppur colto alla sprovvista, sorridendo, la stringe a sé, accarezzandole la schiena e la testa.
"Amore mio, quanto mi sei mancato!"
Esclama Addie, baciandogli le labbra.
Ho sempre che loro sono la coppia perfetta.
"Anche tu mi sei mancata, mia dolce Addie."
Afferma, debolmente, mio fratello, guardandola dolcemente.
"Come stai? Ti fa male qualcosa?"
Chiede, preoccupata, mia cognata.
"Un po' male la testa, il braccio destro e la gamba sinistra, ma niente di che."
Afferma Edu.
"Sono felice che tu sia tornato tra noi. Senti, ho portato una persona con me, voleva tanto rivederti."
Afferma Addie, tirandosi su dal lettino e posando lo sguardo su di me.
Anche Edu volta la testa ed il suo sguardo va a posarsi nel mio.
Abbozza un sorriso.
"Sorellina!"
Esclama.
Sorrido a trentadue denti e mi avvicino a lui, sedendomi al suo fianco.
Mi prende per le spalle e mi abbraccia.
Scoppio a piangere.
"Edu, mi hai fatto tanto preoccupare, fratellone! Sono venuta a Nizza a posta per vedere tutti voi!"
Esclamo.
Mi accarezza la testa e mi bacia la guancia.
"Sei cresciuta di più!"
Mi dice, prendendo il mio viso tra le sue mani ed accarezzandomelo dolcemente.
Gli sorrido.
"Grazie. Anche tu. Sembri più maturo."
Dico, accarezzandogli a mia volta il viso.
"La mia dolce sorellina... così, sei venuta a trovarci?"
Mi chiede, ridacchiando.
Annuisco.
"E non sono venuta da sola."
Ammetto.
Si blocca ed alza un sopracciglio.
"Wow, ti sei trovata un nuovo fidanzato?"
Mi chiede.
Mi mordo il labbro inferiore ed annuisco.
"E fidati che lo conosci, lo conosce Simon."
Interviene Addie.
"Uh, allora deve essere veramente conosciuto."
Dice Edu.
Annuisco.
"È a casa nostra, appena ti dimetteranno lo conoscerai di persona. Per ora, ti dico che vi assomigliate molto."
Dico.
"Molto interessante. Fisicamente o per il comportamento?"
Chiede.
"Comportamento. Fisicamente è..."
Iniziò a dire.
"Fisicamente è un bel manzo."
Finisce la frase Addie, ottenendo un'occhiataccia da parte del marito.
Scoppio a ridere.
"Beh, per quello non c'è dubbio che è un manzo."
Dico, concordando con la bionda.
"Ah, ma questo è un complotto!"
Esclama Edu.
"Mi dici il nome del fortunato?"
Mi chiede.
"Effetto sorpresa."
Dico.
"Uff, e va bene. Mi tratterrò fino a domani."
Dice.
"Domani?"
Chiede Addie, alzando un sopracciglio.
"Ah, non v'è lo hanno detto? Il dottore ha detto che, nonostante l'incidente, non ho portato gravi danni, se non il coma, e posso già essere dimesso domani."
Afferma.
Sorrido.
"Ma è un'ottima notizia!"
Esclama Addie.
"Che bello!"
Dico.
"Ci sei mancato tanto, amore."
Dice Addie.
"Anche tu. Ed anche tu, mia cara sorellina."
Dice, guardandoci e sorridendo.
"Simon come sta?"
Chiede del figlio, guardando la bionda.
"Appena ho detto che ti sei svegliato, ha gioito, era felicissimo. Secondo me, ora non vede l'ora che tu torni a casa. Come tutti noi, d'altronde."
Afferma Addie.
Mi alzo dal lettino decidendo di lasciare un po' di libertà alla coppia. Addie torna a sedersi al suo fianco.
"Sei così bella, Addie."
Afferma Edu, accarezzando il volto della moglie, che lo bacia.
Il dolce momento viene interrotto dal mio telefono che squilla. Numero sconosciuto. Mi blocco un attimo, ma decido comunque di rispondere. Che sia una cosa importante?
"Non mi scappi."
Dice la voce dall'altro capo del telefono, non appena lo porto all'orecchio.
Deglutisco rumorosamente ed inizio a sudare freddo. È la Sua voce. Maledizione, perché ho risposto?!
"Hai sbagliato numero."
Dico, cercando di essere convincente agli occhi di mio fratello e mia cognata che, ora, mi stanno guardando.
"No, non ho sbagliato, Charlotte. Penso che tu abbia capito chi sono."
Dice Lui.
"Insisto, hai sbagliato numero."
Insisto.
"Ah ah, cerchi di prendermi per il culo, Charlotte? So dove sei, cosa stai facendo e con chi sei. So ogni tuo minimo passo e, se non mi darai ciò che voglio, non mi arrenderò mai."
Dice.
"E cosa cacchio vuoi?!"
Dico, alzando la voce.
Mio fratello alza il sopracciglio.
"Voglio te."
Dice.
Attacco immediatamente e blocco il numero, sia su WhatsApp sia su Messaggi.
"Dannazione."
Dico, a denti stretti.
"Era Lui?"
Mi chiede Addie, preoccupata.
Annuisco.
"Sì, era...Lui."
Le dó conferma.
"Aspettate, Lui chi? Lui...il tuo ex, Chacha?"
Mi chiede Edu.
Annuisco, mordicchiandomi il labbro inferiore.
"Ma non te ne eri liberata andando a Parigi?! Io te l'ho sempre detto che quel ragazzo era troppo ossessivo e che aveva qualche grave problema di mente."
Mi fa la ramanzina Eduard.
"Edu, basta, dai, è già abbastanza triste e preoccupata di suo, non ti ci mettere anche tu, ora."
Interviene Adelaide, poggiando una mano sul petto del marito.
La ringrazio con un sorriso.
"Cosa è successo? Perché sei triste?"
Mi chiede, curiosi, Edu.
Simon ha certamente preso da lui la curiosità.
Addie mi guarda e, incoraggiandomi con un sorriso triste, annuisce.
Mi avvicino a lui.
"Beh, ecco...io...aspettavo un bambino..."
Dico.
Edu si blocca e mi guarda negli occhi.
"Aspetta, cosa?!"
Dice.
"Sì, ero incinta, ma..."
Inizio a dire, ma non riesco a terminare la frase che mi viene un groppo alla gola.
"Ma?"
Insiste lui.
"L'ho perso. Aborto spontaneo."
Dico, abbassando lo sguardo.
"Cacchio, no, mi dispiace un sacco, sorellina.
So quanto ami i bambini, vedrai che riuscirai, con il tuo ragazzo, ad averne un altro."
Afferma lui, allungando una mano verso di me, che afferro.
Mi tira a sé.
"Comunque, non mi piace che tu ti sia trovata un ragazzo e non mi abbia mai scritto per dirmelo. Non mi va mica giù questa cosa."
Afferma, provocandomi una risata.
"Sono maggiorenne, fratellone. So cosa faccio e con chi lo faccio."
Dico.
"Mi devo preoccupare come con quello psicopatico del tuo ex?"
Mi chiede, ridacchiando.
"Assolutamente no, è un ragazzo a posto, fin troppo gentile ed amorevole."
Dico, decisa .
"Oh, eh, allora sembra un ragazzo per bene, mi fa piacere, davvero. Sono felice che tu abbia trovato il tuo piccolo spazio felice, lì a Parigi, e che abbia trovato una persona che ti ami per davvero, per quella che sei e per come sei."
Mi dice, baciandomi la guancia.
"E perché? Io come sarei?"
Chiedo, facendolo ridacchiare.
"Calma gli ormoni, sorellina. Sei una bellissima ragazza, gentile, altruista ed amorevole."
Mi dice.
"Non hai mai pensato questo di me."
Dico.
"Invece sì, sempre, ma non te l'ho mai detto. Ora sì."
Dice.
Lo abbraccio.
"Ti voglio tanto bene, fratellone."
Affermo.
Mi stringe a sé.
"Non sai quanto te ne voglia io, sorellina."
Afferma.
Qualcuno bussa alla porta e si presenta l'infermiera di prima.
"Signorine, mi dispiace ma il tempo delle visite è finito, ed il signorino deve fare anche la visita giornaliera. Vi informo che domani sarà dimesso, alle 17:30 potrete venire a prenderlo."
Ci informa.
Annuiamo e, dopo un ultimo saluto a mio fratello, usciamo dalla stanza e dall'ospedale.
Saliamo nella macchina della bionda, butto la testa all'indietro e sbuffo.
"Che voleva il tuo ex?"
Mi chiede, mettendo in moto l'auto e partendo.
"Ha detto che sa con chi sono, cosa faccio e dove vado. In poche parole, non so come, ma è come se mi pedinasse. Ho paura...ho paura che possa fare qualcuna di male ad uno di voi, soprattutto a Kyl o Simon. Ha...ha detto che mi vuole."
Dico, massaggiandomi le braccia.
"Arriverebbe a tanto? Beh, Kyl si sa difendere, e, soprattutto, difenderebbe te in primis."
Afferma lei.
"Questo lo so. Ma ho paura delle sue intenzioni. So di cosa è capace, ma non so fino a cosa si può spingere."
Dico.
Mi accarezza la spalla sinistra.
"Non ti farà del male."
Mi dice la bionda.
"Lo spero."
Dico.
Addie accende la radio, facendo partire la musica.
"Addie, mi puoi lasciare a casa di Renée?"
Le chiedo.
Mi guarda interrogativa.
"Perché?"
Mi chiede.
"Le devo chiedere una cosa."
Dico.
Annuisce e, dopo dieci minuti, arriviamo sotto casa della mia amica. Addie parcheggia e scendiamo dall'auto. Busso al citofono e, dopo due secondi, mi apre.
Entriamo in casa sua.
"Chacha! Addie! Prego, entrate."
Ci dice, spostandosi dalla porta.
"A cosa devo questa visita?"
Ci chiede, mentre ci sediamo sul divano.
"Tu sei sempre stata molto brava al computer. Ho bisogno di chiederti un favore."
Dico, seria.
Annuisce.
"Sono a disposizione. Cosa vuoi che faccia?"
Mi chiede.
"Il mio ex stamattina mi ha scritto, sai com'è, ossessivo ed insistente. Ho bisogno che tu capisca se questo numero con cui mi ha scritto sia veramente il suo o meno e, se riesci, di capire anche dove abito. So solo che non vive più con i suoi genitori."
Le dico, mostrandole il numero.
Annuisce e se lo segna su un block notes.
"Vedo cosa posso riuscire a fare. Appena avrò informazioni, ti chiamerò."
Afferma.
Le sorrido.
"Te ne sono grata, Renée. Sei sempre stata un'amica."
Affermo, abbracciandola. Ricambia.
"Anche tu."
Dice.
Dopo un ultimo saluto, usciamo dalla sua casa e ci avviamo verso la macchina di Addie. Ci blocchiamo entrambe alla vista di una foto stampata, posata sul cruscotto dell'auto. Una foto raffigurante Simon che gioca, spensierato, in giardino, con Kyl.
Deglutisco rumorosamente.
C'è una scritta.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Where stories live. Discover now