XVIII

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Apro e strofino lentamente gli occhi. Sento un peso sul mio fianco. Volto il capo e mi ritrovo Kylian che dorme, come un angioletto. Gli do un bacino sulla punta del naso e poi scostò dolcemente il suo braccio. Mi alzo e metto i miei indumenti intimi. Il vestito, no, è troppo scomodo per stare in casa. Vedo la camicia di Kyl per terra. La prendi. È lunga e grande per me, mi starebbe con un vestito. Metto quella e abbottonò dal primo all'ultimo bottone.
Chiudo la porta e scendo al piano terra. Accendo il telefono e controllo che ore sono. Le 09:45?! Cavolo, è tardi. Mi ritrovo 15 messaggi non letti. 10 da Bebe e 5 da Ney. Decido di leggerli dopo. Adesso, vado in cucina ed inizio a preparare la colazione, sia per me che per Kyl. Alle 10:15, sento qualcuno abbracciarmi da dietro. Ho un sussulto.
"Buongiorno, bambola."
Dice una voce ancora assonnata. È Kyl. Mi lascia una scia di baci sul collo per poi prendermi per i fianchi e girarmi verso di lui. Gli accarezzo le guance.
"Buongiorno a te, francesino."
Dico sorridendo dolce.
Ricambia il mio sorriso e mi bacia poggiando le mani sul mio sedere.
"No, sto preparando la colazione."
Dico voltandomi di nuovo verso i fornelli.
"Uff...e va bene..."
Dice andando a sedere sul divano. Dopo cinque minuti, porto la colazione in tavola. Beviamo i caffè.
"Dormito bene?"
Mi chiede guardandomi negli occhi.
Annuisco.
"Sì, grazie per il pensiero."
Dico.
"Sei un buon cuscino."
Aggiungo.
"I tuoi seni lo sono di più."
Dice ghignando.
"Pervertito."
Sbuffo.
"Il tuo preferito, però."
Dice.
Gli faccio la linguaccia.
"Mi sono arrivati 20 messaggi da Neymar, cavolo vuole ora?!"
Sbotta lui.
"Ha scritto anche a me. Gli rispondo più tardi."
Dico.
Annuisce.
Parliamo un po' fino a quando non sentiamo bussare qualcuno alla prota.
"Chi cavolo è a quest'ora del mattino?!"
Esclama il ragazzo.
"Stai calmo e vai ad aprire più che altro. Io sistemo qui."
Dico iniziando a portare le tazze in cucina ed inserirle nella lavastoviglie.
Mi volto e lo spio di nascosto.
Lo vedo aprire la porta e da essa entrare un ragazzo molto simile a lui. Che sia il fratello?
Kylian lo abbraccia.
"Ehy, bro. Come mai qui?"
Gli chiede Kyl. Scompigliandogli i capelli.
"Mamma e papà avevano delle commissioni e sono venuto da te, Bro."
Dice di rimando il ragazzino.
Avrà 12-13 anni?
"Va bene, non era il momento adatto, però. Va be'."
Sbuffa il più grande.
Vedo il minore alzare un sopracciglio e guardarlo con aria sospetta.
"La ragazza che ci sta spiando è una di quelle da una botta e via, come due settimane fa, o è quella..."
Prova a dire indicandomi.
Vedo Kylian tirargli uno scappellotto sulla nuca. Lui se l'accarezza.
"Ahio, mi fai male, fratello."
Sbotta il piccolo.
"Sei un emerito cretino, Ethan."
Sbotta Kylian.
Ethan, il fratello. Va be', lo avevo capito questo. Sono due sosia.
"Comunque, sì è 'quella' ragazza."
Dice cercandomi e, dopo avermi trovata, guardandomi dritto negli occhi e ghignare.
"Uh, se fossi più grande, ci farei un pensierino anche io."
Dice Ethan.
"Cretino. Lei è mia!"
Esclama Kyl dandogli un altro scappellotto.
Arrossisco di botto e mi mordicchio un'unghia dall'imbarazzo. Esco allo scoperto. Mi sento osservata da entrambi, soprattutto dal maggiore. Mi guarda con uno sguardo come se volesse saltarmi addosso.
"C-ciao."
Balbetto.
"Buongiorno! Sono Ethan, il fratello di questo qui "
Dice avvicinandosi a me con un sorriso stampato in faccia. Ricambio imbarazzata.
"Charlotte."
Dico.
"Questo qui ha un nome, Ethan."
Dice Kyl.
Perché è come se fosse infastidito? È pur sempre il fratellino.
"Quanti anni hai, Ethan?"
Gli chiedo.
"Ne devo fare tredici tra un mese."
Dice.
Annuisco.
Vedo Kyl avvicinarsi a me.
"Bambola, vai in camera, apri il mio armadio e metto il primo completo che trovi, con questa camicia, sei troppo sexy."
Mi sussurra all'orecchio.
Lo fulmino con lo sguardo.
Annuisco.
"Vado un attimo su."
Dico andandomene.
Salgo le scale e rientro nella stanza che mi ha ospitatonfino a qualche minuto fa.
Apro l'armadio del francese e trovo un completo fatto di felpa e pantaloncini corti entrambi blu con strisce rosse e logo del PSG. Prendo quello e lo indosso, pur sapendo che mi sta grande.
Torno giù. Li trovo seduti sul divano che si fanno a botte amichevolmente.
"Ehy, ragazzi, dai basta. Sembrate due bambini!"
Esclaml.
La smettono.
Vedo Kylian guardarmi dalla testa ai piedi per poi ghignare. Mi fa segno di sedermi al suo fianco. Lo faccio. Mi circonda le spalle con un suo braccio.
"Ti sta bene."
Mi dice sorridendo.
Mi mordo il labbro inferiore.
"Grazie, ma sta meglio a te, secondo me. Sembri cicciona con questa felpa indosso."
Scherzo.
Ridacchia.
"Beh, ti stanno molto grandi."
Dice toccando il tessuto della felpa che ho preso in prestito da lui.
"È la mia felpa preferita."
Dice.
"Allora, da oggi non è più tua."
Dico facendogli la linguaccia.
"No, dai, ci sono affezionato."
Dice di gendo un muso.
"Bla bla bla, la tengo per me per sempre."
Dico.
"Concordo con lei, bro."
Interviene Ethan. Ci battiamo il pugno complici.
"Due contro uno, francesino, chi vince? Noi!"
Dico.
Io ed il fratello scoppiamo a ridere. Dopo un secondo, si unisce anche lui.
"Beh, se proprio la desideri, tienitela, te la regalo. Tanto ne ho delle altre."
Afferma.
Sento squillare il mio telefono. Lo tiro fuori e controllo chi è. Bebe.
"Scusa, devo rispondere. Se no chi la sente quando torno a casa."
Dico sbuffando e mostrandogli il contatto.
Annuisce.
Mi alzo e vado al piano superiore. Rispondo.
"Ciao Bebe."
La saluto.
"MA DOVE SEI FINITA, CHAR?!"
La sento urlare dall'altra parte del telefono.
"A casa di Kyl."
Dico.
"Cooos...a casa del tuo uomo?! No...non è successo quello che sto pensando, vero?"
Chiede dall'altro capo del telefono. La sento ghignare e balbettare qualcosa.
"Se ti è utile saperlo, sì."
Dico.
"Uh. Beh, com'è andata ieri sera?"
Mi chiede curiosa.
"Bene, che devo dire. Mi ha detto che gli piaccio."
Dico.
La sento urlare dalla gioia.
"Merda, chica! Speravo te lo dicesse!"
Sento esclamare da una voce maschile.
"Ney?"
Chiedo.
"Sì, ho passato la notte a casa vostra."
Mi dice.
"Ci andate forte voi due!"
Esclamo ridacchiando.
"Ah, non più di te e Kyky, però."
Lo sento sghignazzare.
"Ma sta zitto, scemo!"
Esclamo ridacchiando.
"Eddai, non dire che non è vero."
Ribatte Ney.
Ridacchio.
"E va bene, questa te la do per vinta."
Dico ridacchiando.
Vedo arrivare Kyl. Si avvicina a me e mi lascia un bacio a fior di labbra.
Mi prende il telefono dalle mani.
"Ney, ora mi riprendo la ragazza.... sì, certo. Ci vediamo domani ad allenamento, brasiliano!...scemo. Sì, te la saluto. A domani!"
Dice ed attacca. Mi ridà il telefono.
Lo metto in tasca.
"Tu oggi resti qui."
Mi dice.
"Ma devo tornare a casa e fare i compiti per domani!"
Esclamo.
"Non penso che se per una volta non li fai, finisca il mondo, bambola."
Dice accarezzandomi la testa.
"Lo so, però, poi mi sentirei in colpa."
Dico fingendo un muso.
"È più importante la scuola per te, rispetto a me?"
Chiede abbassando lo sguardo. Prendo il suo viso tra le mie mani e gli sorrido dolce.
"La scuola è importante, per me, Kyky. Ma tu lo sei di più. In che lingua ti devo dire che mi hai rubato il cuore?"
Affermo.
Gli si dipinge un piccolo sorriso in faccia.
"Quindi, resti?"
Mi chiede.
"Va bene, però, vedi di non farmi annoiare che se no non mi sopporteresti."
Dico.
Ridiamo.
Annuisce.
"Ti porterò in giro per Parigi, senza farci riconoscere, tranquilla."
Afferma per poi baciarmi.
Gli sorrido.
Torniamo giù.
Scrivo velocemente a Bebe che non sarei tornata a casa. Le va bene. Tanto so già che Ney resterà con lei.
"Beh, io torno a casa, mamma e papà mi hanno scritto ed hanno detto che sono appena tornato. Ci vediamo domani ad allenamento, bro!"
Esclama il piccoletto.
"Ci puoi contare, peste!"
Esclama Kyl per poi abbracciarlo.
"È stato un piacere conoscerti, Char."
Mi dice sorridendo.
Ricambio il sorriso.
Che carino!
"Piacere mio, Ethan."
Affermo.
Se ne va.
Kyl si siede sul divano. Mi metto al suo fianco ed appoggio la testa sul suo petto.
"Sai, penso che il giro per Parigi non possiamo farlo."
Dico.
"Perché, bambola?"
Mi chiede guardandomi ed accarezzandomi la testa.
"Perché non ho i vestiti adatti, non posso mica uscire con il vestito di ieri sera!"
Affermo.
"Giusto. Vorrà dire che resteremo qui a casa mia."
Dice.
"Mi dispiace, avrei voluto fare un giretto per la città."
Dico.
"Tranquilla. Nessun problema. Lo faremo un'altra volta."
Dice ghignando.
Gli do un pugno amichevole sul braccio.
"Scemo."
Dico.
Mi sistemo sul divano e mi guardo intorno. I miei occhi si fermano su uno strumento musicale. Il mio strumento preferito. Il pianoforte classico. Oltre a fare danza, faccio anche pianoforte, solo che le lezioni le ho finite l'anno scorso e lo faccio in autonomia. Sgrano gli occhi e, alzandomi dal divano, mi avvicino ad esso. È un bellissimo pianoforte nero a coda.
"Che meraviglia!"
Dico.
"Lo suoni?"
Gli chiedo.
"Beh, sì, se no non lo avrei."
Dice ridacchiando.
"Anche io lo suono, posso suonarlo?"
Chiedo.
"Certo, bambola."
Acconsente.
Mi siedo ed inizio a suonare. "My Heart Will go on" da "Titanic", il mio film preferito. Questa canzone mi fa sempre emozionare e scendere qualche lacrimuccia. Lo sento alzarsi e, di sottecchi, sedersi al mio fianco sullo sgabello.
Mi guarda sorridendo. Ricambio imbarazzata.
Appena finisco, mi copro la faccia con le mani.
"Sei bravissima, non imbarazzarti."
Afferma togliendomi le mani dalla faccia e stringendole tra le sue.
Mi regala un sorriso dolce. Ricambio.
"Ti voglio dedicare qualcosa."
Dice.
Sento di essere arrossita. Nessuno mi ha mai dedicato una canzone.
"N-no, m-mi metteresti in totale imbarazzo..."
Dico.
"Ehy, tranquilla. Non succederà niente. Ti suono solo una canzone che penso ti piacerà, permettimelo. Voglio dedicare una canzone alla ragazza più bella di Parigi ed a quella ragazza che mi ha rubato letteralmente il cuore."
Dice per poi lasciarmi un dolce bacio sulle labbra.
"Se proprio vuoi, allora suona."
Dico appena ci stacchiamo dal bacio.
Annuisce sorridendo ed inizia a suonare. Riconosco alla prima nota la canzone. "I Will Always Love You" di Whitney Houston. Tra le mi canzoni preferite in assoluto. Spalanco gli occhi dallo stupore. Come fa a piacergli? Appoggio la testa sulla sua spalla. Continua a suonare. Sorrido.
Appena finisce di suonare mi guarda dolcemente.
Gli accarezzo le guance.
"Non potevi dedicarmi canzone più bella di questa, Kyl."
Affermo e lo bacio.
Poggia le mani sui miei fianchi per poi salire fino ai seni, che stringe.
Poggio le mani sul suo petto e lo allontano leggermente.
"Non troppo in fretta, francesino. Dobbiamo capire cosa fare una giornata qui da te. Non voglio farlo solo."
Affermo.
"Sei irresistibile però. Non so come farò a resisterti."
Dice.
"Ce la farai, fidati. Che facciamo?"
Chiedo.
"Mmmh, partita alla play?"
Propone.
"Va bene, ci sto."
Dico.
Ci andiamo a sedere sul divano e tira fuori i controller della oley, me ne dà uno. Accende la TV e si collega con la Play.
Sceglie il PSG come squadra, io il Monaco. La partita ha inizio.
Dopo cinque minuti segna Kyl. È in vantaggio.
"Ma dai, non ce la farò mai io!"
Esclamo sbuffando.
"Bambola, è normale, tranquilla."
Afferma facendomi l'occhiolino.
Gli faccio la linguaccia. Continuiamo la partita che, dopo venti minuti, finisce. Ha vinto Kyl.
Fingo un broncio ed incrocio le braccia sotto il seno.
"Dai, non ti sarai mica offesa?"
Chiede ridacchiando.
Non rispondo.
No, non mi sono offesa. Sto solo fingendo. Però, non gliela do per vinta, quindi, annuisco.
"Eddai, è solo un gioco,  bambola!"
Esclama.
Non parlo.
"Ok, lo hai voluto tu."
Dice ridacchiando.
Mi si butta addosso ed inizia a farmi il sollectico.
Non resisto, scoppio a ridere. Ho sempre sofferto il solletico, maggiormente sui fianchi e sulla pancia.
"Brava, ridi. Sei bella quando lo fai!"
Afferma.
Gli faccio la linguaccia. Ribalto le posizioni ed inizio anche io a fargli il solletico. Ride. È bello.
"Anche tu sei bello quando ridi."
Dico per poi sdraiarmi su di lui ed appoggiare la testa sul suo petto. Me l'accarezza con la mano destra mentre, con l'altra, mi stringe a sé. Mi sento protetta.
Sorrido.
Sento una protuberanza spingere sul mio basso ventre. Spalanco gli occhi ed alzo la testa.
"Kyl, ma che ti prende?!"
Esclamo divenendo tutta rossa.
"È l'effetto che mi fai, bambola."
Dice ghigandno per poi passarmi il pollice sulle labbra.
"Ed hai intenzione di calmare i tuoi ormoni oppure no?"
Chiedo lasciandogli un bacio sul collo.
"Dipende da te, madamoiselle."
Afferma.
Ghigno, mi alzo e, visto l'orario, vado in cucina. Sono le 12:45, ora di pranzo. Preparo qualcosa da mangiare con le cose che ci sono in casa di Kyl. Mi sento prendere, improvvisamente, per i fianchi. Non mi dà il tempo di voltarmi che mi fa sedere sull'isola della cucina e mi bacia inserendo la lingua. Apre le mie gambe e ci si mette in mezzo. Scende a baciarmi il collo ed infila le mani sotto la felpa. Me la slaccia e la butta per terra. Toglie anche il reggiseno. Mi palpa e mi bacia i seni. Gemo dal piacere. Scende con i baci fino all'inguine. Infila una mano dentro i pantaloni della tuta e torna a baciarmi le labbra. Gli accarezzo la testa. Si stacca mordendomi il labbro inferiore. Mi bacia di nuovo il corpo. Gli tolgo la maglia che ha. Mi sfila i pantaloni. Sono nuda, solo in mutande. Si toglie velocemente i pantaloni che ha indosso e rimane in boxer. Ci baciamo appassionatamente e, con la mano destra, accarezza la mia intimità. Gemo sulle sue labbra ed inarco la schiena dal piacere. Ci sfiliamo entrambi gli ultimi indumenti intimi. Mi penetra. Parte con movimenti lenti che vanno poi ad aumentare. Nel mentre, ci baciamo. Scendo a baciargli il collo e anche a mordicchiarglielo. Lo sento ansimare e trattienere i gemiti. Gli accarezzo i pettorali fino a scendere agli addominali ed all'inguine. Inizia a spingere sempre più forte e velocemente. Gemo. Stringe le mani sui suoi fianchi e poi mi aggrappo alla sua schiena. Mi bacia il collo lasciandoci dei succhiotti. Con le mani mi accarezza la schiena fino a scendere ai glutei che stringe. Arriviamo entrambi al culmine del piacere, esce da me e viene per terra.
Lo stringo a me.
"È... è questo l'effetto che ti faccio...?"
Chiedo.
"Non solo, impazzisco alla tua presenta. Tu...non puoi capire..."
Dice mordicchiandomi un capezzolo.
Scendo dal bancone rimettendo i miei indumenti intimi e la tuta.
Si riveste anche lui.
Torno ai fornelli a cucinare. Mi abbraccia da dietro.
"Anche io impazzisco se ti vedo, Kyky. Sei speciale. Ti prego, non andartene mai, non lasciarmi mai sola. So che non siamo proprio niente noi due, però, ti voglio tenere stretto."
Affermo.
"Anche io, bambola. Anche io."
Afferma.
Dopo cinque minuti, il pranzo è pronto. Una semplicissima insalata con pomodorini.
Mangiamo.
"Triste."
Dice lui.
"Ah, non è mica colpa mia, sei tu che hai solo queste cose in casa."
Affermo.
"No, sì, infatti, mi faccio pena da solo."
Afferma.
Scoppiamo a ridere. Prendo i piatti e li metto in lavastoviglie.
Vado in salone e lo trovo seduto sul divano. Mi siedo vicino a lui apooggiando la testa sulle sue spalle. Rimaniamo in questa posizione per circa cinque minuti. Poi, sentiamo bussare alla porta.
Kylian sbuffa.
"Ora chi merda è?!"
Esclama alzando gli occhi al cielo.
"Kyl, modera i termini. Vai ad aprire su."
Affermo.
Finge un broncio ed annuisce.
Va ad aprire e sento due voci fin troppo conosciuta. Mi volto a guardare. Sono Bebe e Ney.
"E voi due ora che ci fate qua?"
Chiede Kyl facendoli entrare.
"Bro, vi siamo venuti a trovare. Ho insistito con Bebe."
Afferma sorridente Ney.
Fulmino la mia amica con lo sguardo. Lei squote le spalle.
"Buongiorno comunque."
Dice il francese.
Ney e Kyl si abbracciano.
"A te, bro!"
Esclama il brasiliano.
Mi avvicino a Bebe.
"È stato tutto il tempo a casa con te?"
Le chiedo mentre i due ragazzi chiacchierano.
Annuisce.
"E cosa avete fatto?"
Chiedo.
"Ah, niente di che. Dopo pranzo, come ti ho detto, mi ha provato in quel parco, poi mi ha riaccompagnata a casa, verso le 19, ed io ho insistito che restasse. Beh, immagino che tu abbia capito com'è andata a finire."
Afferma ridacchiando.
Annuisco.
"Immaginabile."
Dico.
"E voi? Che ti ha detto? Cosa vi siete detti?"
Mi chiede, curiosa, sorridendo.
"Non penso sia un momento adatto per parlarne."
Dico indicando con la testa il mulatto.
Annuisce.
"Ne riparleremo domani. Ah, ecco. Domani Ney mi ha invitata all'allenamente, ha detto che, se voglio, posso portare qualcuno con me. Vuoi venire?"
Mi propone.
Mi viene in mente Ethan ed il fatto che domani ha anche lui allenamento.
"Oh, beh, sì, certo."
Dico abbozzando un sorriso.
"Che c'è?"
Mi chiede.
"Oh, niente."
Dico.
"Ah, comune stai bene con questa tuta."
Afferma ghignando.
Le faccio la linguaccia.
"Scema."
Dico.
"Ah, e ti consiglio di truccarti domani."
Dice ghignando nuovamente.
La guardo interrogativa.
"Beh, sai, hai un succhiotto moooolto evidente sul collo."
Mi dice.
Sgrano gli occhi.
Mi avvicino a Kyl.
"Dov'è il bagno?"
Gli chiedo.
"Seconda stanza a sinistra al piano di sopra."
Mi dice.
Annuisco e, dopo essermi scusata, corro di sopra.
È grandissimo questo bagno.
Mi osservo allo specchio e vedo, sul lato destro del collo, un segno violaceo abbastanza evidente, anzi molto. Kyl, sei normale?
Sento qualcuno entrare nel bagno ed abbracciarmi da dietro.
"Che hai?"
Mi chiede Kyl.
"Niente, però, qualcuno mi ha fatto un succhiotto che non so se domani riuscirò a coprire con il fondotinta."
Dico dandogli uno scappellotto sulla nuca.
"Non mi sembra ti sia dispiaciuto, però."
Afferma ghignando.
"Scemo."
Dico.
Esce dal bagno. Si ferma e si volta a aguardarmi.
"Ho marchiato il territorio, almeno sanno, i tuoi amichetti, che non appartieni a nessuno all'infuori di me."
Afferma per poi ghignare ed andarsene.
Torna giù. Dopo un minuto, esco dal bagno anche io.
Vedo Ney avvicinarsi a me.
"Ehy, chica. Come va?"
Chiede ridacchiando.
"Bene, obrigada. Te?"
Dico.
"Bene bene, comunque la tua amica ci sa fare."
Mi dice a bassa voce.
Gli do uno scappellotto sul braccia.
"Ma certo che voi due maschi siete proprio dei pervertiti!"
Esclamo.
Poi, mi butto sul divano e fingo un muso incrociando le braccia sotto il seno.
Sento Bebe ridacchiare.
Sento qualcuno sedersi sul divano. È Kyl. Si sdraia ed appoggia la testa sulle mie gambe.
"Ti sei offesa?"
Mi chiede ridacchiando.
"Sì."
Mento.
Inizia a farmi il solletico. Rido.
"Ehm, ragazzi, non pensiamo di essere invisibili."
Interviene Ney.
Io e Kyl gli facciamo la linguaccia e scoppiamo tutti a ridere.
"Che facciamo?"
Chiedono i due sedendosi sul divano.
"Non ne ho la più pallida idea."
Dice Kyl.
"Usciamo?"
Propone Ney.
"Mi piacerebbe, ma qui qualcuno non ha vestiti decenti."
Afferma Kyl guardandomi e ghignando.
Gli do uno scappellotto sulla nuca.
"Sei uno scemo."
Dico.
"Nessun problema."
Dice Bebe ridacchiando e tirando fuori da una busta dei vestiti di ricambio.
Sgrano gli occhi.
"Ma io ti adoro!"
Esclamo abbracciandola.
"Lo so, lo so, sono la migliore."
Dice lei.
Le faccio la linguaccia. Scoppiamo tutti a ridere.
"Vado a cambiarmi."
Dico salendo e chiudendomici bagno. Tolgo la tuta e metto i vestiti che mi ha portato Bebe. Un top bianco e dei jeans neri. Mi sistemi velocemente i capelli. Esvo dal bagno, metto a posto la tuta e recupero il vestito di ieri sera, che infilo nella busta portata da Bebe. Torno giù.
"Bene. Possiamo andare, penso."
Dico.
"Eh no, eh. Mi devo cambiare io, ora."
Afferma Kylian andando su.
"Ci avete dato dentro questa notte, eh!?"
Esclama Ney.
"Idiota. Comunque, se ti fa stare più tranquillo, sì. Voi?"
Dico ghignando.
"Oh, beh, ho già espresso la mia."
Dice.
Alzo gli occhi al cielo ridacchiando.
Dopo cinque minuti, Kyl torna giù. Ha indosso una felpa azzurra della Nike e dei jeans anch'essi azzurri a cui ha abbinato un paio di Nika, quelle nuove, uscite qualche settimana fa.
Sta benissimo. Sembra una divinità greca.
"Non sbavare, scema!"
Sento dire da Bebe.
La fulmino con lo sguardo.
Ridacchia.
"Vogliamo andare, raga?"
Chiede Kyl.
Annuiamo.
Annuisce.
Prende la chiavi di casa ed usciamo dalla sua gigantesca villa.
Iniziamo ad incamminarci per le strade della nostra città. Più che strade, vicoli, poco affollati e conosciuti. I due calciatori hanno in testa due cappelli con visiera, per non farsi riconoscere. Camminano a testa bassa. Alzano gli occhi da terra solo per guardarci. Vedo Ney prendere per mano la mia amica ed incrociare le dita con le sue. Mi mordo il labbro inferiore. Come vorrei che anche Kyl lo facesse a me.
"Che c'è?"
Mi chiede il francese guardandomi.
Scuoto la testa.
"Niente, niente. Tranquillo."
Dico.
Continuo a guardare le mani dei due ragazzi di fronte a noi. Lo nota.
"Ho capito co'hai."
Afferma ghignando.
Prende la mia mano destra e la stringe nella sua incinciando le sue dita con le mie.
Mi guarda sorridendo. Ricambio.
"Vorrei tanto baciarti su quelle cavolo di labbra, ma non posso."
Dice.
"Perché?"
Chiedo.
"Perché c'è sempre qualche fanatico del cavolo pronto a fotografarci pur di fare gossip, c'è sempre."
Afferma stringendo in un pugno la mano libera.
"Ehy, ehy, stai calmo, ok?"
Dico accarezzandogli le guance con la mano sinistra.
"Mi piaci troppo, bambola."
Afferma.
"Anche tu."
Dico.
"Ehy, piccioncini! Forza, venite!"
Esclama Neymar.
Ridacchiamo e li raggiungiamo.
"Char, vedi anche tu quello che vedo io?"
Mi sento chiedere da una Bebe euforica.
La guardo interrogativa.
Mi indica la vetrina di un negozio davanti a noi. Mi volto e spalanco subito gli occhi.
No, non è possibile. È una cosa che abbiamo sempre desiderato, io e Bebe. L'Iliade in greco antico con traduzione in francese. Entrambe siamo appassionate di mitologia.
"Non ci posso credere, Bebe!"
Esclamo.
"Entriamo?"
Mi propone.
"Ma costerà una pazzia, non ce la possiamo permettere!"
Esclamò.
"Facciamo solo un giro, daii!"
Insiste.
Sbuffo e la fulmino con lo sguardo
"Veloce però."
Dico.
Annuisce.
Entriamo dentro il negozio.
Ci sono tante cose interessanti, libri e strumenti musicali antichi. Vedo Bebe prendere prendere l'Iliade ed andare alla cassa. Sgrano gli occhi.
"Avevamo detto di no!"
Esclamo.
"Lo so, ma entrambe la vogliamo, perché non prenderla, ne abbiamo l'occasione."
Afferma.
"Ma sei cretina?! Hai capito quanto costerà?!"
Esclamo a bassa voce per non farmi sentire.
"Buon pomeriggio ragazze, come posso esservi utile?"
Ci chiede un'anziana signora.
"Oh, vorremmo sapere quanto viene a costare questo."
Dice Bebe indicando l'Iliade.
"Costa 180€."
Ci dice.
La mia amica annuisce.
"Possiamo avere un minuto?"
Chiedo.
L'anziana annuisce e va in un ripostiglio.
"Ma sei matta?! Sei seria?! La vuoi veramente comprare!?"
Esclamo.
"Più seria di così."
Dice tirando fuori il portafogli.
Torna la vecchietta. Sbuffo e tiro fuori anche io il portafogli, non le permetto di sborsare da sola 180€. Facciamo per pagare, ma veniamo fermati da sei banconote che vengono possiate sul bancone, due bambinote da 50€ e quattro da 20€.
"Grazie mille."
Dice la signora prendendo i soldi e posandoli nella cassa. Ci mette il libro in una busta rigida e Bebe la prende.
"Contente ora?"
Ci chiedono due voci alle nostre spalle.
Kyl e Ney.
Li fuominjamo con gli sguardi.
Usciamo dal negozio.
"Ma siete scemi voi due?!"
Esclamo.
"Non mi sembra proprio."
Dice il mulatto.
"Ma perché?!"
Esclama Bebe.
"Ma dai, senorite. Vi eravate messe a discutere per decidere se prendere o meno quel coso e, quando vi siete decise, abbiamo deciso di pagare noi."
Afferma Neymar.
"E ti sembra una scusa plausibile, brasiliano dei miei stivali?!"
Esclamo guardandolo truce.
"Prego, comunque."
Interviene Kyl.
Lo fulmino.
"Non dovevate, dico davvero."
Dico.
"Infatti."
Dice la mia amica.
"È stato un piccolo piacere, tranquille. Continuiamo la nostra passeggiata?"
Propone il brasiliano.
Annuiamo.
Stavolta, al mio fianco c'è Ney.
"Sai, non ho mai visto Kyl così felice con una ragazza, neanche con la sua ex era così."
Mi dice.
Mi mordo il labbro inferiore. Non lo sapevo.
"Davvero?"
Chiedo.
"Non mento mai, chica. Beh, devo dire, però, che Kyky ha scelto bene la ragazza."
Afferma il brasiliano ridacchiando.
"Così mi metti in imbarazzo."
Dico coprendomi il volto con le mani.
"Ahahaha, ma dai. Guarda che il mio è solo un complimento!"
Afferma sorridendomi.
Ricambio.
"Non sono bella."
Dico.
"Oh, sì, che lo sei. Di sicuro di più rispetto a tutte le modelle esistenti al mondo, chica."
Dice facendomi l'occhiolino.
"Ora non esageriamo."
Dico.
"Non è esagerare, sono tutte rifatte quelle. Tu sei naturale e sei bella così."
Mi dice.
"Grazie."
Dico.
Mi sorride.
Mi sento tirare indietro da due braccia Possenti. Scaccio un piccolo urletto.
"Shh, tranquilla, sono solo io."
Mi sussurra qualcuno per poi lasciarmi un bacio sul collo.
È Kyl.
Mi prende per mano e me la stringe.
"Qualsiasi cosa ti abbia detto Ney, sappi che sei solo mia."
Mi sussurra sensualmente all'orecchio.
"E tu sappi che mi ha semplicemente detto che sono bellissima."
Dico vantandomi. Naturalmente, per finta. Non mi vanto affatto del mio aspetto.
"Dopo me la paga."
Dice il francese ridacchiando.
"Ma no dai, comunque è simpatico."
Dico riferita a Ney.
"Lo so, è il migliore, ha sempre la battuta pronta."
Dice Kyl.
Annuisco.
Continuiamo a passeggiare e chiacchierare del più e del meno. Arriviamo davanti alla Sorbonne. Ci fermiamo.
"Be', senorite. Mi sa che ci salutiamo qui."
Dice Ney.
"Vorrei rimanessi a casa! Ma c'è qualcuno d'intralcio."
Esclama Bebe abbracciandolo e poi fulminandomi con lo sguardo. Le faccio la linguaccia ed alzo gli occhi al cielo ridacchiando. Lui le accarezza la testa e le lascia un bacio tra i capelli.
Che dolci. Sorrido spontaneamente.
Sento qualcuno afferrarmi la mano destra. Mi volto. Kyl si porta la mia mano all'altezza del suo viso e vi lascia un dolce bacio. Non faccio altro che arrossire.
"Vorrei portarti a casa mia, bambola."
Afferma puntando i suoi occhi nei miei.
Contatto visivo.
Ritiro la mano e gli poggio l'indice sul petto spostandolo un po'.
"Frena gli ormoni, francesino."
Dico.
Ghigna.
"Comunque, ragazze, domani fatevi trovare pronte alle 16:00, passiamo a prendervi con la mia macchina."
Ci dice Ney.
Annuiamo.
Li salutiamo e torniamo a casa.
Andiamo ognuna nelle proprie camere. Faccio tutti i compiti per domani e provo ad anticipare qualcosa per martedì, visto che domani ho la lezione di recupero di danza della scorsa settimana.
Alle 20:00, scendo in cucina e preparo due piatti di pasta. Chiamo Bebe e ceniamo. Poi, ci laviamo e guardiamo un film in TV. Alle 23:15, andiamo a letto.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Where stories live. Discover now