XLIII

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Un raggio di luce si appoggia sui miei occhi, portandomi ad aprirli, li stropiccio e sbadiglio. Sento un peso sul mio corpo, abbasso lo sguardo e vedo Ky che dorme beato, con la testa poggiata sui miei seni. Sorrido e gli faccio delicati grattini su spalle e nuca. Dopo cinque minuti, lo sento mugolare e sbadigliare. Si porta una mano sul viso e si stropiccia gli occhi.
Si alza, mantenendosi sui gomiti.
Mi guarda e sorride.
"Ma buongiorno, frenchie."
Dico, accarezzandogli il volto.
"Buongiorno, cherie."
Dice, con la voce ancora impastata con il sonno.
Mo ruba un bacio sulle labbra.
"Daiii, con gli aliti brutti ci baciamo?"
Dico, ridacchiando.
"Non me ne frega niente, siamo fidanzati e ti voglio e ti posso baciare quando mi pare e piace."
Dice.
Ridacchio.
"Lo so, ma..."
Provo a ribattere, però mi bacia a stampo.
"Niente ma, cherie."
Dice, andando in bagno a sciacquarsi il viso.
Mentre lui è in bagno, decido di vestirmi comoda per uscire alle 11:00 con Edu e Addie. Opto per una maxi maglia bianca a maniche corte con la scritta "I ❤️ you, baby", degli short celesti a cui abbino le mie Adidas preferite.
"Mmmh, l'hai messa per me, questa maglia?"
Chiede Kyl, tornando in camera.
Gli faccio la linguaccia.
"Chissà, forse sì, forse no."
Dico, baciandogli la guancia e rubandogli il posto in bagno, sciacquo il viso e la bocca.
"Andiamo a fare colazione?"
Mi chiede il mulatto, annuisco.
Annuisco.
"Chi arriva ultimo oggi paga la pizza!"
Esclamo, uscendo dalla stanza di corsa.
"No, non mi freghi nel correre!"
Esclama il mio ragazzo alle mie spalle e, con uno scatto, mi sorpassa, arrivando in salotto.
Appena finisco di scendere le scale, fingo di essermi offesa e lo guardo male.
"Eddai, non ti sarai mica offesa, cherie?"
Dice, facendomi un buffetto sul naso.
"No, per colpa tua, però, mi tocca pagare per tutti."
Dico, sorpassandolo e avvisandomi verso la cucina. Improvvisamente, mi sento prendere alle spalle e tirarmi su, caccio un urletto, essendo stata colta di sorpresa.
"Eh no, non ti lascio mica andare di là se mi tieni il muso!"
Afferma.
Ridacchio.
"Dai, Ky, lasciami! Scherzo, mi fa piacere pagare, così non paghi sempre e solo tu!"
Esclamo.
"Per me non è un problema, lo sai, mi fa piacere pagare, non devi stare a spendere soldi per me."
Dice.
"Lo so, ma non voglio che paghi tutto tu anche per me. Facciamo così, scommessa o non scommessa, oggi pago io."
Affermo.
Ammicca un sorriso e mi bacia a fior di labbra.
"Se lo desideri, va bene."
Dice.
Gli sorrido e poi entro in cucina, dove trovo mamma ed Addie già in piedi.
"Buongiorno!"
Saluto, baciando loro le guance.
"Buongiorno, amore."
Mi saluta mamma, accarezzandomi il volto.
"Buongiorno, amo."
Mi saluta Addie, sorridente.
Ricambio il sorriso.
"A te, tesoro."
Dico.
"Per che ore pensate di tornare oggi?"
Ci chiede mia mamma, riferendosi all'uscita che abbiamo organizzato.
"Per le 15:30/16:00 dovremmo essere a casa."
Dice Addie.
"Bene, allora per cena ci siete."
Dice mamma.
Annuiamo.
"Su, aiutatemi a portare questi a tavola!"
Ci incita mia mamma, lasciandoci tra le mani dei vassoio contenenti dei biscotti ed una torta fatta in casa, una ciambella al cioccolato fondente, che mangio danquando sono piccola.
Sorrido gioiosa.
Mamma mi sorride.
"L'ho fatta per te, cara, so quanto ti piaccia."
Afferma mamma.
Le sorrido
"Grazie, ti voglio bene."
Dico.
Usciamo dalla cucina e portiamo i vassoio a tavola, dove troviamo il resto della famiglia a tavola. Mi siedo al solito posto, al fianco di Ky, che mi sorride.
Facciamo colazione tra chiacchiere e risate.
Appena finita colazione, io ed Edu aiutiamoamma a sparecchiare e mettere a posto, cosa che facevano sempre da piccola.
"Ragazzi, ad aiutare me perdete tempo per uscire, su, andate."
Ci caccia mamma dalla cucina.
"Ma..."
Provo a ribattere.
"Nessun ma tesoro, ora vai...andate."
Dice, ridendo.
Io ed Edu ci guardiamo sbigottini.
"Su, buona giornata, ragazzi, tornate presto!"
Ci saluta mamma, per poi rifugiarsi in cucina.
Sentiamo gli sguardi di Kyl, Addie, Simon e papà addosso. Scoppiano tutti a ridere.
"Ma cosa ci ridete voi?!"
Esclama, fingendosi offeso, Edu.
"Oh, niente, assolutamente niente...guardate le vostre facce, però."
Afferma Ky.
Gli faccio la linguaccia.
"Dai, su, non hanno fatto una faccia poi così divertente!"
Prova a difenderci Addie, ridacchiando sotto i baffi.
"Non ci credi neanche tu!"
Esclama Ky.
"Mi dispiace, ma stavolta do ragione a lui!"
Esclama, ridendo, mia cognata.
"Ve la faremo pagare!"
Esclama mio fratello, andando a fare il solletico alla moglie, che ride.
Mi avvicino a Kyl.
"Non penso tu soffra il solletico."
Dico.
Ridacchia.
"No, infatti, ma tu si!"
Esclama, iniziando a farmelo.
"No...ahahaha, smettila dai!"
Dico, ridendo.
Si ferma e mi bacia all'angolo delle labbra.
"Ti amo!"
Sussurra alio orecchio.
"Anche io."
Dico, baciandogli la guancia.
"Su piccioncini, mettetevi le scarpe che usciamo, se no non si esce più conoscendo le tempistiche della mia sorellina!"
Esclama, scherzo, mio fratello,nche, in cambio, riceve una linguaccia da me.
"Dai, andiano a prendere le scarpe."
Mi incita Ky.
Annuisco e saliamo in camera mia, prendo un paio di scarpe alla cieca, non ho voglia di fare abbinamenti, oggi.
Poi, torniamo giù e, dopo aver salutato i miei genitori e Simon, che ha preferito restare a casa con i nonni, usciamo di casa e saliamo nell'auto di Addie. Dopo solo 15 minuti di auto, arriviamo nei pressi del centro, Addie parcheggia in un parcheggio pubblico e ci avviamo, insieme, verso il centro. Io sono mano nella mano con Ky, che si è messo il suo cappello della Nike con visiera abbassata ed occhiali da sole, in più anche uno scalda collo alzato sulle labbra, giusto per non farsi riconoscere.
Facciamo giri lungo le strade più conosciute di Nizza, il centro, andiamo addirittura in un parco che ha un terrazzo dalla vista spettacolare sul mare e l'orizzonte. Mamma e papà ci portavano quasi ogni sera qui, per farci ammirare il tramonto. Sorridendo, mi volto verso Edu, che sta parlando con Addie.
"Edu, ti ricordi? Ricordi quando mamma e papà ci portavano qui al tramonto?"
Chiedo, con il tono quasi da bambina.
Ho dei ricordi meravigliosi, passati qui, insieme alla mia famiglia.
"Ci puoi contare, sorellina. Erano i tramonti più belli della mia vita. Ricordi l'ultima volta che ci siamo venuti? Prima che partissi per Parigi, lo ricordo come se fosse ieri. Tu non piangevi, noi quasi stavamo per scoppiare. Non piangevi perché, dicevo,btibsaresti portata dentro tutto e tutti, tutte le belle giornate ed i momenti spensierati passati qui, con noi. Ecco, è come se tu fossi ancora qui con noi, anche se, fisicamente, vivi a Parigi."
Afferma, dolcemente, mio fratello.
Non mi ha mai detto parole così belle.
"Io non ti riconosco più, ceh...non mi hai mai detto parole così belle."
Dico, buttandogli le braccia al collo.
Mi stringe forte.
"Nizza ti aspetta sempre, ricordatelo. È sempre casa tua."
Dice, baciandomi la guancia.
"Lo so, casa mia è dove ci sono le persone a cui tengo di più. Le mie case, ora, sono Nizza e Parigi."
Dico, guardando, con uno sguardo pieno d'amore, Kyl, che sorride.
"Ok, ragazzi, la situazione sta degenerando, quindi, direi di tornare in centro e fare vedere altro a Kyl."
Interviene Addie, scatenando una risata generale.
Torniamo indietro e portiamo Ky in una stradina meno affollata delle altre. Anche di questa strada ho tanti ricordi, ma brutti, questa volta, ricordi legati al mio ex. Stringo, d'istinto, la mano di Ky, che mi guarda interrogativa.
"Niente, scusa."
Dico, mordicchiandomi il labbro inferiore.
"Dimmi la verità."
Dice.
"No, davvero niente."
Dico.
"Cherie, c'entra il tuo ex?"
Chiede.
Dannazione, ma sono così prevedibile?! O è lui che mi capisce così in fretta?!
Annuisco.
"Non pensarci, ok? Fai come se non fosse mai esistito."
Dice.
Sorrido e gli bacio l'angolo delle labbra.
"Sono cose a cui non smetto mai di pensare, Kyky."
Dico, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Mi circonda le spalle con il suo braccio destro e mi bacia la tempia.
"Ora, sei circondata da persone che ti amano per davvero, non farti più problemi inutili."
Dice.
Mi stringo a lui.
"Hai ragione, sai?"
Dico.
"Modestamente, ho sempre ragione."
Dice, scherzosamente.
Ridacchio.
"Ma che vanitoso!"
Dico.
"Chacha, vuoi passare per di qua o meno?"
Mi chiede Edu.
"Sì, tranquillo. Andiamo pure."
Dico, sorridendo e stringendo la mano di Kyl.
Edu mi sorride ed annuisce.
Percorriamo quella stradina che non avrei mai pensato di riuscire a percorrere senza piangere.
Ci ritroviamo nella seconda piazza della città, piazza più viva, con tanti negozietti sia di pizze, panini e kebab sia di abbigliamento e di altre cose varie.
Verso le 12:50/13:00, decidiamo di mangiare qualcosa.
"Spicchio di pizza per pranzo?"
Propone Addie.
"Come ai vecchi tempi, direi di sì."
Dico, illuminandomi.
"Ma tu sei un caso a parte, quando si parla di pizza, tu ami la pizza, tesoro."
Dice Edu, ridendo.
Lo guardo male e gli faccio la linguaccia.
Ky ridacchia.
"Che ti ridi tu?!"
Dico, tirandogli uno schiaffettino sul braccio.
"Niente, cherie."
Dice, circondandomi le spalle con il braccio.
"Che gusti volete? Le vado a prendere io."
Dice Edu.
"Io margherita, amore."
Dice Addie.
"Margherita anche per me."
Dico.
"Stessa per me."
Si unisce Ky.
Edu annuisce ed entra in pizzeria per poi uscirne dopo dieci minuti con le pizze tra le mani, dandocele.
Iniziamo a mangiare mentre ci avviamo verso un vicoletto vuoto, silenziono, ma ben illuminato e con tanti negozietti, che, purtroppo, sono chiusi, mi ci sarei voluta fermare volentieri.
Stiamo tranquillamente passeggiando e chiacchierando, io ed Addie siamo mano nella mano dei nostri uomini quando, involontariamente vado a sbatgere contro qualcuno e i tovaglioli della pizza che avevo tra le mani finiscono per terra.
Mi abbasso per riprenderli, ma vengo preceduta dalla persona contro cui sono sbattuta.
Alzo lo sguardo per ringraziare, ma, appena posso lo sguardo nel suo, spalanco gli occhi e quasi mi sento svenire, sono certa di essere sbiancata.
"Ciao, Charlotte, è un piacere rivederti."
Dice Lui, il mio ex, con il tono più calmo possibile.
Spalanco di più gli occhi.
Sento una mano poggiarsi sulla mia spalla.
"Non penso che mia sorella sia più interessata a te."
Dice, con tono duro mio fratello.
"Ah sì? Ed a chi sarebbe interessata ora? Ad un calciatore di quattro soldi?!"
Mi sfotte Lui, squadrandomi da capo a piedi.
Sento Kyl che stringe forte la mia mano.
"Osa chiamarlo di nuovo così e ti spacco la faccia, sono stata chiara?"
Chiedo, fredda.
"Uh, guarda, sto tremando di paura. Tu, più che altro, perché te ne sei andata senza neanche lasciarmi la possibilità di sistemare le cose?"
Mi chiede.
"Sei un bastardo, quando ti ho dato un'ultima opportunità l'hai sprecata. Me ne sono andata perché lo dovevo fare ed ora a Parigi sto bene. Bene, capito? E tu non sei nessun per farti vivo e rovinare tutto."
Dico a denti stretti.
"No, sono qualcuno, sono stato il tuo fottuto fidanzato per un bel po' e tu mi hai mollato."
Dice.
"E secondo te perché ti ho mollato?! Eri ossessivo, troppo. Non facevi per me, mi chiedevi, non mi facevi uscire. Non ti passava per la testa che, per avere una buona relazione, c'è bisogno di libertà?!"
Esclamo.
"E la vuoi avere con lui? Un calciatore che guadagna non so quanto all'anno?!"
Esclama, indicando Kyl.
"Guadagnerò tanto, ma le tratto bene le donne, a differenza tua."
Dice Kyl, con tono abbastanza arrabbiato.
"Ma certo, guarda."
Dice, alzando gli occhi al cielo, il mio ex.
Vedo Kyl fulminarlo con lo sguardo.
"Non mi sfidare."
Dice solo, il mulatto.
"Oh, guarda, ho una paura boia. Charlotte, io e te dobbiamo parlare, seriamente, senza che nessuno, neanche il tuo amichetto."
Dice, per poi provare ad allungare la mano verso il mio viso.
Improvvisamente, la mano di Kyl gli blocca il polso.
"Osa solo toccarla e ti stacco la testa dal collo, è solo un avvertimento."
Dice, duro, il mio ragazzo.
"Non ho paura di te, ho fatto box, la faccia te la spacco io."
Dice, sfidandolo, il mio ex.
"Non ci vuole tanta forza per tirarti un pugno in faccia."
Ribatte il mulatto.
"Attento a quel che fai, che poi non puoi correre più nel campo."
Dice l'altro
"Io starei attento a quel che dici ed a chi lo dici, soprattutto. Non per forza uno che non fa box non sa tirare pugni."
Dice Ky.
Ok, la situazione sta degenerando.
"Ok, basta, fermatevi. Non...non c'è sempre bisogno di ricorrere alla forza ed alla violenza. Ky, dai, ti prego."
Dico, provando a tirare indietro il mio ragazzo.
"Dopo che ti tratta così dovrei smetterla?"
Mi chiede Ky.
"Sì, tanto è un caso perso lui..."
Dico.
"Ohhh, ma guardate come bada al suo fidanzatino...ma per favore, fate schifo, stavi meglio con me. Fai la puttanella con tutti?!"
Esclama il mio ex.
Vedo Kyl diventare rosso dalla rabbia e spalancare gli occhi dallo stupore. Non l'ho mai visto così.
Con un movimento fulmineo, si volta verso di Lui e gli sferra un pugno in faccia.
Lui quasi cado e si porta una mano al naso, sanguinante.
"Tu...dalle ancora della puttana e ti spacco la faccia. Ora, vattene e non farti più vedere. Anzi, sai che ti dico? Se ti fai ancora vedere in giro e la fermi, chiamo la polizia e ti denuncio, per oggi e per quello che hai fatto fino a qualche giorno fa!"
Esclama, serio e freddo, Kylian.
Lo vedo deglutire, si alza in piedi e, traballando, se ne va.
Scoppio in lacrime.
Edu mi si avvicina e mi stringe al suo petto.
"Va tutto bene, sorellina. Va tutto bene...calmati, ora."
Dice, baciandomi la testa.
"Dai, Chacha, quel bastardo non penso si farà più vivo. Su, non piangere."
Mi consola anche Addie.
Edu mi allontana da sé e mi bacia la fronte.
Vengo avvolta da altre due braccia forti.
"Scusami, cherie, non ci ho visto più quando ti ha fatto della puttana."
Dice Ky.
Gli butto le braccia al collo e scoppio di nuovo a piangere.
Mi stringe forte.
Prende il mio viso tra le sue mani e, con i pollici, mi asciuga le lacrime.
"Non piangere, amour, no...da oggi, mi sa tanto che non ti farà più niente, e poi, ci sono io con te, non avere mai paura quando sono con te, ti proteggerò sempre."
Dice.
Ammicco un sorriso e gli bacio le labbra.
"Ky, voglio tornare a Parigi..."
Dico.
"Abbiamo domani il volo, tranquilla."
Dice.
"Chacha, te la senti di fare un altro giro o vuoi andare a casa?"
Mi chiede Edu, preoccupato.
"Possiamo andare a casa?"
Chiedo.
"Ma certo, dai, avviamoci verso la macchina, non è lontana da qui."
Dice mio fratello.
Annuiamo ed usciamo da quel dannato vicoletto.
Dopo dieci minuti circa, raggiungiamo l'auto ed entriamo, Addie mette in moto e parte, durante il breve tragitto appoggio la testa sulla spalla di Kyl e sospiro.
Poggia la mano nel mio interno coscia e mi fa dei grattini.
"Non pensarci più."
Dice.
"Non...pensare che io stia con te per i soldi."
Dico.
Sorride.
"Non lo penso."
Dice.
Mi appoggio al suo petto e mi lascio cullare dal suo battito cardiaco.
Dopo poco, arriviamo a casa, appena entriamo, troviamo mia mamma, che, nel vederci, si alza di scatto.
"Ciao, ragazzi. Vi siete divertiti?"
Chiede, venendoci incontro.
"Poteva andare meglio."
Dico solo, avvisandomi fuori in giardino a passo svelto.
Mi siedo per terra e mi perdo a guardare per terra.
Sento qualcuno sedersi al mio fianco, mi volto e vedo mio papà.
"Amore mio, è successo qualcosa?"
Mi chiede.
Lo guardo e sento le lacrime agli occhi.
Mi prende per le spalle e mi abbraccia.
"Non piangere principessa di papà. Vuoi dirmi cosa ti è successo? Hai litigato con Ky?"
Chiede.
"N-no, l-ui non c'entra niente...ab-abbiamo incontrato il...il mio ex...quel...quel figlio di buona donna mi...mi habdato della puttana, solo perché sto con Ky, un calciatore...e Ky, si è incazzato per come mi aveva chiamata e gli habtirato un pugno..."
Spiego in breve, tra le lacrime.
"Beh, se ti può consolare, io gli avrei spaccato la testa in due...ti ho sempre detto che quello non era il ragazzo per te."
Dice papà.
Annuisco.
"Ora non pensare più a lui, hai un ragazzo fantastico al tuo fianco, che ti proteggerà sempre, come ha fatto oggi. Vai a lavare questo bel visino, ti voglio vedere raggiante."
Dice, asciugandomi le lacrime ed aiutandomi ad alzarmi.
Lo abbraccio.
"Grazie papà, ti voglio bene."
Dico.
"Non sai quanto io, tesoro."
Dice.
Entro in casa con un piccolo sorriso stampato sul volto, tutti mi guardano, mia mamma è preoccupatissima, ma vedo che papà le fa segno di stare tranquilla.
"Scusate, vado un attimo in bagno."
Dico, per poi salire le scale ed arrivare alla mia camera.
Vado in bagno e mi sciacquo due volte la faccia.
Quello così come è riapparso, così deve scomparire.
"Ehy, stai bene?"
Mi chiede la voce del mio ragazzo.
Sussulto e mi volto verso di lui, appoggiato allo stipite della porta.
Sorrido.
"Sì, sto bene. Scusami... è che...non pensavo che lo avremmo incontrato."
Dico.
"Cherie, basta. Non pensare più a lui. Pensa a noi ed a quello che siamo, pensa al fatto che sei circondata da persone che ti vogliono un mondo di bene, non ad altro."
Dice.
Lo abbraccio.
"Lo so, Ky, lo so."
Dico.
"Ed allora, perché continui a pensare a lui?"
Chiede.
"Io non penso a lui, è Nizza che me lo fa tornare in mente."
Dico.
"Capisco...ma qui a Nizza, hai anche la tua famiglia, e noi siamo qui per la tua famiglia, non per farti rovinare le vacanze da quello, chiaro?"
Dice, accarezzandomi il volto.
"Questo è l'ultimo giorno che stiamo qui, Ky...stavo pensando, e, durante le vacanze di Natale, invitassimo i miei a Parigi, così facciamo conoscere anche le nostre famiglie e passiamo un po' di tempo tutti insieme?"
Propongo.
"Ci sta, ma vengono anche prima, voglio organizzare la festa del mio compleanno, il 20 dicembre, e voglio che tu e la tua famiglia ci siate, assolutamente."
Dice.
Sorrido.
"E secondo te non vengo alla festa del mio ragazzo?"
Dico.
"Mai, cherie."
Dice.
"Sai, mi sa che sto cambiando idea, non ci sarò."
Dico, fingendomi seria.
Mi guarda strano ed inizia subito a farmi il solletico ai fianchi. Inizio a ridere.
"Ahahah, no...ti prego, ahahaha!"
Riesco a dire tra le risate.
Mi butta sul letto e continua a fare il solletico.
"No, ahahaha, scherzavo! Certo che verrò! Ahahaha, basta solletico!"
Esclamo, ridendo.
Si ferma e sorride vittorioso.
"Sei un bambino troppo cresciuto."
Dico.
"E tu una bambina troppo cresciuta."
Dice.
Ammicco un sorriso.
Vedo il suo sguardo sulle mie labbra.
"Che c'è?"
Chiedo.
Scuote la testa e poggia la testa nell'incavo del mio collo.
"Ogni volta che ti guardo, sei sempre più bella."
Dice.
Sento di essere arrossita.
Prende la mia mano sinistra nella sua destra ed intreccia le nostre dita.
"Così mi fai imbarazzare, però."
Dico.
"Non devi, non con me."
Dice.
"Lo sai che mi devo ancora abituare a tutti questi complimenti."
Dico.
Ridacchia.
"Pensavo ti fossi abituata."
Dice, baciandomi la mano.
"Non è facile abituarsi a così tanto amore."
Dico.
Mi bacia il collo.
"Oserei dire che, in parte, ti sei già abituata."
Dice.
Ridacchio e lo guardo negli occhi.
"Con te è facile."
Affermo.
"Modestamente, lo so. No, comunque, a parte gli scherzi, non voglio farti soffrire, voglio solo vederti sorridere, per me, l'importante è che tu sia felice."
Dice.
Sorrido e lo bacio, accarezzandogli il volto.
Porta la mano destra nel mio interno coscia, iniziando a stuzzicare la mia intimità.
Mi lascio scappare un gemito.
Ghigna.
Posa le labbra sul mio collo ed inizia a leccarlo e mordicchiarlo.
Mi prende e mi fa sdraiare su di lui, infila le mani sotto la maglietta, poggiandole sulla mia schiena e mi accarezza dolcemente.
Appoggio la testa nell'incavo del suo collo e mi lascio coccolare.
"È bello passare del tempo così."
Dico.
Annuisce.
"Molto... comunque, cambiando discorso, secondo me è meglio che Lo denunci, soprattutto dopo ciò che ha fatto oggi."
Dice.
Alzo lo sguardo.
"N-no, non se ne parla, davvero..."
Dico.
"Ah sì? E se, la prossima volta che veniamo, lo incontriamo di nuovo e ti offende di nuovo?! Non puoi lasciare tutto così com'è, devi denunciarlo. Vedrai che qualcosa succederà, soprattutto se racconti della foto che ha scattato di nascosto a me e Sim e del fatto che ti spii ovunque tu vada. Sono certo che, se lo denunci, lo prendono e lo tengono loro in custodia, così non potrà più fare del male a te o ad altre persone."
Afferma, serio, Ky, accarezzandomi il volto.
"Lo so, ma...ho paura. Se non lo dovessero catturare?"
Chiedo.
"Lo prenderanno invece, se non dovesse succedere, interverrò io."
Dice.
"No, non ce n'è bisogno, hai già fatto troppo."
Affermo.
Mi bacia la punta del naso.
"Dai, pensaci."
Dice, mentre mi riappoggio sulla sua spalla.
Annuisco.
Improvvisamente, sento il mio telefono squillare, vedo chi è, Renée. Rispondo e porto il telefono all'orecchio.
"Oi, bellezza!"
Mi saluta, con il suo solito tono felice.
"Oi, amo! Ciao!"
Saluto.
"Senti, ho scoperto delle cosette sul tuo ex...se vuoi te le mando sul telefono o vuoi passare così ti spiego?"
Mi spiega.
"Ma davvero?? Non so se conviene che me le mandi..."
Dico.
"Allora, venite da me per cena?"
Chiede.
"Mmmh, oggi è l'ultimo giorno qui per noi, vorrei passarlo in famiglia, anche perché Edu si è svegliato da alcuni giorni."
Dico.
"Uh, davvero, mi fa piacere. Allora, non saprei..."
Dice.
"Mh...aspetta, chiedo una cosa a mia mamma e ti dico tra poco."
Dico
"Che idee hai?!"
Chiede.
Ridacchio.
"Dopo ti dico."
Dico.
"Va bè, aspetto tue, tesò."
Dice.
Saluto ed attacco.
"Era Renée?"
Mi chiede Ky, mentre mi alzo.
"Sì, era lei. Ha detto che ha scoperto delle cose e che me...ce le vuole dire. Ci ha invitati per cena, ma, essendo l'ultimo giorno qui, vorrei passarlo in famiglia. Quindi, chiedo a mamma se può venire lei a cena qui."
Dico.
Ky annuisce e scendo al piano di sotto, dove trovo mamma seduta sul divano.
"Amore, che c'è?"
Mi chiede mamma, guardandomi.
"Uh, mamma, Renée può venire a cena qui da noi con sua figlia, Audrey?"
Chiedo.
"Ma certo che sì, aggiungeremo un posto a tavola, quella ragazza è come se fosse parte della nostra famiglia."
Dice.
Le sorrido e le bacio la guancia.
"Grazie, maman."
Dico, per poi tornare al piano superiore, nel mentre scrivo alla mia amica che stasera può venire per cena.
Ritorno in camera, dove trovo Ky al telefono, ancora sdraiato sul letto. Chiudo piano la porta alle mie spalle e mi sdraio al suo fianco, appoggiando la testa sulle sue gambe, sorride e mi accarezza il volto.
Mimo con le labbra un "chi è?".
Mi fa segno di aspettare e mette il vivavoce.
"Maman, c'è una persona che ti vuole salutare!"
Dice, allungando il tel verso di me, vedo il numero salvato con "Maman💗".
"Ciao Fayza."
Saluto.
"Oh, Charlotte, tesoro, ma come stai? È da un po' che non ci sentiamo."
Mi saluta con il suo solito tono felice.
Ridacchio.
"Eh sì, è da un po'. Appena torniamo a Parigi, giuro che obbligo questo cialtrone a portarmi da voi, per salutarvi e stare un po' insieme."
Dico, guardando un po' male Ky, che se la ride.
"Uh, guarda, quando non ha niente da fare, è un gran pigrone!"
Dice la mamma, ridacchiando.
"Vedi? Siamo due contro uno, direi che abbiamo ragione noi. Quindi, risalito a Parigi, mi porti assolutamente da loro, è deciso."
Dico, guardando con sfida Ky.
Mi fa la linguaccia.
"Vedremo di organizzarci con i nostri impegni!"
Dice Ky.
"No, caro, tu me la devi portare, e se non venite voi da noi, veniamo noi da voi."
Dice, minacciandolo, Fayza.
"Va bene, maman, sei stata più che chiara. Te la porto, te la porto."
Si arrende Ky, provocando una risata complessiva.
"Comunque, ragazzi, fatevi sentire domani, appena atterrate a Parigi!"
Dice la mamma di Ky.
"Sì, mamma, sì, ti chiamerò."
Dice il mio mulatto.
"Bravo tesoro. Ciao ciao, a presto! Chacha, un bacione!"
Dice.
"Grazie, un abbraccio, salutami tutti!"
Dico.
"Sarà fatto. Ciao!"
Saluta, per poi mettere giù.
Ky posa il telefono sul comodino ed abbassa lo sguardo sul mio.
"Appena torniamo a Parigi, giuro che ti porto dai miei."
Dice.
"Ci conto, frenchie, se no ci vado da sola, con o senza di te."
Dico.
"Cattivella, verrò con te, tranquilla."
Dice, facendomi un buffetto sul naso.
"Ehy, guarda che qui il cattivo sei tu che mi hai portato solo una volta dai tuoi!"
Dico, scatenando una sua risata.
"Mi sa tanto che, quando andremo dai miei, parlerò anche con Ethan, ho bisogno di chiarire la situazione."
Dice.
Annuisco e mi tiro su.
"Amore, non addossarti la colpa però, non è colpa tua."
Dico, prendendo il suo volto tra le mie mani.
"Ed io lo faccio, perché me la sono cercata, perché,da quando sono diventato un professionista, non riesco più a trovare del tempo per stare un po' con mo fratello e so che ne ha bisogno, merda se lo so."
Afferma.
Gli faccio poggiare la testa sul mio seno.
"Sfogati, ne hai bisogno."
Dico.
Sento dei singhiozzo, sta piangendo.
"Sono un fratello maggiore di merda...avevo promesso a mamma e papà che non lo avrei mai fatto soffrire, invece..."
Dice, tra le lacrime.
"Shhh, non lo stai facendo soffrire, frenchie...non è vero che non hai mantenuto la promessa, l'hai mantenuta, eccome. Ora, Et è nel suo periodo di gelosia solo perché vorrebbe diventare come te, non per altro, ma sono certa che sistemerete."
Dico, asciugandogli le lacrime.
"Lo...lo pensi davvero o lo dici solo per consolarmi?"
Chiede.
Lo bacio.
"Lo penso davvero, Ky. Io ti amo per come sei fatto, e mi vai bene così."
Dico.
Mi abbraccia, nascondendo la testa nell'incavo del mio collo.
"Oi, ma non ti ho mai visto così? Su, riprenditi!"
Dico.
Lo sento sorridere sulla mia pelle.
"Anche io ho i miei momenti no."
Dice.
"Lo so, scherzavo. Vatti a lavare il viso che tra un po' arriva Renée con Audrey."
Dico, spingendolo giù dal letto.
Ridacchia e corre in bagno a lavarsi la faccia, per poi tornare due minuti dopo.
"Bene, così mi piaci."
Dico.
Torna a sdraiarsi al mio fianco e poi ci mettiamo a guardare un film di circa due ore e mezza. Dopo le ore previste, il film finisce. Ky sbuffa.
"Dai, era carino."
Dico.
"Mi fanno letteralmente schifo i film romantici."
Sbotta.
"Su, frenchie, so che anche tu, in fondo, hai un'anima romantica."
Affermo, appoggiandomi sul suo petto e sorridendo.
Poggia la mano sulla mia nuca ed inizia a giocherellare con i miei capelli.
"Io sono matto."
Dice.
Alzo un sopracciglio, interrogativa.
"Perché?"
Chiedo.
"Perché farei qualsiasi cosa pur di vederti sempre sorridere e sentirti ridere."
Dice, mordicchiandosi il labbro inferiore. Gli bacio la guancia.
"Io sorrido perché sono felice al tuo fianco, perché mi fai sentire amata, per davvero."
Dico.
Sorride e passa il pollice sulle mie labbra.
"Perché non ti ho conosciuta prima?"
Chiede, più a se stesso.
"Me lo chiedo anche io."
Dico.
Mi bacia le labbra dolcemente.
Dopo due minuti, qualcuno bussa alla porta.
Apro la porta e mi ritrovo davanti la figura di Renée.
Sorrido e l'abbraccio.
"Renée, scusami, sarei scesa, ho perso la cognizione del tempo, non so neanche che ore sono!"
Esclamo.
"Ti illumino, sono le 19:45, sono qui letteralmente da un quarto d'ora, tesoro!"
Afferma.
"Oddio, no, mamma poteva venirci a chiamare, porca miseria, avevo letteralmente abbandonato il telefono sul comodino."
Affermo.
"Ma stai...state tranquilli, nada problem. Piuttosto, volete venire giù che è pronta la cena? O volete restare ancora in camera a sbaciucchiarvi?"
Chiede, ridacchiando.
"Nono, io voglio cenare."
Si alza di scatto Ky scatenando la risata mia e di Renée.
"Da quando questo tanto amore per il mangiare?"
Chiedo.
"Da sempre, cherie. Io sono un appassionato del mangiare."
Afferma.
Ridacchio e scendiamo al piano inferiore.
Improvvisamente, qualcuno si fionda tra le mie braccia, Audrey.
"Ciao!"
Mi saluta, sorridendo a 32 denti.
"Ciao piccoletta!"
Dico, accarezzandole il volto.
Passa a salutare Kyl che la prende in braccio.
"Ciao, biondina!"
La salita Ky, facendole un buffetto sulla guancia.
La piccola sorride e lo abbraccia.
"Attira i bambini."
Afferma Renée.
"Troppo, e poi lui li adora, i bambini."
Dico, sospirando e sorridendo tristemente.
La mia amica poggia la mano sinistra sulla mia spalla.
"Si, forza e coraggio, ne arriverà un altro."
Dice.
"Lo so, è che...mi dispiace averlo deluso."
Dico.
"Deluso di che? Siete giovani, avete una vita davanti."
Dice la mia amica, abbracciandomi.
Scendono anche Addie, Edu e Simon, che corre verso di me.
"Ehy, cucciolo di zia!"
Esclamo, sorridendo e scompigliandoli i capelli biondi.
"Ciao, zia! Ciao Renée!"
Saluta mio nipote.
"Renée, buonasera! Da quanto tempo, eh!"
Esclama Edu, abbracciandola e baciandole le guance.
"Eh sì, Edu, è da un bel po' che non ci si vede. Ma come stai?"
Chiede la mia amica.
"Bene bene, ora sto bene."
Dice mio fratello.
"Oh, Addie, anche con te non ci si vede da un po'!"
Esclama, abbracciando anche Addie, che la stringe forte a sé.
"Vero, tesoro, dobbiamo vederci di più, organizziamoci."
Dice mia cognata.
"Ma certo!"
Dice Renée.
Nel frattempo, escono i miei dalla cucina.
"Ragazzi, ma vi eravate persi in camera?"
Chiede mamma, guardando me e Ky.
Ridacchio.
"No, ho perso la cognizione del tempo."
Dico.
Mia mamma se la ride sotto i baffi.
"Fingo di crederti."
Dice mia mamma.
"Comunque, cara, fatevi vedere più spesso tu ed il tuo angioletto, siete di famiglia, lo sai."
Dice mamma, accarezzando il volto di Audrey, ancora tra le braccia di Ky.
"Lo farò, solo che lo vorrei fare anche quando c'è Chacha."
Dice la mia amica.
Le sorrido.
"Fosse per me la ragazza sarebbe pure potuta restare qui."
Dice Edu.
"Dai, Edu, lo sai anche tu perché me ne sono andata."
Dico.
"Ma sì scherzavo, poi ti sei fatta la bella vita lì!"
Esclama mio fratello.
"Edu, ti picchio!"
Dico, fulminandolo con lo sguardo.
"Ma dai che ha ragione!"
Lo difende Addie.
"Non c'è bisogno di difenderlo sempre però!"
Dico, fingendomi offesa.
"Mi spiace, cherie, però, stavolta mi aggrego contro di te."
Dice Ky.
"Scemo!"
Dico, tirandogli uno scappellotto dietro la nuca.
"Vedremo stasera se continuerai a chiamarmi così."
Sussurra al mio orecchio, dopo aver messo giù Audrey.
Sento di essere arrossita.
"Ci sono dei bambini, Kyks."
Lo rimprovero.
"Anche tu sei una bimba, la mia bimba."
Dice, rubandomi un bacio.
"Cretino."
Dico, sorridendo sulle sue labbra.
"Okok, abbiamo capito cosa avete intenzione di fare dopo, ma ora è pronta la cena quindi andiamo a tavola."
Afferma Addie.
Ridacchio e mi accoccolo a Ky, che mi stringe.
Andiamo a sederci subito a tavola, io al solito posto, con, alla mia destra, Audrey e Renée.
Mamma porta i piatti a tavola, arrosto con patate, uno dei miei piatti preferiti.
"Mamma, ti adoro!"
Dico, mandandole un bacio volante.
"Tesoro, stavolta non l'ho fatto per te, ma per Renée."
Dice mamma.
Fingo di essermi offesa.
"Dai, chicca, te lo farò fare da mia mamma."
Dice Ky.
"Almeno qualcuno che mi capisce!"
Dico, scherzosamente, appoggiando la testa sulla sua spalla.
Lui ride.
Iniziamo a pranzare tra chiacchiere e risate.
Appena finiamo di mangiare, io, mia cognata e la mia amica aiutiamo mia mamma a sparecchiare. Poi, andiamo di là mentre mamma rimane in cucina.
"Chacha, mi sa che io, te e Ky, dobbiamo parlare, in privato. Andiamo fuori in giardino?"
Propone Renée.
Mi guardo con Ky, che annuisce, e ci avviamo fuori, lasciando i bambini sotto la visione di mio fratello, Addie e mio papà.
Ci sediamo al tavolino sotto il gazebo.
"Allora, parto dal presupposto che non sono affatto buona notizie, quelle che devo darvi, anzi sono pessime."
Afferma.
Inizio a sudare freddo e sospiro.
Kyl stringe la mia mano.
"Vai, dillo."
Dico.
Ammicca un sorriso.
"Allora, vive in un monolocale situato in un condominio in centro, in affitto, però, non paga l'affitto da cinque mesi. È fidanzato ed ha anche una figlia, Tea. È violento, però. Le picchia, entrambe. La fidanzata lo vorrebbe lasciare e farsi una nuova vita, ma lui no, non vuole, la picchia e ne abusa sessualmente. Però, non chiedetemi come, sono riuscita a scoprire altre due cose: non si è tolto te dalla testa e..."
Dice, bloccandosi.
"E?"
La incito.
"Questa è la parte più dura: ho scoperto che ha comprato una casa e un biglietto per Parigi, non si sa perché ma suppongo per starti alle calcagne. Chacha, stai all'erta, guardati sempre alle spalle, non uscire mai sola, quel pazzo non si arrenderà tanto facilmente."
Afferma la mia amica, stringendo le mie mani tra le sue.
Kyl stringe il mio fianco sinistro e stringe la mano libera a pugno, sbattendola sul tavolo.
"Quel bastardo me la paga!"
Esclama, furioso, il mio uomo.
"No Ky, tranquillo..."
Dico, provando a tranquillizzarlo.
"NO! IO MON STO TRANQUILLO SAPENDO CHE QUEL COGLIONE TI STARÀ ANCORA ALLE CALCAGNE, CHERIE! NON SONO E NON SARÒ TRANQUILLO FINCHÉ QUELL'ESSERE NON SCOMPARIRÀ DALLA MIA VISTA E DALLA TUA VITA!"
Urla infuriato nero.
"Arrabbiarsi non serve a niente, non lo si fermerà mai in questo modo. Dovete trovare un modo per bloccarlo sul nascere, non dovete permettergli di farvi del male. Chacha, tu sei in buone mani, Ky ti proteggerà sempre, ma tu, Ky. Tu sei forte e coraggioso, l'ho capito in questi giorni, ma guardati le spalle, non so cosa è capace dj fare e cosa potrebbe farti pur di colpire, anche indirettamente, Charlotte. È un uomo imprevedibile. Io vi auguro tutta la mia buona fortuna, spero riusciate a trovare una soluzione e,se avete bisogno di altro, sapete dove trovarmi, o scrivetemi. Fatemi sapere, però, perché, ormai, ci sono dentro anche io."
Afferma.
"Grazie Renée, davvero, per tutto."
Dico, abbracciandola.
"Quando torniamo a Parigi, prepara le valigie, vieni a vivere da me, cherie."
Dice, con tono severa, quasi da comando, Ky.
Lo guardo interrogativa.
"N-no, davvero, uscirò sempre con Bebe..."
Dico.
"No, tu non hai capito allora, era un ordine. Tu da domani vieni a vivere da me."
Insiste.
"Ky...mi so difendere."
Dico.
"No, io non posso giocare, allenarmi, uscire e vivere pensando che tu sei in pericolo...che siamo in pericolo, chiaro?"
Afferma.
"So che ci tieni a me e mi fa piacere, ma..."
Dico.
"Ascoltami, merda...solo sta volta, fallo, vieni da me. Voglio solo la tua sicurezza."
Dice, prendendo il mio volto tra le mani.
Ammicco un sorriso.
"Hai più paura te che me."
Dico.
"No, io sono incazzato nero. Se lo becco, gli spacco di nuovo la faccia."
Afferma.
Sospiro e poggio la fronte sulle sue labbra.
"Oh Kyky..."
Dico.
"Ti prego, voglio solo che tu stia al sicuro. Io voglio il tuo bene."
Dice, stringendomi forte.
"Ragazzi, dovete essere forti. Vi auguro ogni bene di questo mondo, siete fatti per stare insieme."
Dice Renée.
"Sistemeremo questa situazione, amore, te lo prometto. Renée, grazie mille, per l'aiuto."
Dice Ky.
"Ma figuratevi."
Dice.
"Mamma, mamma!"
Corre fuori Audrey, piangendo  venendo incontro alla mamma, che subito la prende in braccio.
"Che c'è principessa mia?"
Le chiede, preoccupata, Renée.
"Caduta!"
Dice, singhiozzando.
"Ti sei fatta male?"
Chiede Renée.
La piccola indica il ginocchio.
La mia amica alza il pantaloncino e guarda il livido che è uscito sul punto dolente.
"Dai, nulla di grave, uscirà un livido. Come te lo sei fatto?"
Chiede.
"Giocando con Sim."
Risponde la piccola.
"Stai più attenta la prossima volta."
La riprende Renée.
"Se volete, ho una crema con me per lenire il dolore, la porto sempre dietro."
Interviene Ky.
"No, davvero, ora che torniamo a casa la lavo e le metto la sua crema. Comunque, grazie lo stesso."
Dice Renée, sorridendo.
"Figurati nessun problema."
Dice il mio ragazzo.
Dopo poco, ritorniamo dentro e ci mettiamo a chiacchierare tutti insieme, io e Renée ripensiamo, ad alta voce, a tutte le giornate passate insieme, a ridere, giocare e scherzare.
"Chacha, ti ricordi quella volta che avevamo visto passate quel gruppo di ragazzi fighi quella volta dopo il cinema?"
Mi chiede Renée.
Sorrido.
"Come dimenticarsi di quel giorno!"
Esclamo.
"Aspettate, quali ragazzi?"
Chiede Ky, rizzandosi dal divano.
"Stai tranquillo, cotta immaginaria."
Dico, sposantolo da me, scherzosamente.
"Sese, bella, tu ti eri fissata per il biondo per tre settimane."
Dice la mia amica.
"Ma dai, avevo 13 anni, che dovevo fare? Era bello, biondo, fisicato, che potevo desiderare di meglio?"
Dico.
"Dai, che ora ne hai uno cento volte meglio al tuo fianco!"
Esclama Renée, riferendosi certamente a Ky, che se la ride.
"Modestamente, ho scelto bene, questa volta."
Affermo, appoggiando la testa sulla spalla sinistra di Ky, che mi stringe a sé.
Renée e Audrey, dopo un po', se ne vanno, non dopo aver salutato tutti noi. Anche Edu ed Addie, con Simon, vanno nelle loro stanze, sono stanchi.
"Quindi, voi domani tornate a Parigi?"
Ci chiede papà.
"Sì, domani ce ne andiamo. Però, giuro che troverò un modo per venirvi a trovare più spesso o magari convincervi a venire a trovarci a Parigi."
Affermo.
"Allora, facciamo così, per Natale saliamo noi e stiamo con te per tutte le vacanze, così ci fai vedere anche la città."
Afferma mamma.
Sorrido
"Per me è ok, lo sapete che vi aspetto sempre. Facciamo che nei prossimi mesi ci organizziamo meglio."
Dico.
Dopo un ultimo saluto, torniamo anche io e Ky in camera nostra e ci sistemiamo, mentre Ky è in bagno, io inizio a preparare le valigie per domani. Non so a che ore è l'aereo, però, preferisco non rischiare e finire sempre con il fare in fretta e furia le valigie.
"Ehyy, che fai?"
Mi chiede il mio ragazzo,nuscendo dal bagno.
"Domani dobbiamo tornare e tu non mi hai detto a che ore è il volo, quindi, onde evitare di portare ritardo, preparo le nostre cose."
Affermo.
"Se me lo avessi chiesto, te lo avrei detto. Comunque, il volo è alle 11:00, col mio jet privato, ci passa a prendere un taxi alle 10:00 per portarci in areoporto."
Mi dice.
All'andata ci aveva accompagnato il suo autista, ma Ky poi gli ha dato questi giorni liberi e, quindi, per il ritorno, prendiamo l'aereo.
"E per dirmelo, te lo dovevo chiedere? Avresti potuto dirmelo tu, no?"
Dico.
Ridacchia e si gratta la nuca.
"In effetti sì, scusami."
Dice.
Scuotonla testa e sorrido.
"Va bè, dai."
Dico.
"Su, ora vado io a sistemarmi e poi dormiamo, che ho sonno."
Dico.
"Uff, pensavo potessimo fare qualcosa."
Dice.
"Scemo."
Dico, passandogli vicino per andare in bagno.
Lo sento ridere.
Mi svesto e mi faccio una doccia veloce. Poi, metto il pigiama e mi sdraio a letto, al fianco del mio uomo.
Ky mi tira a sé ed appoggio la testa sul suo petto, baciandomi la testa.
"Sistemeremo questa situazione, a Parigi, faremo denuncia del tuo ex, così vediamo se riescono a bloccarlo fin dal principio."
Dice.
"Ky, scusa se non te ne ho parlato fin da subito."
Dico.
"Shh, va bene così, l'importante è che non ti succeda niente e che non ti faccia più niente."
Afferma.
"Non voglio che ti metta in pericolo per me."
Dico.
"Ormai ci sono dentro anche io."
Dice.
"Non volevo questo."
Dico, sospirando.
"Io ti proteggerò sempre, sappilo."
Afferma.
Sorrido e gli bacio la guancia.
"Grazie, frenchie. Ora, dormiamo, buonanotte."
Dico, riappoggiandomi sul suo petto.
"A te, cherie."
Dice.
Poi, chiudo gli occhi e mi lascio cullare dal suo battito cardiaco, per poi addormentarmi.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Where stories live. Discover now