XXXVII

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Sento suonare qualcosa. La sveglia. Lentamente, mi stropiccio gli occhi e mi stiracchio. Provo ad alzarmi, ma ho un peso sul mio fianco. Il braccio di Kyl, che ancora dorme.
Sorrido e con un gesto lento e delicato sposto il suo braccio da me e gli accarezzo il volto dolcemente. Lascio un tenero bacio sulle sue labbra.
Prendo un foglietto di carta e gli lascio un bigliettino:

Mon amour, quando ti sveglierai probabilmente non ci sarò, sarò già in ospedale. Ti chiedo solo di mandarmi un messaggino.

PS: ti amo da impazzire ed anche il nostro fagiolino ti vuole tanto tanto bene.

Lascio il foglietto sul mio cuscino.
Mi vesto con una maglietta bianca attillata e dei jeans neri, a cui abbino delle Adidas. Raccolgo i capelli in una coda alta. Scendo al piano inferiore dove trovo Addie, già pronta, e mia mamma.
"Cara, buongiorno. Vieni pure, ti ho preparato il caffè."
Afferma, sorridendomi, mia mamma.
Annuisco.
"A te, mamma. Buongiorno anche a te, Addie. Oh, grazie, ma', ma non dovevi."
Dico.
Mi fulmina con lo sguardo e va in cucina. Mi porta la tazzina di caffè, che bevo.
"Allora, fate attenzione per strada, guidate con prudenza, mi raccomando. E salutatemi Edu, ditegli che gli voglio tanto tanto bene."
Ci dice mia mamma.
"Certo, Ade, certamente."
Dà conferma Addie.
Dopo un ultimo saluto a mia mamma, io ed Addie usciamo di casa e ci avviamo verso la sua macchina.
"Addie, fai guidare me."
Le dico.
"Chacha, no, guido io. Davvero, stai tranquilla. Da ieri sei agitata e non so neanche il motivo, in parte sarà il fatto che Edu è in coma, ma secondo me c'è anche qualcos'altro sotto. Mi vuoi dire cosa?"
Mi chiede, mentre sale in macchina, seguita da me.
Nel frattempo, mette in moto e parte.
Mi mordo il labbro inferiore.
"Volevo ci fosse anche Edu per dirvi una cosa..."
Dico.
Addie mi guarda curiosa.
"Beh, allora, è qualcosa di importante...la vuoi dire solo a me?"
Mi chiede, con gli occhi puntati sulla strada.
"...non lo dire a nessuno, però. Saresti l'unica, insieme a Ky, Erika, Anto, Bebe e Neymar a saperla."
Dico.
Spalanca gli occhi.
"Conosci Neymar?!"
Mi chiede, stupita.
"È il fidanzato di Bebe ed è amico e compagno di squadra di Kyl. Inutile dire che è diventato anche mio amico."
Affermo.
Annuisce.
"Dai, spara."
Insiste.
"Ok, va bene...sono incinta."
Dico.
Spalanca gli occhi e la bocca dallo stupore e si fa scappare un urletto di gioia.
"Cavolo, ma è una bellissima notizia!"
Esclama.
"Promettimi che non lo dirai a nessuno...volevo ci fosse anche Edu per poterlo annunciare a tutti."
Dico.
"Te lo prometto, Chacha. E dimmi un po', Kylian come l'ha presa?"
Mi chiede curiosa.
Mi ritrovo a sorridere.
"L'ha presa benissimo, adora i bambini."
Affermo.
"Oh, l'ho capito da sola questo, da come gioca con Simon, da come è felice Simon quando è con lui."
Mi dice.
"Anche Simon è molto aperto con gli adulti, si fa coccolare da chiunque."
Dico.
"Oh, sì. È anche un po' troppo espansivo, quel piccoletto."
Dice Addie.
"Ma no, dai, è ancora un bambino. Crescendo, si farà una sua mentalità."
Affermo.
"Si, infatti."
Dice lei.
Chiacchieriamo un'altra mezz'oretta e poi arriviamo in ospedale. Addie parcheggia ed entriamo.
Si avvicina a noi un'infermiera giovane, di circa trent'anni, se non di meno.
"Buongiorno, signorine. Avete una visita?"
Ci chiede la ragazza.
"Buongiorno a lei. Siamo qui per fare visita ad Eduard Laroix, io sono la sua compagna e lei la sorella."
Si presenta Addie.
L'infermiera ci guarda.
"Il ragazza è ancora in coma, però lo potete vedere. Vedo qual è la camera e vi accompagno da lui."
Ci dice.
Annuiamo.
Dopo due minuti, la ragazza torna.
"La camera è la 210, prego, seguitemi."
Dice lei, iniziando ad avviarsi verso un ascensore, seguita da noi.
Arriviamo al secondo piano e ci conduce alla camera 210.
"L'orario di visita finisce alle. 12:00 e riprende il pomeriggio dalle 16:00 alle 19:00."
Ci dice l'infermiera.
"Grazie mille."
Dico.
Se ne va.
Dopo un grande sospiro, entro in quella maledetta stanza e vedo il corpo di mio fratello sdraiato su un lettino, con la flebo e l'ossigeno attaccati.
Mi si stringe il cuore.
Addie si butta ai piedi del letto e scoppia a piangere.
Si avvicina ad Edu e gli accarezza il volto.
"Amore mio, perché ci hai fatto questo? Torna da me. Torna da Simon. Dalla tua famiglia. È solo un giorno che sei in coma e già manchi a tutti, a tuo figlio in particolar modo. A me. A tua sorella."
Afferma, tra le lacrime, Addie.
Mi avvicino a lei e, delicatamente, le accarezzo la schiena. La sento sussultare al mio tocco.
"Forza, Addie. Hai detto a me di essere forte, e tu cedi? Non funziona così."
Affermo.
Mi guarda, con gli occhi rossi dalle lacrime, e mi abbraccia.
"Non piangere, se a lui non fa piacere vedere me piangere, figurati te, che sei la sua donna, la sua compagna di vita, la madre di suo figlio. Non penso possa sopportare un altro dolore così. Abbi coraggio e tanta forza."
Provo a consolarla.
Smette di piangere, si asciuga le lacrime e mi sorride.
"Hai raggio, Char. Hai ragione tu. È stato un discorso motivazionale."
Afferma.
Ridacchio.
"Lo so, non per questo sono forse laureata in Lettere?"
Dico, ironica, vantandomi.
"Ma senti un po'."
Dice.
Scoppiamo a ridere.
Poso lo sguardo su mio fratello. Mi avvicino lentamente al lettino, mi abbasso e gli do un bacio sulla guancia. Mi siedo, gli prendo la mano e gliela accarezzo.
"Edu, fratellone, torna da noi, ti prego. Sai, in questi mesi che non ci siamo né sentiti per messaggi né di visti di persona, sono successe tante cose...per la prima volta, ho assistito ad una partita di calcio, Francia-Spagna, Anto ha tanto insistito che andassi. E quella partita la ricordo come se fosse ieri, perché, quel giorno, ho conosciuto una persona che ha occupato, ed occupa ancora, un posto speciale nel mio cuore. Questa persona te la voglio fare conoscere, l'ho portata qui a Nizza, dai nostri genitori. Addie l'ha conosciuti, ora...ora manchi solo tua, fratellone. Sono sicura che il ragazzo, che è il mio fidanzato, ti piacerà, è tanto dolce, amorevole e protettivo, proprio come te. Sai, vi assomigliate tanto."
Mi sfogo.
Poggio la sua mano sul mio ventre.
"E qui...qui c'è tuo nipote, da poco più di un mese. Sono incinta. E tu non puoi andartene così presto. So che sei in coma, ma so anche che mi puoi anche sentire. Lo so perché l'ho letto su internet, ed alcune persone lo hanno anche testimoniato."
Continuo.
Nessun segno di vita.
Gli do un altro bacio sulla guancia e gli lascio la mano. Mi passo le mani in faccia.
Addie mi poggia le mani sulle spalle.
"Chacha, vuoi rimanere ancora? O preferisci tornare a casa? Per ora, hai fatto anche abbastanza...e se dici che una persona in coma sente le parole delle persone che gli parlano, Edu ti ha sentito. È forte, non se ne andrà. Ne sono sicura."
Mi rassicura mia cognata.
Sospiro rumorosamente.
"Ed a pensare che lì ci potrebbe anche essere Ky..."
Dico, abbassando lo sguardo.
Addie si mette di fronte a me e mi guarda seria.
"Non ti azzardare a pensare una cosa del genere, chiaro? Il destino ha voluto questo, ed il destino deciderà se farlo tornare da noi, o meno."
Mi dice, seria.
Abbozzo un sorriso.
"Hai ragione, Addie. Merda, sei hai ragione."
Dico.
Mi abbraccia. Ricambio.
Dopo, Addie si siede ai piedi di Edu ed inizia a parlargli, mentre io mi siedo ed osservo, tristemente, la dolce scena.
Poi, sento squillare il telefono. Ky. Rispondo.
"Buongiorno, amour."
Dico, ritrovandomi a sorridere.
"Cherie? Buongiorno."
Dice Ky dall'altro capo del telefono. Ha la voce roca ed assonnata.
"Appena svegliato?"
Chiedo, ridacchiando.
"Sì...ho letto il bigliettino. Ho preferito chiamarti. Volevo sentire la tua voce. Come stai, anzi state?"
Mi chiede.
"Bene, dai, il fagiolino sta bene, io pure. Addie sta parlando con Edu, sperando che lui la senta."
Dico.
"Mmmhhh...ehy, pensa in positivo, madamoiselle. Non essere negativa."
Afferma.
"Frenchie, non è tanto semplice. Comunque, ci provo, ad essere positiva."
Affermo.
"Ehy, io ti sono e ti starò accanto sempre, cherie. Ti amo."
Dice, dolcemente.
Sento dei rumori.
"Zio! Zio! Buongiorno!"
Sento esclamare da Simon, dall'altro cavo del telefono.
"Ehy, piccolo campione! Buongiorno."
Sento dire da Kyl.
"Ehy, Simon. Buongiorno, tesoro!"
Dico.
"Ziaaa! Ciaoo! Ma dove siete tu e mamma?"
Mi chiede il bambino.
"Tesoro, siamo uscite per fare dei giri, tra poco torniamo."
Lo rassicuro.
"Va bene...allora, a più tardi, amour. Vado a giocare un po' con Simon!"
Mi dice Ky.
"Vai pure, frenchie. Fallo divertire. A dopo!"
Affermo.
"A dopo, cherie. Ti amo!"
Ricambia il saluto.
"Moi aussi."
Dico.
Attacca.
Poso il telefono.
"Chi era?"
Mi chiede Addie.
"Kyl. E poi Simon, ha chiesto quando dove siamo e quando torniamo."
Dico.
Annuisce.
"Andiamo dai. Magari ci torniamo un'altra volta qui. Fa male ad entrambe restare tanto."
Afferma, allontanandosi a testa bassa, dal letto d'ospedale.
Mi mordo il labbro inferiore. Ha dannatamente ragione.
Annuisco.
Diamo entrambe un ultimo saluto ad Edu ed usciamo dall'ospedale, avviandoci verso la macchina di Addie.
"Posso guidare io?"
Le chiedo, speranzosa.
È un po' titubante, lo capisco dallo sguardo, ma cede e mi dà le chiavi, per poi sedersi a lato passeggero.
Mi metto alla guida ed inizio a guidare verso casa.
Dopo mezz'ora circa, arriviamo a destinazione. Parcheggio ed entriamo entrambe in casa, dove troviamo mamma e papà, seduti sul divano, Kyl, con in braccio Simon, scaduto su una poltrona, e, sul divano libero, dei nostri vecchi vicini di casa, Annette e Paul.
Simon scatta in piedi e ci corre incontro, abbracciandoci.
"Mamma! Zia! Siete tornate!"
Esclama felice.
Io ed Addie gli sorridiamo.
Annette e Paul mi guardano e spalancano gli occhi dallo stupore.
Si alzano e mi vengono a salutare.
"Charlotte, che piacere rivederti! Sei cresciuta tantissimo dall'ultima volta!"
Dice Annette, sorridendo e stringendomi in un abbraccio.
"Annette, il piacere è mio. Grazie."
Dico.
"Oh, sei cresciuta molto e sei la sosia di tua madre."
Afferma Paul, dandomi una pacca sulla spalla.
Sorrido.
Passano a salutare Addie. Mi allontano e mi avvicino al mio francesino, che si alza venendomi incontro.
"Ehy, buongiorno, amour."
Lo saluto, circondandogli il collo con le mie braccia. Mi attira a sé tirandomi per i fianchi.
"A te, cherie."
Dice, per poi baciarmi a stampo sulle labbra.
"Mi sei mancata."
Mi sussurra all'orecchio.
"Buongiorno, pa'."
Saluto mio padre.
"A te, cucciolotta."
Ricambia lui.
"Ciao, mamma."
La risaluto.
"Vado a prendere delle sedie in cucina."
Dico, allontanandomi.
Entro in cucina e mi avvicino al tavolo.
Stringo i pugni poggiandoli sul tavolo.
Sento la porta aprirsi e chiudersi.
"Cherie, da quando hai visto quei signori ti sei stranita completamente. È successo qualcosa?"
Mi chiede, preoccupato, Kyl, alle mie spalle.
"Se è successo qualcosa? Sono i genitori del mio ex, ecco."
Dico, acida.
Kyl mi abbraccia da dietro.
"Non ci pensare più, ci sono io ora. Ti proteggo io."
Mi sussurra, dolcemente.
"Tu sei unico, te l'ho detto. Ma non mi fa per niente piacere la loro presenza qui."
Affermo.
Mi accarezza le spalle e mi lascia un bacio in testa.
"Quando sono arrivati?"
Gli chiedo.
"Un quarto d'ora fa."
Risponde.
"Ti hanno riconosciuto?"
Chiedo ancora.
Si morde il labbro inferiore ed annuisce.
Scuoto la testa.
Di sicuro lo andranno a dire al figlio, al mio ex.
Gli accarezzo la nuca.
"Non me ne frega più niente di lui, ora ci sei tu nel mio cuore. Tu ed il nostro fagiolino."
Affermo, sorridendo.
Ricambia il sorriso e mi bacia la punta del naso.
"Mi preoccupa solo cosa potrebbero dire ora che sono tornata, con te. Sai, si fingono tanto brave persone ma non lo sono per niente, anzi sparlano ovunque delle varie persone che conoscono."
Dico.
"Che parlino, che dicano ciò che vogliono, ma a te non deve fregare, chiaro? Che sparlino pure, ma non dare loro importanza, sono quelle persone che vogliono attirare attenzione e lo so perché ne ho conosciuta di gente così. Ma se osano dire ora una parola brutta su di te, ci sarò io a proteggerti, cherie, va bene?"
Afferma, accarezzandomi il volto.
"Oh, amore mio, quanto ti amo."
Affermo, abbracciandolo.
Mi prende per mano, stringendo la mia.
Mi sorride incoraggiante.
"Andiamo?"
Dice.
Annuisco.
"Andiamo."
Gli dò conferma.
Prendo due sedie e mi avvicino alla porta della cucina.
"Ehy, ehy. Dove pensi di andare con questi due pesi?"
Mi dice Ky, mettendosi davanti a me.
"Penso di andare di là con queste sedie."
Dico.
"Dalle a me, sono pesanti."
Afferma.
"Ma se sono leggerissime!"
Ribatto.
"Char, dalle a me, ti prego. Lo sappiamo noi il motivo."
Insiste.
Alzo gli occhi al cielo e, sbuffando, gliene do una.
Alza un sopracciglio, come per incitarmi a dargli anche l'altra. Lo fulmino con lo sguardo.
"Kylian. Non sono impossibilitata, ok?"
Dico, alzando lievemente la voce.
"Voglio solo che non ti sforzi troppo."
Insiste.
Mi passo la mano libera in faccia e sospiro.
"Davvero, stiamo discutendo di questo?!"
Esclamo.
Si morde il labbro inferiore.
"So che lo fai perché ci tieni a me, lo so...ma non farmi sentire come se fossi impossibilitata a fare qualcosa, ti prego."
Dico, addolcendo il tono.
"Scusami...non volevo farti sentire così."
Dice, dispiaciuto.
Mi alzo sulle punte dei piedi e lo bacio all'angolo della bocca.
"Ti amo, Ky."
Dico.
"Anche io."
Dice.
Torniamo in salotto.
I miei ci guardano straniti.
"Ragazzi, tutto bene?"
Ci chiede mia mamma.
"Oh, sì, mamma, stai tranquilla."
Dico, posando la sedia vicino alla poltrona dov'era seduto prima Kyl.
Il mulatto posa l'altra sedia dall'altro lato della poltrona.
Ci sediamo e Simon si mette in braccio alla madre. Kyl poggia la sua mano sinistra nel mio interno coscia, accarezzandomi dolcemente.
Annette e Paul mi guardano, con un'aria strana, e poi passano a guardare Kyl e la sua mano.
Ho capito a cosa vogliono arrivare.
"Penso che vi starete chiedendo perché lui è qui."
Dico, seria, appoggiando la mia mano destra sul braccio di Kyl.
"Oh, te lo stavamo giusto per chiedere."
Mi dà conferma lei, con tono abbastanza schifato ed arrogante.
"È il mio fidanzato."
Affermo, stringendo la presa sul braccio di Kyl, che, con il pollice, accarezza la mia gamba.
"Davvero? State bene insieme, lo devo subito dire a nostro figlio, vero Paul?"
Dice Annette, guardando il marito, che annuisce.
Sento qualcosa dentro di me ribollire.
"Non penso che a vostro figlio possa interessare la mia vita sentimentale."
Dico, dura.
Sento gli sguardi di tutti su di me.
"Ma cara, lui ci tiene ancora a te."
Dice Annette.
Stringo i pugni.
"Certo, posso immaginare, Annette, quanto tenga a me, dopo quello che mi ha fatto passare. Sapete, se pensate di essere venuti qui per rinfacciarmi il fatto che non sto più con vostro figlio, ma con un ragazzo cento volte migliore del vostro adorato bambino. E se siete venuti qui solo per scopi secondari che noi tutti ormai conosciamo, mi spiace ma...non siete i benvenuti."
Affermo, fredda.
Mi guardano male.
"Ma cara, è veramente dispiaciuto e vorrebbe rimediare, credici."
Insiste.
Sospiro rumorosamente e mi alzo.
Kyl mi accarezza la schiena.
Mi avvio verso la porta e la apro.
"Signori, questa è l'uscita."
Dico.
I due stanno per ribattere ma li fulmino con lo sguardo. Si zittiscono.
Si avvicinano all'uscita.
Mi rivolgono un ultimo sguardo, che ricambio con uno dei miei, ma truce.
Escono.
"Ah, ed un'ultima cosa, non vi ho mai potuto sopportare. A mai più arrivederci."
Affermo, sbattendo la porta di casa.
Tutti mi guardano, stupiti.
Mi passo una mano in faccia.
"Scusatemi."
Dico, uscendo rapidamente fuori di casa.
Vado in giardino ed urlo. Urlo di rabbia.
Mi butto per terra con braccia e gambe spalancate.
"Perché proprio a me, Signore?! Perché?!"
Esclamo, quasi urlando.
Nel frattempo sento delle lacrime uscire dai miei occhi.
Ma perché mi ritrovo a piangere?!
Sento qualcuno sedersi vicino a me.
Alzo lo sguardo. Ky.
"Tutto bene, amour?"
Mi chiede Ky.
Scuoto la testa, annuendo.
"Era ora che qualcone dicesse loro la verità e la verità è che loro figlio è una merda. Lui che ci tiene a me?! Ma per favore, non li credono neanche i muri di casa!"
Sbotto.
Lo sento ridacchiare.
Mi alzo e mi siedo a cavalcioni su di lui.
Senza dire niente, mi fiondo sulle sue labbra. Gli circondo il collo con le braccia. Inserisco la lingua nel bacio. Lo butto per terra, mentre continuiamo a baciarci.
Lo sto baciando con foga, troppa foga. Di solito è lui che bacia in questo modo me, non io.
Passo le mani sotto la sua maglia e gli accarezzo petto ed addominali. Ky poggia le mani sulle mie spalle, staccandomi con poco sforzo.
"No. Non accetto baci come sfogo. No."
Dice, bloccandomi.
Mi copro il volto con entrambe le mani.
"SCUSA. DANNAZIONE!"
Urlo.
Scoppio a piangere di nuovo.
Mi sento esaurita mentalmente.
Piango e singhiozzo rumorosamente.
Ky mi prende per le spalle e mi fa appoggiare la testa sul suo petto, mentre mi accarezza e coccola dolcemente.
"Shhh, so che sono la tua rabbia e la tua tristezza a parlare, amore mio. Lo so."
Sussurra, dolcemente, lasciandomi baci in testa.
Prende il mio viso tra le sue mani e mi asciuga le lacrime.
"Allora, adesso io ti accompagno in camera, ti lavi la faccia e ti riposi un po', ok? Ne hai bisogno."
Afferma, baciandomi la fronte.
Non dico niente.
"Ok, ho capito."
Dice, mi prende in braccio.
Entra in casa.
"Scusateci, Chacha vorrebbe riposare un po'."
Dice Ky.
"Oh, va bene, tesoro, andate pure."
Dice mia mamma, con tono comprensivo.
"Ma zio dopo andiamo a giocare?"
Sento chiedere da Simon.
"Tesoro mio, lascialo un po' libero allo zio, giocherete più tardi."
Lo ammonisce Addie.
Ky sorride.
"No, nessun problema, Addie...certo, piccolo campione, sto un po' con la zia e poi giochiamo."
Acconsente il mio ragazzo.
Ky mi porta in camera e mi mette giù.
"Io sto qui, vatti a lavare il viso, poupée."
Mi dice, accarezzandomi una guancia.
Annuisco.
Vado in bagno e mi lavo la faccia con l'acqua fredda, poi torno in camera.
Trovo Kyl sdraiato sul letto, col telefono in mano, mentre messaggia con qualcuno.
Tolgo maglietta e pantaloncini, restando così in intimo, e mi sdraio al suo fianco.
"Grazie."
Sussurro, dandogli un bacio sulla mandibola.
Sorride.
"Non devi ringraziarmi."
Dice, alzandosi e posando il telefono sul cuscino.
"Vado un attimo in bagno, torno subito, cherie."
Afferma.
Annuisco e sorrido.
Il mio sguardo curioso cade sulla schermata, ancora accesa del suo telefono. È aperta su WhatsApp. Per curiosità, anche se non avrei dovuto, spio l'app, aperta nella chat "Maman💓". Sarà Fayza.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora