XXI

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Mi sveglia un raggio di luce proveniente dalla finestra semi aperta. Mi siedo sul letto. Sbadiglio, mi storacchio e stropiccio gli occhi. Accendo il telefono per controllare l'orario. Le 09:15?! Cavolo. Mi alzo e scendo in salotto. Trovo già Bebe.
"Ma buongiorno!"
Mi saluta sorridendo.
Ricambio il sorriso.
"Buongiorno anche a te, Bebe."
La saluto.
"Tieni, ho preparato io il caffè."
Dice porgendomi una tazzina di caffè.
La prendo e lo bevo.
"Ma a che ore ti sei alzata?"
Le chiedo.
"Ale 08:45, giusto mezz'ora fa."
Risponde.
Annuisco.
Chiacchieriamo un po'. Poi, vado nel mio bagno a lavarmi. Mi vesto.
Opto per qualcosa di semplice. Metto una maglia bianca con la scritta "Never Give up" a cui abbino dei leggins neri dell'Adidas. Raccolgo i capelli in una treccia bassa. Sono pronta e sono le 10:20.
Torno in salotto e trovo già Bebe pronta. È vestita molto simile a me. Sento vibrare il mio telefono. Kyl.

Bonjour, ma poupée😘 Io ora sto uscendo di casa, dieci minuti e sono da voi.

Ehyy, ok, va bene. Ti aspettiamo😗

"Che voleva?"
Mi chiede Bebe.
"Ha detto che sta uscendo ora di casa e che, tra dieci minuti, dovrebbe essere qui."
Dico.
Annuisce.
Ci sediamo sul divano ed il tempo di iniziare due chiacchiere che suonano al citofono.
"Sarà il tuo uomo. Vai tu."
Mi dice Bebe.
Ridacchio ed annuisco.
Vado al citofono e rispomdo. È Kyky. Gli do il tiro. Apro la porta e, dopo un minuto, arriva.
"Buongiorno, ragazze."
Ci saluta sorridendo.
"A te, Kyl."
Ricambia Bene.
Mi guarda e mi sorride.
Ricambio.
Mi accarezza la guancia destra per poi baciarmi a stampo.
Poi, lo abbraccio.
"Okok, abbiamo capito. Su su, entra."
Lo incita Bebe.
Lui ride e fa come gli è stato detto. Entra.
Chiudiamo la porta. Ci sediamo sul divano.
Kyl incrocia le gambe e poggia un braccio sulle mie spalle attirandomi a sé.
"Allora, Bebe, ti devo un favore per ieri."
Dice Kyky.
"Due caro."
Dice la mia amica facendogli l'occhiolino.
Lui ridacchia.
"Hai ragio, giusto. Vedrò come recuperare."
Afferma Kyl.
"Mi basta che Char sia felice e che tu la tratti bene."
Afferma lei.
Si sorridono.
Poi, passa a guardare dolcemente me.
"Spero di renderla felice, allora. La tratterò come una principessa."
Afferma sorridendomi.
Arrossisco ed abbasso lo sguardo.
"Ero felice anche prima che ci fidanzassimo."
Affermo.
Mi lascia un bacio sulla fronte.
Continuiamo a chiacchierare del più e del meno fino a che, alle 11:00, suonano alla porta. Bebe va e da il tiro. Dopo un minuto si presenta Ney.
Kyky si alza e si abbracciano.
"Ehylà, Kylianito, come va?"
Gli chiede il brasiliano.
"Tutto bene, Bro. Tu?"
Dice l'altro
"Alla grande. Chica, a te? Tutto ok? Come ti tratta questo qui?"
Mi chiede ridacchiando Ney dando una pacca sul petto al mulatto.
"Neyy, tutto bene. Sisi, mi tratta bene, tranquillo."
Dico ridacchiando.
Mi viene ad abbracciare. Ricambio.
"Mi fai vedere questo anello?"
Mi chiede.
Annuisco e gli nostro l'anulare con l'anello.
Lo osserva attentamente.
"Cavolo, bro. È d'oro bianco, merda. Ti avevo detto di prenderne uno bello, ma ti sei superato con questo."
Afferma sbalordito il sudamericano.
Vedo Kyl sbiancare e sgranare gli occhi. Si avvicina al brasiliano e gli dà uno scappellotto sulla nuca. Questo si accarezza il punto dolente.
"Ehy, ma che ti prende?!"
Esclama Ney.
"Lei non sapeva niente. Le stai svelandoo tutto, cretino!"
Esclama il mio compagno.
"Ops...eu não quis dizer, desculpe, bro!"
Esclama in portoghese-brasiliano Ney.
Vedo Kyl sbuffare.
Poggio la mano sinistra sulla sua spalla e gli sorrido per tranquillizzarlo.
"Va tutto bene, Kyky. Tranquillo. Mi fa molto piacere che ti sia fatto aiutare da loro due, che sono speciali, Bebe per me, e Ney per te."
Affermo.
Ricambia il sorriso.
"Ah ma dai. Era in totale panico, credimi. Non sapeva come e cosa fare, quindi ha contattato me e poi mi ha chiesto il numero di Bebe."
Dice Ney.
"NEYMAR!"
Esclama ad alta voce Kyl.
"Ok, la situazione sta degenerando, a Ney stanno uscendo troppe cose di bocca e Kyl si sta incazzando. Allora, respiriamo e manteniamo la calma, su."
Interviene Bebe.
Vedo Kyl respirare profondamente e sospirare.
"Scusami bro."
Dice infine.
"Nada problem."
Dice il brasiliano.
"Dai, forza. Che facciamo?"
Chiedo.
Tutti e tre alzano le spalle.
"Obbligo o verità?"
Propone Ney.
"Ci sto!"
Afferma Bebe.
"Ma sì dai."
Si unisce Kyl.
Manco solo io.
Vedo Bebe ghigare e guardarmi aspettando una mia risposta.
"Ok, va bene."
Dico.
"Grande!"
Dice Ney.
Ci sediamo in cerchio per terra. Inizia Bebe.
"Kyl, obbligo o verità?"
Chiede al mulatto.
"Facciamo obbligo."
Dice dopo avervi pensato per qualche secondo.
"Bene. Ti obbligo a dirci qual è stato il periodo di tempo più breve che è passato dal conoscere una persona e andarci a letto."
Afferma la mia amica ghignando.
Spalanco gli occhi. Sento di essere arrossita. Inizio a giocherellare con le mie dita.
Vedo che anche Kyl è in difficoltà.
"Oh...beh...merda, ma non c'è modo di passare?!"
Esclama lui.
"Ehm, se vuoi passare c'è una piccola penitenza."
Dice Bebe guardandomi.
La fulmino con lo sguardo.
"Spara."
Dice Kyl.
"Fare un succhiotto a Char."
Dice lei.
"Ma io ti ammazzo Bebe."
Dico.
Mi fa la linguaccia.
"Quindi? Cosa preferisci?"
Lo incita la mia amica.
"Rispondo alla domanda. La settimana scorsa."
Dice guardandomi.
"Oh, beh, come se non lo sapessimo."
Dice ridacchiando Ney.
"Cretino."
Dice il francese.
"Dai, Kyl, tocca a te."
Afferma Bebe.
Lui annuisce.
"Ney, amico mio, obbligo o verità?"
Chiede il mio ragazzo guardando l'amico.
"Direi obbligo."
Risponde l'altro.
Kylian ghigna.
"Oh, beh, ti obbligo a baciare Bebe per venti secondi."
Dice.
Vedo Ney arrossire leggermente.
Poi sbuffa e prende il viso di Bebe tra le sue mani per poi iniziare a baciarla.
"Non voglio fare vedere a tutti quanto godi mentre lo facciamo."
Mi sussurra all'orecchio per poi mordermi il lobo.
"Stai attento con le parole, mon francaise."
Dico di rimando.
Passano venti secondi ed i due si staccano.
Hanno le labbra un po' rosse.
"Beh, tocca a me. Chica, obbligo o verità?"
Chiede Ney guardandomi.
"Verità."
Dico.
"È vero che Kyl non è il tuo primo fidanzato?"
Mi chiede.
"È vero."
Dico.
Annuisce.
"Bebe, obbligo o verità?"
Le chiedo.
"Obbligo."
Dice.
Ghigno.
"Stasera ti obbligo a preparare le tagliatelle."
Dico.
Non le ha mai sopportate.
"Noooo, Char, no. Ti prego! Posso passare?"
Chiede supplicandomi.
Ridacchio.
"Sì, però, c'è una penitenza, mia cara."
Dico.
"E cioè?"
Chiede.
"Oh, beh, la stessa di quella di Kyky."
Dico ghignando.
La vedo arrossire.
"Aspe...i-io a lui...o l-lui a me?"
Chiede.
"Tu a lui."
Dico ridacchiando.
"Ma sei scema?!"
Esclama.
Alzo le spalle con un sorriso stampato in faccia.
Sbuffa e si avvicina a Ney. Dopo un minuto si stacca.
"Contenta?"
Mi chiede.
Sorrido.
"Kylian, obbligo o verità?"
Chiede Bebe.
"Verità, questa volta."
Dice lui.
"Hai mai finto di essere ammalato per saltare la scuola?"
Chiede Bebe.
Vedo Kyky ridacchiare ed annuire.
"Oh, guarda, se fosse stato possibile, lo avrei fatto tutti i giorni. Odiavo la scuola, ma ero obbligato ad andarci. Comunque sì, è vero, due o tre volte l'ho fatto."
Afferma lui.
"La scuola è importante, però."
Dico.
"Lo so, lo so. Ma secondo te io sono un tipo da scuola?"
Mi chiede.
"No, perché sei un tipo da calcio."
Affermo.
Ride.
"Aha, se è per questo sì."
Dice.
"Tocca a me. Poupée, obbligo o verità?"
Mi chiede ghignando.
Questo ragazzo è pericoloso, so che se scelgo obbligo mi farà fare qualcosa di strano. Però, mi piace rischiare, quindi, rischiamo.
"Obbligo. Fai il bravo però."
Dico.
Ghigna.
"Stasera vieni a casa mia. Più buono di così, non si può, ma madamoiselle."
Afferma facendomi l'occhiolino.
So che questo suo obbligo ha un doppio fine.
"Uff...va bene...a patto che poi mi accompagni a scuola."
Dico.
"Certo. Sempre se ti sveglierai in orario."
Dice.
"Ehm...raga, non vorrei dire, ma ci siamo anche noi due ed abbiamo capito perfettamente capito il doppio senza del vostro discorso."
Interviene Ney.
Arrossisco di colpo.
"C-cambiamo gioco?"
Chiedo imbarazzata.
"Dico che è un'ottima idea."
Dice Kyl.
"Va bene. Che facciamo?"
Chiede Ney.
Scrollo le spalle.
"Niente. Parliamo."
Dico.
"Bien. Dice osa parliamo?"
Chiede il brasiliano.
"Non lo so."
Dico.
"Bebe, a proposito, tu sei pronta per venerdì?"
Le chiedo alludendo all'esame.
"Cos...ahhh, per l'esame...oh, beh, cercherò di stare tranquilla."
Dice lei.
"Poi, parla quella che è un genio e prenderà sicuramente il massimo dei voti."
Dice alzando gli occhi al cielo e ridacchiando.
"Avete un'esame venerdì?"
Intervengono i ragazzi.
Annuiamo.
"Allora, ci ricorderemo di augurarvi buona fortuna giovedì, vero Kyky?"
Afferma Ney dando una gomitata al mulatto.
"Ahioo... sì, ce ne ricorderemo."
Dice l'altro.
Scoppio a ridere per la faccia che ha fatto Kyl alla gomitata.
"Ah, a proposito, buona fortuna Chacha, per sopportarlo."
Afferma ridacchiando Ney.
"Grazie, guarda, per ora è bravo."
Dico stando al gioco.
"Ehy, ma io sono bravo."
Interviene il francese mettendo su il broncio.
Ridacchio.
"Ma noi stiamo scherzando."
Dico accarezzandogli la guancia sinistra.
"Lo so, lo so."
Dice lui.
Ridiamo.
Continuiamo a chiacchierare del più e del meno. Cantiamo e balliamo. Ci divertiamo. Arrivano le 13:30.
Mi alzo e mi stiracchio.
"Vado a preparare qualcosa da mangiare."
Affermo.
Vedo Bebe alzarsi ed avvicinarsi a me.
"Se vuoi ti posso aiutare."
Propone.
"Ma no, stai tranquilla. Resta e fai compagnia al tuo uomo."
Dico ridacchiando e facendole l'occhiolino. La spingo leggermente all'indietro e, prendendola per le spalle, la faccio sedere di nuovo. Sempre al fianco di Ney.
Ridacchio e vado in cucina. Mi avvicino ai fornelli ed inizio a preparare qualcosa da mangiare.
Improvvisamente, dopo dieci minuti, sento sbattere la porta alle mie spalle. Sarà Bebe.
"Bebe, dai. Ti ho detto che faccio io."
Dico.
Mi sento accarezzare e stringere per i fianchi.
"Non penso di essere Bebe."
Sussurra all'orecchio Kyl lasciandomi un bacio sul collo.
"Lo avevo capito. Cosa c'è?"
Gli chiedo.
Mi volta verso di sé facendo aderire i nostri ventri. Mi stringe di più i fianchi e mi spinge sul bancone al fianco dei fornelli facendomi sedere. Mi allarga le gambe e si mette in mezzo.
"Vorrei farti mia ora, ma mi limito a questo."
Afferma sensualmente al mio orecchio. Poi, infila una mano all'interno dei pantaloni che ho indosso e mi accarezza l'intimità con le dita infilandone due dentro di me. Inizia a muoverle. Vorrei gemere, ma non posso. Quindi, mi mordo il labbro inferiore ed affondo la testa nell'incavo del suo collo inarcando la testa.
"Che c'è? Ti piace?"
Mi chiede.
"...c-continua..."
Dico balbettando.
Continua per cinque minuti, poi sfila la mano.
"Questo è un assaggio di stasera, poupée."
Afferma mordendomi il lobo dell'orecchio.
"Che cretino che sei."
Dico.
Non dice niente. Si lava le mani e poi mi bacia.
"Ti farò urlare il mio nome, fidati."
Mi dice ghignando.
"Adesso ho paura, guarda."
Affermo ironica.
"Non sai di cosa sono capace."
Afferma ghignando per poi tornare in sala.
Scuoto la testa e torno ai fornelli continuando a preparare ciò che stavo cucinando, la pasta al forno.
Dopo mezz'ora, la pasta è pronta. Apparecchio la tavola e preparo i piatti.
Poi, chiamo gli altri.
Vengono e ci sediamo a tavola. Io vicino a Kyl.
"Beh, che dire, squisita. Complimenti alla cuoca!"
Esclama Ney con sorriso stampato in faccia.
Sorrido anche io.
"Grazie mille, Ney."
Dico.
"E di che, è veramente buonissima!"
Dice ancora.
"Sì, lei è molto brava a fare queste cose."
Interviene Bebe.
"Parla quella che è cento volte più brava di me in cucina!"
Esclamo ridacchiando ed alzando gli occhi al cielo.
"Mi sopravvaluti troppo, Chacha."
Dice lei.
Scoppiamo tutti a ridere.
"Buonissima, madamoiselle."
Afferma Kyl guardandomi e sorridendomi.
Ricambio il sorriso arrossendo lievemente.
"Ohhh, la ragazza di imbarazza!"
Esclama divertito Ney ridendo. Alla sua risata si uniscono Bebe ed anche Kyky.
Divento ancora più rossa, non dall'imbarazzo, ma dalla vergogna e un po' dalla rabbia.
"Ah, e tu l, Ney, devi vedere come arrossisce Bene quando ti vede, quando parlate e quando le dici cose dolci!"
Esclamo ghignando.
Vedo Bebe diventare tutta rossa dalla vergogna e Ney bloccarsi.
Ghigno di nuovo e ridacchio.
"Questa mi è piaciuta!"
Afferma Kyl.
Ci battiamo il cinque.
Faccio la linguaccia ai due di fronte a noi.
"Char! Io ti ammazzo oggi."
Dice a denti stretti la mia amica fulminandomi con lo sguardo.
"Sbaglio o me lo hai detto anche altre volte, ma sono ancora vivo"
Chiedo ridacchiando.
Lei alza gli occhi al cielo.
"No comment."
Dice Ney.
Scoppiamo tutti a ridere.
"Char, vogliamo parlare di te? Di come ti imbarazzi, arrossisci e balbetto in presenza di Kylian? Oppure come ti mordi il labbro quando lui è al tuo fianco e ti fa i complimenti?"
Dice ghignando Bebe.
La guardo fulminandolo con lo sguardo. Però, abbasso lo sguardo, perché sì, quello che ha detto è tutto vero. Quando sono al fianco di Kyl mi imbarazzo, arrossico e balbetto, perché sì, quando mi dice qualcosa di dolce e mi fa i complimenti, mi mordo il labbro inferiore. Non riesco a guardarlo dritto negli occhi che arrossisco e mi imbarazzo.
"Mi piace troppo quando fa così, Bebe. È bellissima quando arrossisce."
Afferma dolce Kyl accarezzandomi le spalle.
Mi mordo il labbro inferiore.
"Kyl, non ora."
Riesco a dire.
"Non ti imbarazzarti."
Mi dice.
"Vedi? Chacha, sei proprio cotta."
Afferma la mia amica.
La guardo male.
"Smettila, ti prego."
Dico.
La vedo ridacchiare.
"Ah, perché, vi siete messi insieme senza neanche dichiararvi?"
Insiste, stuzzicandomi.
Non la sopporto quando fa così. Stringo i pugni sotto il tavolo. I ragazzi sembrano capire che mi sto agitando, anche perché mi sono irrigidita ed ho cambiato umore.
"Che me dite di andare a fare un giro?"
Interviene Ney, cambiando discorso.
Grazie, Ney, ti adoro.
"Sì, infatti, la trovo un'ottima idea."
Dice il mulatto.
I due si alzano e vanno in sala.
Fulmino Bebe con lo sguardo e vado di là anche io.
"Vado a mettermi qualcosa di decente. Grazie, ragazzi, vi adoro."
Dico.
"Vai tranquilla, ha esagerato un po', la tua amica."
Dice Ney.
Annuisco scuotendo le spalle.
"Poupée, tu mi piaci così come sei, ricordatelo."
Mi dice Kyky all'orecchio.
Gli sorrido. Ricambia.
Vado in camera mia e mi cambio velocemente. Metto un top nero e dei jeans bianchi a cui abbino delle Adidas alte. Sciolgo i capelli e li pettino. Mi trucco lievemente. Sono pronta, torno giù.
Trovo solo i ragazzi.
"Bebe dov'è?"
Chiedo.
"È andata a cambiarsi, chica."
Risponde Ney.
Annuisco.
"Non ti sarai mica offesa?"
Mi chiede il brasiliano.
"No, sono solo infastidita, detesto quando fa così, quando mi stuzzica e mi istiga."
Dico sedendomi sul divano.
"Capisco, ma lasciala fare. Voi due state troppo bene insieme, siete una coppia perfetta. Come lo potevamo essere io e Carol, con Davi, nostro figlio, una famiglia perfetta, ma non è andato tutto per il verso giusto."
Afferma il brasiliano.
"Perché? Hai un figlio? Non lo sapevo."
Dico incuriosita.
"Oh, chica, dimentico che non sai niente di calcio e tantomeno conosci i giocatori. Comunque sì, ho un figlio."
Mi dice.
"Posso sapere quanti anni ha?"
Chiedo.
"Certo che puoi. Ha sette anni, ne deve compiere otto il 24 agosto."
Mi risponde.
"È solo due anni più grande di mio nipote, Simon."
Dico.
"Hai un nipote?"
Mi chiede.
Annuisco.
"Mio fratello, Eduard, ha una compagna ed hanno un figlio, Simon, appunto, di 6 anni."
Dico.
"Ah, non me lo avevi detto."
Dice.
"Come tu non mi avevi detto di tuo figlio. Bebe penso lo sappia già visto che è così ossessionata con te."
Affermo.
"Ahaha, immagino."
Dice ridacchiando.
"Eccomi."
Afferma una voce femminile.
Mi alzo dal divano ed incrocio le braccia sotto il seno.
"Possiamo andare, allora."
Dice Kyl.
Annuisco avvicinandomi a lui.
Prende la mia mano stringendola nella sua.
Mi sorride dolcemente. Quanto è carino quando fa così!
Ricambio il sorriso.
Usciamo di casa e passeggiamo per le strade di Parigi. I ragazzi sono tutti incappucciati, per non farsi riconoscere. Io e Kyl davanti, Ney e Bebe dietro di noi.
"Le dovresti parlare."
Mi dice il francese.
"Lo so, ma dovrebbe farlo prima lei, io, in realtà, non le devo dire niente. Non mi è piaciuto affatto la cosa ultima che ha detto. Non mi piace che lei pensi che ci siamo fidanzati solo per divertimento e per fare sesso, no. Non voglio che pensi che io non provi niente per te, che non proviamo sentimenti reciproci."
Affermo.
Kyl si guarda un attimo alle spalle. Mi volto anche io. I due si sono fermati ad una vetrina.
Kyl mi guarda e mi blocca, accarezzandomi le spalle.
"Non piace, sinceramente, neanche a me che lei pensi ciò, però, devi farti coraggio. Sappi che per me vali moltissimo, più di quanto tu possa pensare ed immaginare. Sei fantastica. Giuro che non farò mai niente che ti possa fare male."
Afferma.
"Ma io mi fido di te, Kyky."
Dico.
"Parlate stasera, ricongiungetevi, fate pace, anche se non avete propriamente litigato. Non voglio che la mia fidanzata sia triste solo per un pensiero non valido di una sua amica."
Afferma.
"Io...ti ringrazio."
Dico.
"Figurati, ma madamoiselle."
Dice lui.
"Ragazzi, ci fermiamo in quel negozio di abbigliamento? Vorrei provare un vestito che ho vestito e che trovo carino."
Ci chiede Bebe.
Annuisco.
"Per me va bene, basta che non ci metti troppo."
Dice Kyl.
Ridacchio.
"Ci proverò allora."
Dice lei.
Entriamo in quel negozio e Bene trascina per il polso Ney verso una corsia di vestiti.
"A questo punto, faccio un giro anche io."
Dico.
Kyl annuisce.
"Vieni con me."
Dico.
Giro, anzi, vago senza meta in quel negozio. Poi, trovo un pmgiacca di jeans della Levi's, il modello nuovo. È molto bella.
"Ti piace questo?"
Mi chiede alle spalle il mio ragazzo.
"Sì, è molto bello, è uscita da pochissimo."
Dico.
Controllo il prezzo, è troppo alto. 150€. Peccato, fosse stata meno cara, magari, l'avrei comprata.
"Che taglia hai?"
Mi chiede Kyl.
"Una M."
Dico.
"Perfetto."
Dice lui.
Rivista tra le giacche finché non ne prende una e me la da.
"Valla a provare, su."
Mi incita.
"No...non posso...non devi spendere soldi per me..."
Dico.
"Charlotte, ti ho detto di andarla a provare, dai. Non farmi insistere. Per me non è un problema spendere, tranquilla."
Afferma incrociando le spalle al petto.
Annuisco e vado ai camerino. La provo. Mi sta perfetta, le spalle vanno bene e mi sta bene.
"Allora? Come ti va?"
Sento dire fuori dal camerino, non da Kyky, ma da Ney. Suppongo che anche Bebe stia provando qualcosa.
"Bene, ma perché insisti tanto nel prendermelo?"
Sento chiedere da Bebe, nel camerino a fianco al mio.
"Ti dimmi se ti va e fatti vedere, poi, ti devi solo fidare di me."
Afferma il brasiliano.
"Char, hai fatto?"
Sento chiedermi fuori dal camerino.
"Sì, vieni un attimo dentro, Kyl, ti devo far vedere una cosa della giacca."
Mento.
Fa come gli ho chiesto.
"Ti sta bene, cos'ha che non va?"
Mi chiede arricciando il naso.
"Shhh, ascolta."
Dico appoggiando la testa al muretto che separa i due camerini.
"Ney, ma io mi fido di te, lo sai."
Sentiamo dire da Bebe.
"Lo so, lo so, senorita. Fatti vedere, dai."
Dice lui.
Sentiamo spostarsi la tendina del camerino.
"Wow, ti sta d'incanto, il verde petrolio ti dona particolarmente."
Dice Ney.
"Lo pensi davvero?"
Chiede lei.
"Ma certo, non mento mica, io."
Dice ridacchiando il ragazzo.
"Ushhh, ho capito tutto!"
Esclama a bassa voce Kyl.
"Dimmi che stiamo pensando la stessa cosa!"
Esclamo.
"Se stai pensando anche tu che Ney vuole chiederle quella cosa, sì."
Dice il francese a bassa voce.
"Siiii, è quello che penso!"
Dico.
Presa da un mix tra felicità ed euforia, lo abbraccio.
Ricambia.
"Forza, andiamo, ti prendo questa giacca."
Dice.
"No."
Dico.
"Insisto. Dai, poupée, permettimi di comprartela."
Afferma.
"No, non te lo permetto. Hai già fatto troppo per me, prendermi il vestito e le scarpe di ieri. No, basta."
Dico.
"Ma così ci rimango male."
Dice facendo i labbroni.
Non riesco a resistere.
Sbuffo.
"E va bene, fai quello che vuoi."
Dico.
Sorride e mi fa l'occhiolino.
Mi sfila di dosso la giacca ed esce dal camerino dopo avermi lasciato un veloce bacio a stampo sulle labbra. Sembra un bambino delle volte.
Esco anche io dal camerino ed esco dal negozio.
Dopo qualche minuto, escono anche Ney e Bebe.
"Kyky?"
Chiede il sudamericano.
"È alla cassa, penso che stia per uscire."
Dico.
"Sì, era alla cassa, ma ci mette così tanto?"
Chiede retoricamente.
"A quanto pare."
Dico.
Ridacchiamo.
Dopo due minuti, esce anche lui dal negozio.
"Madò, che fatica!"
Esclama passandosi una mano in faccia.
"Ma che è successo?"
Gli chiedo.
"La cassiera mi ha riconosciuto, è stato un casino. Ho dovuto dire che la giacca è per la moglie di mio fratello adottivo e che non poteva venire perché influenzata. Ti ho coperta le spalle, ma madamoiselle."
Afferma ridacchiando e facendomi l'occhiolino.
"Ti ringrazio."
Dico.
Ci incamminiamo di nuovo.
"Kyky, ti posso rubare la dama per qualche minuto?"
Sentiamo chiedere alle nostre spalle. È Ney.
Kyl mi guarda ed io annuisco.
"Va bene, te la concedo, ma mettici poco."
Afferma ridacchiando il mulatto.
L'altro annuisce.
Ney si mette al mio fianco e torniamo a camminare.
"So che hai sentito il discorso mio e di Bebe."
Mi dice.
Oh cavolo.
"Oh...ehm...scusa, non volevo origliare..."
Dico.
"Ah, ma cosa?! Pensi sia arrabbiato?"
Dice ridacchiando.
"Sì, perché?"
Chiedo.
"Ma non lo sono affatto, tranquilla, chica. Più che altro, penso che tu e Kyky abbiate capito ciò che ho intenzione di fare."
Dice.
Annuisco.
"Penso di sì, le vuoi chiedere quella cosa?"
Gli chiedo indicando l'anello che porto al dito.
Annuisce con un cenno veloce della testa.
"La faresti molto felice. Sei sicuro della tua scelta? Di amarla?"
Chiedo.
Non vorrei che poi Bebe ci rimanesse male a causa di una separazione.
"Ne sono sicuro al 200%, ahaha, anche se non esiste. Sì, la amo. Come Kyky ama te, come tu ami lui, io amo Bebe."
Afferma.
Sento di essere arrossita. Doveva proprjo fare il paragone con me e Kyl?
"Ehy, che c'è?"
Mi chiede.
"Ah...no, niente, tranquillo."
Dico.
"No, è successo qualcosa. Hai cambiato espressione del viso, chica...ah, ho capito. Pensi che Kyky non ti ami?"
Mi chiede.
Corruccio la fronte. Come può credere che stia pensando una cosa del genere? No, assolutamente no. O forse...
Mi mordo il labbro inferiore.
"No, no. Non pensare questo, ti prego. Lui...lui...non devo dirtelo io, ma lui."
Afferma Ney.
"Hai ragione. Non devo pensare questo."
Dico.
"Brava, così mi piaci. Torno da Bebe, dai. Ti lascio al tuo fidanzatino."
Afferma ridacchiando.
Gli faccio la linguaccia.
Kyl torna da me.
"Grazie per la giacca, non dovevi."
Affermo.
Mi regala un sorriso dolce.
Ricambio con uno imbarazzato.
Continuiamo a passeggiare e girare per le strade di Parigi fino alle 19:15. Ci fermiamo davanti alla Sorbonne. Che strano, ogni volta sempre qui.
"Raga, io accompagno Bebe a casa, se non è un problema."
Dice il brasiliano.
"Oh, va bene."
Dico.
Mi avvicino alla mia amica.
"Mi dispiace per prima."
Dice.
"Tranquilla, ormai so che sei fatta così."
Dico.
Ridiamo.
Ci abbracciamo.
"Ney, trattamela bene."
Affermo.
Lui ridacchia e mi fa l'occhiolino.
"Certo, chica."
Dice.
Ridacchio anche io.
"Beh, ci vediamo allora. Ciao bro, ciao chica!"
Ci saluta Ney.
Ricambiamo il saluto e se ne vanno.
"Adesso, noi due andiamo a casa mia."
Dice.
"Questo lo avevo già capito, mon francaise."
Affermo facendo una piccola risatina.
"Meglio, ma cherie."
Afferma.
"Ed ho anche capito le tue intenzioni."
Affermo avvicinandomi a lui.
Gli circondo il collo con le braccia ed infilo le mani dentro il cappuccio della sua felpa che gli copre la testa. Inizio a fargli i grattini sulla nuca.
"Ah sì? Ancora meglio."
Dice ghignando e sorridendo maliziosamente.
"E se io non volessi?"
Dico.
Avvicino il mio volto al suo.
"Impossibile."
Dice.
"Io credo sia possibile, invece."
Dico ghignando.
Gli lascio un bacio di sfuggita sulle labbra.
"E per fortuna che non volevi finire sui giornali, madamoiselle."
Afferma.
"Non penso ci siano paparazzi ovunque tu sia."
Dico.
"Beh, hai ragione. Dai, andiamo."
Afferma.
Annuisco.
Ci incamminiamo verso casa sua. Dopo una decina di minuti, arriviamo. Entriamo.
Vado a sedermi sul divano.
"Hai fame?"
Mi chiede Kyl.
"Un po' sì."
Dico.
Ridacchia.
"Ti preparo qualcosa."
Afferma andando in cucina.
"Grazie, Kyky."
Dico.
"Questo ed altro per te, ma poupée."
Afferma.
Mi spunta un sorriso sul volto. Un sorriso spontaneo. Per questo nomignolo datomi da lui ieri. È così dolce.
Mi alzo dal divano e vado anche io in cucina.
"Cosa prepari?"
Gli chiedo.
"Un piatto di semplice pasta in bianco ti può andar bene?"
Mi chiede.
"Ma certo, tranquillo."
Dico.
Dopo cinque minuti, è pronto. Mi porta il piatto a tavola. Mi siedo. Si siede di fronte a me senza piatto davanti.
"Non mangi niente?"
Gli chiedo.
"No, non ho fame."
Dice.
"Ma come fai?!"
Esclamo.
"Eheh, ma cherie, questione di pratica legato anche agli allenamenti, sai, noi calciatori non possiamo permetterci di mangiare troppo."
Mi dice.
"Certe cose proprio non le capisco."
Dico.
Ridacchia.
"Mangia, dai."
Dice.
Dopo cinque minuti finisco di mangiare.
Kyl si alza e va in salotto. Lo imito. Mi posiziono dietro di lui e lo abbraccio da dietro poggiando le mani sui suoi addominali.
Poggia le sue mani calde sulle mie.
"Perché?"
Chiede voltandosi verso di me.
"Non posso abbracciare il mio ragazzo?"
Chiedo.
Sorride e poggia le mani sui miei fianchi. Me li accarezza doclemente e mi attira a sé.
"Ti voglio."
Mi sussurra sensualmente all'orecchio per poi mordermi il lobo.
"Ed allora perché continui a parlare e non vai ai fatti?"
Affermo leccandogli il collo.
Mi bacia infilndo la lingua nella mia bocca.
Stringe i miei fianchi scendendo fino ai glutei, che stringe. Gemo sulle sue labbra.
Allaccio le gambe alla sua vita e gli circondo il collo con le braccia.
Scende a baciarmi e mordicchiarmi il collo. Sale le scale fino ad arrivare alla sua camera da letto. Mi butta sul letto. E mi sfila top pantaloni. Rimango in mutande e reggiseno.
Si alza ed inizia con il togliersi la felpa che ha indosso, poi la canottiera. Che fisico!
Mi mordo il labbro inferiore.
Lo nota e ghigna.
Si slaccia la cintura e la zip dei pantaloni. Li sfila. Rimane in box.
Si allunga su di me sul letto e ricomincia a baciarmi.
Scende a baciarmi il seno per poi lasciarmi una scia di bacia fino all'elastico delle mutande. Passa a baciarmi l'interno coscia. Allunga la mano destra e stringe il mio seno destro. Gemo.
Sale con i baci e mi bacia il collo. Poggia la mano sinistra sulla mia intimità, ancora coperta dalle mutandine.
"Ti eccito così tanto?"
Mi chiede malizioso all'orecchio per poi mordermi il lobo e scendere a leccare e baciare il mio collo.
Con un rapido gesto mi sfila le mutande e slaccia il mio reggiseno. Sono completamente nuda.
Si alza con il busto e si guarda intorno.
"Che c'è?"
Chiedo curiosa e stranita.
Lo vedo ghignare.
Scende dal letto e prende la sua cintura.
Torna sul letto posizionandosi sopra di me.
"Adesso farò una cosa che ti piacerà, ma poupée. Ti ricordo quel che ti ho detto questa mattina?"
Mi chiede sensualmente all'orecchio. Scende con la mano e mi accarezza l'intimità nuda.
"K-Ky...d-da quan-do s-sei c-cosí dannatamente sexy?!"
Esclamo tra i gemiti.
Prende le mie mani legandole strette con la cintura e posizionandole sopra la mia testa. Ho capito cosa vuole fare. Mi morde il labbro inferiore.
Mi bacia i seni stuzzicandomi i capezzoli, ormai duri. Poi scende lasciandomi una scia di baci lungo il ventre.
Torna ad accarezzarmi l'intimità con la mano destra. Poi, come stamattina, infila due dita dentro di me muovendole velocemente. Inarco la schiena e gemo dal piacere. Porca miseria, non sapevo che lo sapesse fare così bene. Nota i miei geniti e sul suo volto compare un ghigno entusiasta.
Mi bacia l'intimità.
"K-Ky-Kylian..."
Lo chiamo tra i gemiti.
Infila un terzo dito e continua a muovere le dita sempre più velocemente.
Sale con i baci tornando ai seni. Poi, al collo che lecca e mordicchia.
"K-Ky-Kyl...s-sto p-per v-ve-nire..."
Dico tra i gemiti.
Mi bacia ed infila la lingua.
"Non ora, piccola. Non sul più bello."
Afferma ghignando.
Sfila le dita da dentro di me e si toglie i boxer con un rapido gesto. Mi penetra di botto. Si muovo velocemente e con forza. Mi lascio andare e gemo inarcando la schiena dal piacere. Allaccio le gambe alla sua vita. Aumenta sempre di più le spinte.
"K-KY-KYL..."
Esclamo ad alta voce tra i gemiti.
"C-cosa ti ho detto prima?..."
Mi chiede all'orecchio.
"K-K-KY-KY...aha..di...DI PIÙ..."
Esclamo tra i miei gemiti.
Aumenta le spinte sempre di più. Stringe i miei fianchi e scende fino ai glutei che stringe. Gemo.
Poi, sale con le mani fino ai senti che stringe a loro volta. Mi bacia sulle labbra inserendo la lingua.
Vorrei potergli accarezzare le spalle, la testa, ma le mie mani sono legate.
Continua ad aumentare le spinte ed ad andare sempre più veloce, finché non viene. Dopo un minuto, vengo anche io.
Esce da dentro di me, si infila velocemente i boxer e si sdraia al mio fianco.
"Merda..."
Riesco solo a dire.
"Che c'è? Non hai parole?"
Chiede il mulatto ghignando.
Lo guardo male mentre respiro ancora affannosamente.
Mi spiega le mani.
"Ti ho detto che ti avrei fatto urlare il mio nome, no?"
Afferma.
"Cretino."
Dico.
"Ammettilo, ti è piaciuto."
Dice.
Lo bacio accarezzandogli la testa.
"È stato fantastico, mon prince. Ti giuro che ti farò godere anche io così, la prossima volta."
Affermo ghignando.
"Mi fai già eccitare abbastanza quando mi stai accanto, cosa vuoi di più, cherie?"
Mi chiede.
"La vendetta di quello che mi hai fatto oggi. E ci riuscirò."
Dico.
"Ah, ne son certo, guarda. Ora dormi, piccola."
Afferma coprendomi il corpo nudo.
"Non ho sonno."
Dico.
"Te lo farai venire. Domani ti devo portare a scuola, ricordi?"
Dice.
Annuisco.
"Resta qui."
Dico.
"Non me ne vado."
Dice circondandomi le spalle con il suo braccio destro.
Mi addormento con un sorriso o stampato sul volto.

~L'enchevêtrement de la vie~Kylian Mbappé Where stories live. Discover now