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Quando saliamo in macchina Ethan attiva il riscaldamento sui sedili e io gli sono grata per queste piccole premure.

"Le tue labbra erano diventate viola ormai" mi informa. Non lo dice per scherzare o fare qualche battuta, il suo tono è calmo e amorevole come se volesse solo condividere un'osservazione.

"Alcuni amici mi aspettano a casa per sistemare le ultime cose per la festa, hai deciso di venire? Posso lasciarti a casa se vuoi cambiarti o puoi venire da me e mentre sistemiamo le cose stai in camera e ti scaldi o ci dai una mano, come preferisci"

"Credo che passerò per casa a cambiarmi" decido.

"Ti passo a prendere poi?"

Mi giro a guardarlo e la sua faccia è rilassata come sempre questa sera. Incrocia un attimo il suo sguardo con il mio e aggiunge "così non prendi freddo e non mi puoi dire no all'ultimo" sorride.

Il mio telefono squilla e appena lo trovo guardo chi è.
Madison.

"Pronto?" Dico un po' confusa, dovrebbe lavorare a quest'ora.

Dall'altra parte della chiamata sento qualche lamento e il respiro un po' affaticato.

"Non voglio disturbarti ma non ho altre alternative. Ho bisogno che mi passi a prendere, credo di essermi distorta la caviglia, puoi portarmi a casa?"

Che domande sono, certo! Spero non sia nulla di grave, non sono una che si preoccupa 'per niente' però sto allerta per capire se la situazione è critica o meno.

"Sì certo non ti preoccupare, dammi il tempo di arrivare" le dico e chiudo la chiamata.

Ethan mi osserva un po' preoccupato.
Gli spiego la situazione mi scuso per il pacco che gli ho appena tirato.

"Ti porto io nel bar e poi vi accompagno" si offre e accetto visto che ci impiegheremmo più tempo se mi lasciasse a casa per prendere la mia macchina.

In una ventina di minuti siamo davanti al bar e io scendo dall'auto per recuperare Madison. La trovo seduta in un tavolo vicino al bancone con la gamba alta e il ghiaccio appoggiato sulla caviglia. Ha l'espressione di una che ha preso una botta molto dolorosa. La aiuto a tirarsi su e la tengo sotto braccio per aiutarla a camminare fino alla macchina di Ethan.

"Grazie del passaggio" dice Madison quando partiamo.

"Non ti preoccupare, se avete bisogno di qualcosa fatemi sapere se posso esservi utile" ci dice.

"Grazie" sussurro e gli faccio un piccolo sorriso.

Mi giro e guardo Madison sui sedili posteriori che fa una faccia schifata molto buffa ma cerco di trattenermi dalle risate.

"Volete una mano per salire?" Chiede Ethan.

"Tranquillo ce la faccio, grazie ancora per il passaggio, buona serata" dice Madison, con una voce più gentile di quanto mi aspettassi e mi meraviglio quasi quando la vedo sorridergli e salutarlo con la mano.

Lo abbraccio velocemente e lo saluto anche io.

Prendo di nuovo Madison sotto braccio ed entriamo nel condominio. Guardiamo entrambe verso l'alto, consapevoli della quantità di scale e della mancata presenza di un ascensore. Ci guardiamo e ci facciamo forza.
Una volta arrivate in appartamento Madison va subito a lavarsi e io mi sistemo comoda per passare la serata con la mia amica.
La sento uscire dalla doccia e dopo un po' apre la porta. La accompagno sul divano e preparo due tazze calde con un infuso.

"Allora, com'è andata la serata? Ho interrotto qualcosa?" Dice con faccia maliziosa e un sorrisetto un po' perverso.

Mi metto a ridere considerando che prima di partire si era assicurata che non lo baciassi.
Appoggio le tisane sul mobiletto del salotto e mi siedo con lei sul divano.
Inizio a raccontarle la serata per filo e per segno, le dico di com'è stato gentile nel farmi salire in macchina e della chiacchierata generale durante il tragitto. Di quanto fosse carino nonostante fosse vestito casual e dei capelli più lunghi, dell'abbronzatura che risaltava i suoi occhi nocciola. Le parlo anche della cena che era squisita e delle risate che ci siamo fatti. Del posto mozzafiato dove vorrei portarla un giorno e di quanto è stato premuroso nello scaldarmi mentre guardavamo le stelle.

Can we surrender?Where stories live. Discover now