XXVII

27 2 0
                                    

"Noah, cosa c'era nello zaino?" Ethan non sembra voler lasciar passare.

Si avvicina a Noah e cominciano a parlare sottovoce. Non riesco a capire cosa si dicono ma ad un certo punto anche Ethan si passa nervosamente le mani tra i capelli.

"Per quale cazzo di motivo?" Alza la voce.

"Ragazzi volete darvi una calmata?" Subentro nella conversazione "cosa sta succedendo?" Chiedo.

Nessuno dei due mi guarda ne sembrano aver sentito le mie parole, sono entrambi molto tesi.

"Senti non sono affari tuoi, non è niente di grave mi serve solo per arrotondare" dice Noah.

"Arrotondare un cazzo" risponde Ethan arrabbiato "per chi lavori?"

"Conosco solo Cruys, il ragazzo che mi rifornisce" dice Noah.

Non ricordo bene ma questo nome accende una lampadina, credo di averlo già sentito ma non ricordo quando.

"Quindi a tempo pieno" sbuffa Ethan.

Noah lo guarda con l'espressione di qualcuno che non sta capendo la situazione ma quella che ci capisce meno di tutti qui sono io.

"Spacci anche tu?" Chiede stupido Noah.

Rimango a bocca aperta, spacciano? E cosa vuol dire anche tu? Non posso credere che lo facciano sul serio. È questo il loro lavoro?

"Sono un fornitore" dice Ethan "non sono belle persone i capi più alti, devi uscirne prima che ti coinvolgano di più"

"Perché cosa ti hanno fatto fare?" Noah comincia a preoccuparsi.

Non mi sembra vero quello che sto sentendo, è una situazione assurda. Due ragazzi che conosco ormai da più di un anno, frequentano la mia scuola e sono tra i più gentili e simpatici della zona, lavorano per una banda di spacciatori. Mi chiedo se, dopo le parole di Ethan, quella volta che si era presentato a casa mia tutto ridotto male fosse stata colpa dei suoi superiori. Probabilmente è così, non voglio che si trovino in questa situazione. Sicuramente saranno stati attirati dai soldi principalmente, si mantengono da soli e questo lavoro prevede poco tempo e profitti alti da quanto ne so.

"Niente di grave, ma il mio collega racconta storie. È meglio se ci liberiamo di loro il prima possibile" dice Ethan.

"Ho appena perso uno zaino pieno di erba, come credi sarà possibile andare via senza creare casini?" Noah sembra agitato e un po' arrabbiato.

"Cerchiamolo" Ethan si avvia verso la cucina e sparisce tra la folla.

Noah si passa disperatamente una mano tra i capelli e quando incrocia il mio sguardo si rende conto che sono stata qui per tutto il tempo. Io sono davvero confusa e scombussolata in questo momento.

"Ti spiegherò tutto ma ora devo trovare quello zaino" dice e corre dentro casa pure lui.

Lo seguo ma lo perdo velocemente tra la folla, ma quante persone può contenere questa casa? Provo a cercare Joelle dove l'avevo lasciata poco fa ma non vedo nemmeno lei. Guardo l'ora sul telefono, è passata la mezzanotte e Madison sicuramente sta ancora lavorando. Non mi va di stare qui seduta ad aspettare che Noah ed Ethan si calmino o aspettare l'arrivo della mia amica. Recupero tutta la mia roba e mi avvio verso casa.

La mia testa sta scoppiando per tutte le cose successe questa sera, com'è possibile che Noah ed Ethan, due ragazzi per bene, gentili e di buona famiglia, siano finiti a fare da galoppini per chissà quali strane persone. È tutto così assurdo, mi sembra di stare in un film, queste cose non succedono nella vita delle persone come me. Il massimo del dramma che potrebbe accadere è litigare con i genitori per opinioni contrapposte, discutere con Madison su chi delle due deve contattare il proprietario per lamentarci di qualche malfunzionamento dell'appartamento, frequentare due ragazzi e scoprire solo in seguito che sono fratelli. Tutto il resto è troppo, è esagerato, è impossibile.

Can we surrender?Where stories live. Discover now