XXVI

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"Non ho tempo ora" risponde seccato.

"No certo, ma quando puoi" mi affretto a rispondere.

Sembra di fretta e non so se sia per l'appuntamento appena preso o perché non riesce a starmi vicino, sentire il suono della mia voce sembra infastidirlo.

"Ti farò sapere" dice serio.

Fa per andarsene ma lo afferro delicatamente per il braccio, mentre si gira sorpreso dalla mia azione, la mia mano scivola verso il basso incontrando la sua. È calda, come sempre, non l'ho fatto a posta ma decido di lasciarle così, mi era mancata ogni singola cosa di lui, anche sfiorargli le dita.
Lui le guarda per un attimo e poi si stacca mettendo le mani in tasca, lasciando che il freddo pervada il mio corpo.

"Harry per favore ho bisogno di parlarti" ripeto, con la voce leggermente disperata.

"Ora vuoi parlare?" Risponde arrabbiato.
"Avevi tutto il tempo per parlare, ti ho dato mille momenti per parlare, credo tu abbia aspettato troppo per decidere di farlo" alza un po' la voce.

"Mi dispiace" cerco di mantenere il tono più calmo possibile perché se mi agito anche io è finita.
"Non sap"

"Non ho mai insistito su niente Camille, hai sempre deciso tutto tu. Non ti ho mai chiesto di più, anzi, sei stata tu a decidere che non saremmo andati a letto con altre persone" mi interrompe e il suo tono di voce è alto, arrabbiato e ferito.

Mi punta il dito contro e nel mio petto si crea una voragine che mi piega in due dal dolore. Si passa nervosamente una mano tra i capelli e si guarda intorno.

"Non solo lo hai fatto, sei andata con mio fratello" sbotta.

Sento i denti cominciare a tremare e non per il freddo, cerco di parlare ma dalla mia bocca non esce niente, solo respiri caldi che creano una piccola nebbiolina davanti al mio viso. Lui sembra davvero incazzato e più sto zitta più si innervosisce.

Sbuffa e se ne va.

Rimango ancora immobile, ferita dalle sue parole, dalla sua rabbia e dalla cattiveria con cui mi ha parlato. Impotente, lo lascio andare perché non ho la forza di affrontare il suo stato d'animo. Noah diceva di dargli tempo, ormai questo è passato ma non mi sembra che abbia fatto il suo dovere.
Posso comprendere il dolore di Harry, posso immaginare che tutto questo faccia male, ma quello che ferisce profondamente me è il fatto che non abbia la minima voglia di sapere cosa ho da dire io al riguardo. Parla di me ed Ethan come se fossimo stati a letto insieme per tutta la durata del mio rapporto con lui e non è così. Ma non sembra aver voglia di sentire la mia versione della storia. A questo punto mi chiedo come vanno le cose a casa, se questo è quello che pensa sia successo, quali sono i rapporti con il fratello? E se ora è così arrabbiato non voglio immaginare come stava tre settimane fa.

Riesco a percepire di nuovo le gambe e quando riprendo a camminare in direzione del supermercato, noto che alcune persone mi stavano fissando storto, alcuni un po' preoccupati. Non pensavo avessimo dato così tanta scena. Cerco di non farci caso, non mi interessa quello che pensano, solo quello che pensa Harry mi sta a cuore, vorrei tanto riuscire a leggere la sua mente e capire qual è la chiave per portare di nuovo la pace nel suo mondo e magari nel nostro.

La fame che avevo poco fa è sparita, mi si è chiuso lo stomaco con questo scontro. Impressionante come l'umore di Harry riesca ad avere questi effetti su di me, se tutto questo casino non fosse successo sono certa che incontrarlo avrebbe eliminato anche il freddo del vento. Invece abbiamo discusso e lui non l'ho mai visto più alterato di così, aveva anche uno strano colore negli occhi, i suoi capelli erano più scuri e la sua pelle più pallida, tutto di lui era più tenebroso. Mi fa male pensare che questo potrebbe essere il mio ultimo ricordo di lui.

Can we surrender?Where stories live. Discover now