Can we surrender?

XX

"Io.. non avevo molta voglia di andare a lezione oggi" dico schiarendomi la voce.

Cominciamo a camminare verso una direzione non precisa, almeno per me, io seguo lui ma credo che Harry stia facendo lo stesso.

"Quali lezioni stai saltando?" Mi chiede rompendo il silenzio che si era creato.

"Oggi abbiamo pratica tutta la mattina" rispondo. "Ricordo che ieri Louis ha detto qualcosa sul fatto che tuo fratello è un bravo giocatore di rugby, come te" non ho la pazienza di pensare molto, devo sapere.

"È molto bravo, più di me, ma non sembra voler diventare un atleta. So che lavora molto a scuola in svariati corsi sportivi, magari vi siete già visti durante qualche lezione" dice tranquillo.

"Può essere" dico, incerta di fargli sapere che già lo conosco.

"Mi hai sempre detto di avere molti fratelli e sorelle, vivete tutti qui?" Chiedo ancora.

"Isobel e mia madre vivono a Norwich, io sto qui con i miei fratelli" racconta. "Ethan ha ventiquattro anni ma è più probabile che conosci Noah, se non sbaglio siete dello stesso anno"

Cerco di fare dei respiri profondi e di mantenere la calma. Ora è tutto chiaro, non c'è più alcun dubbio.

"Come mai tua sorella non è venuta con voi?" Chiedo per deviare un po' l'argomento.

Mentre parla io rimango a tartassarmi di domande sul come risolvere e uscire da questa situazione. Riesco ad ascoltare qualche parola, capendo che con pochissimi dettagli mi sta raccontando la storia che ad inizio anno Noah mi raccontò riguardo la sua famiglia.

"Magari te la racconto meglio un altra volta" dice.

Cosa dovrei fare io ora? Dirgli tutto subito? Credo sia meglio chiudere prima la faccenda con Ethan, voglio solo che le mie intenzioni siano chiare con Harry prima di fare un casino. Forse se sa che ho chiuso definitivamente con il fratello non sara così grave da superare.

Per mia fortuna il telefono di Harry squilla, probabilmente una chiamata di lavoro o qualcosa del genere, lui tecnicamente è di turno in questo momento nonostante mi abbia dedicato qualche minuto della sua giornata.

"Camille devo scappare, se vuoi ci vediamo più tardi" mi sorride.

"Si, certo, ci sentiamo dopo"

Mi abbraccia e se ne va.

Guardo l'ora sul telefono e noto che è ancora presto, non è nemmeno ora di pranzo. Madison arriverà tra una vita e io non sono ancora tranquilla, non ho la pazienza di aspettarla.
Forse potrei chiudere ora con Ethan, non era a scuola, magari riesco a beccare anche lui in giro. Scrollo la rubrica in cerca del suo numero e dopo pochi squilli risponde.

"Camille, aspettavo una tua chiamata" dice.

"Si, ti chiedo scusa, ero un po' di fretta ieri. Non ti ho visto a scuola, sei in giro?" Vado dritta al punto.

"Si, sto lavorando in realtà. Volevi vederci?" Chiede lui.

Sono un po' indecisa perché questa credo sarà la parte più difficile da affrontare, ma non posso procrastinare, devo farlo, per me, per lui, per Noah e per Harry.

"In realtà si, hai un po' di tempo libero?"

"Io credo che posso prendermi qualche ora verso pranzo, cosa ne dici?" Mi domanda.

"Ottimo, ti aspetto"

Ci diamo appuntamento al parco che è vicino al centro città. Non sono certa di cosa lui pensa che faremmo ma le mie intenzioni sono chiare, andrò dritta al punto come ho fatto con Harry, chiuderò questa situazione e potrò proseguire con la risoluzione dei miei problemi.
Passeggio su e giù per la città e per il parco mentre aspetto l'orario di ritrovo, per calmare i nervi e cercare di fare chiarezza sul discorso che gli farò non appena arriverà. In questo momento mi sento come una macchinetta che deve spuntare le caselle delle cose da fare solo per arrivare alla fine della giornata, la verità è che a Ethan nonostante tutto ci tengo davvero molto e non vorrei farlo soffrire, magari possibilmente non troncare del tutto i rapporti. Mi sto preparando solo per questo, se a lui non ci tenessi gli direi che è finita e che non voglio più vederlo e basta. Ma devo trovare le parole per essere delicata, precisa, fargli capire quanto bene gli voglio e quanto tengo alla nostra amicizia, non voglio andare oltre.