Apro gli occhi e ci metto qualche secondo per mettere a fuoco quello che vedo, la testa mi scoppia e non riesco a pensare lucidamente. Mi aiuto con tutta la forza che ho in corpo per riuscire a sedermi, cerco di ricordare come mai sono finita sul pavimento e perché improvvisamente sento una forte emicrania. Mi guardo intorno e vedo la porta d'ingresso aperta, prendo paura quando nella mia testa rivivo ciò che è successo. Comincio ad agitarmi quando capisco che in casa ci sono solo io. Faccio fatica ad alzarmi dal pavimento e aggrappandomi a tutti i mobili della casa riesco a raggiungere la camera di Camille, lei non è qui.
"Camille" dico, la voce esce piano.
Raggiungo barcollando anche il bagno e camera mia "Camille" dico un po' più forte.
Niente. Non c'è nessuno. Le lacrime cominciano a bagnarmi gli occhi e se già prima era difficile stare in piedi, camminare e vedere lucidamente, ora è quasi impossibile.
Mi avvicino al letto e cerco di concentrarmi il più possibile. Non so bene cosa è successo e nemmeno quanto tempo fa è accaduto ma so per certo che Camille non è qui e devo trovarla. Prendo il telefono e mi sforzo al massimo per cercare il suo numero nella rubrica, mi accorgo solo dopo aver sentito la segreteria che il suo telefono l'ho gettato nel water e che anche se non lo avessi fatto non sarebbe stata lei a rispondere probabilmente. La mia testa è molto lenta nei ragionamenti, ci metto un po' prima di decidere di chiamare Harry. Pure questa decisione è inutile perché il suo numero non ce l'ho, l'unica alternativa è chiamare Noah sperando che risponda. Fortunatamente per me e le mie capacità cognitive il telefono squilla e non passa molto prima di sentire la sua voce rispondere."Pronto?" Capisco di averlo svegliato dal tono che usa.
"N-Noah" balbetto tra le lacrime e l'agitazione.
"Madison cosa succede?" Si schiarisce la voce e cerca di svegliarsi.
Respiro profondamente e mi impegno a combattere il mal di testa che non mi fa ragionare.
"I ladri sono entrati" rispondo.
Devo essere più chiara non si capisce quel che è successo.
"Camille non c'è più, è entrato qualcuno e io mi sono appena ripresa ma Camille non c'è" comincio a piangere disperatamente."Arrivo subito, stai al telefono con me" dice agitato.
Sento un sacco di rumore dall'altra parte della chiamata. Porte aprirsi, rumori di passi di corsa, Noah che chiama Ethan e lo sveglia. Gli dice solo di alzarsi e muoversi, altre porte e altri passi.
"Merda" sbotta dopo un secondo di silenzio.
"Cosa c'è?" Chiedo preoccupata.
"Harry non è a casa, tu continua a stare al telefono, adesso arriviamo" mi avvisa.
Non riesco a pensare a come mai Harry non è a casa, non riesco nemmeno a pensare a cosa può essere successo alla mia amica. L'unica cosa che pervade la mia mente è lo stordimento e la paura. Sento il motore dell'auto accendersi, Noah che ordina ad Ethan di contattare Harry e di venire immediatamente nel nostro condominio. Torno in salotto per essere pronta ad aprirli quando arriveranno. Mi vengono i brividi quando vedo la porta ancora aperta, recupero un coltello da cucina e mi siedo vicino all'entrata. Non è molto ma per la mia testa in questo momento è il massimo che riesco a fare. Non sento bene le conversazioni dei ragazzi al telefono ma continuo a stare in linea aspettando il loro arrivo.
"Madison, ci sei? Apri siamo qui" dice Noah al telefono.
Mi alzo per aprire il portone d'ingresso e aspetto con ansia il loro arrivo in appartamento. Raggiungono il piano di corsa e quando arrivano hanno entrambi un espressione abbastanza spaventata. Noah si avvicina e mi abbraccia subito, io scoppio di nuovo a piangere. Si stacca un po' per guardarmi.
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Can we surrender?
FanfictionCamille è sempre stata una ragazza di poche parole, che fatica ad esprimersi. Nella sua testa confusa non le è sempre ben chiaro cosa vuole, ancora più difficile è dover interpretare quello che vogliono gli altri. Dovrà fare i conti con le parti più...