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Arrivo finalmente a casa e quando apro il frigo sono felice di notare che con pochi sforzi potrei riuscire a preparare un buon pranzo.
Metto su l'acqua e peso la pasta, in frigo ho trovato del pesto e credo sia l'opzione migliore, nonché più veloce. Non conosco i gusti di Harry, spero andrà bene.

Metto a cuocere la pasta e inizio a preparare la tavola quando il campanello suona.
Inizio ad agitarmi.
Apro il portone e la porta di casa aspettando che salga.
Sono impreparata, non ho pensato ne a cosa dirgli ne a cosa fare. Ho agito troppo d'impulso e tra pochi secondi Harry sarà davanti a me pronto per pranzare insieme e passare un pomeriggio con me. Cosa mi è saltato in testa?

Si presenta alla porta con i capelli sciolti più luminosi del solito. I suoi ricci sono davvero lunghi dalla prima volta che l'ho visto a giugno. I suoi occhi verdi brillano accompagnati da un sorriso smagliante.
Quanto è bello questo ragazzo.
Non mi capacito di come sono finita nella sua vita e lui nella mia. Queste cose non succedono alle ragazze come me. Avere un uomo così affascinante, simpatico e intelligente, oltretutto di bell'aspetto, a casa mia, felice di vedermi e di pranzare con me. Dev'essere un sogno.

"Dovresti abbassare il fuoco" mi dice indicando la cucina.

Mi risveglio dai pensieri e girandomi vedo che l'acqua sta sgorgando dalla pentola. Merda.
Corro in cucina e abbasso il fuoco, con un mestolo giro la pasta e cerco di evitare altri guai.
Harry si avvicina a me in cucina ridacchiando per la situazione. Inizia ad osservare i vari ingredienti sul tavolo.

"Posso?" Mi chiede indicando il frigo.

Annuisco.
Fai quello che vuoi, salvaci da questo pranzo.

Apre il frigorifero e dopo averlo osservato per un po' tira fuori i pomodorini. Va nel lavello e li pulisce. Si gira intorno e trova ciò che gli serve: tagliere e coltello. Comincia a tagliuzzare i pomodori in piccoli quadrati e li sistema in una bacinella. Decido di dedicarmi esclusivamente alla pasta vedendo che agisce sicuro di quello che sta facendo.

"Cucini?" Chiedo io un po' sorpresa.

Sorride compiaciuto dalla domanda come se non aspettasse altro.

"Quando ero piccolo amici di mio padre dall'Italia venivano a trovarci spesso. Mi sono appassionato alla loro cucina e mi hanno insegnato alcuni piatti. Quello che sto facendo sarebbe estivo ma vedrai che sarà buono" dice soddisfatto.

"Posso?" Mi chiede indicando la pentola di pasta.

Annuisco di nuovo, mi metto da parte e lo osservo mentre finisce il lavoro che ho iniziato. Assaggia la pasta, spegne il fuoco e la scola, tenendo una tazzina di acqua di cottura.
Questa mi è nuova.
Mette il pesto e la pasta nella pentola e aggiunge i pomodorini che aveva tagliato poco fa, fa scivolare un po' di acqua di cottura e mescola il tutto.
È così bello, concentrato e soddisfatto di quello che sta facendo.

"Piatti" ordina.

Glieli metto a portata di mano e lui comincia a dividere le porzioni.
Guarda soddisfatto i due piatti, felice di quel che è riuscito a combinare, poi si gira verso di me e sorride fiero.

Cominciamo a mangiare e già dal primo boccone mi sorprendo di quanto bravo sia stato Harry. Certo, un piatto di pasta non richiede chissà quali studi, ma a volte può rivelarsi davvero difficoltoso.
Alzo lo sguardo e sorrido ad Harry. Lui sembra leggermi nel pensiero, non che ci sia molto da immaginare.

"Nessuno ti ha mai cucinato la pasta meglio di cosi" dice lui.

Non sono certa se fosse una domanda o un'affermazione, sta di fatto che sicuramente la risposta è una per entrambi.

Can we surrender?Where stories live. Discover now