Capitolo 13

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-allora?- domandò Yamato affiancando Merida a colazione.

-allora cosa?- domandò la ragazza curiosa nel vedere il moro al suo fianco visto che solitamente lei si sedeva con le altre ragazze e lui sempre con Felip, Felip che in quel momento non vedeva da nessuna parte.

-hai parlato con tua madre di quella cosa?-

-ah si- rispose velocemente Merida addentando la sua fetta biscottata integrale con la marmellata di albicocca -mi ha detto che è lieve ma dovrebbe esserci- aggiunse poi -quindi avevo ragione-

-e come faremo ad aiutarlo?-

-ho chiesto anche questo a mia madre e ha risposto che ognuno ha i suoi metodi e se i professori non aiutano deve trovare un modo per...per migliorare e basta- sbuffò Merida -comunque credo che gli passerò tutti i miei appunti vecchi poco alla volta in modo che possa recuperare le cose che non sa- aggiunse abbassando moltissimo la voce tanto che Yamato ebbe un po' di difficoltà ad ascoltarla.

-come? Non gli puoi mollare il tuo quaderno-

-gli chiedo il numero-

-Merida...gli hanno gettato il cellulare nel water a scuola una settimana fa-

-eh?- domandò sconvolta la castana -non lo sapevo! Tu come fai a saperlo?-

-perché ci ha chiesto di svegliarlo alle quattro e noi ovviamente gli abbiamo chiesto che fine avesse fatto la sua sveglia e ci ha spiegato che Andrew gli ha gettato il telefono nel cesso- spiegò velocemente Yamato -è per questo che io e Felip non vogliamo farci vedere con lui-

-cazzo. Non se ne può far arrivare uno nuovo?-

-per fargli fare la fine dell'altro? Approvo la sua scelta-

-ma così è difficile per me aiutarlo senza...troverò un modo comunque che fine ha fatto il tuo amico?-

-ha mangiato in fretta per andare a finire gli esercizi che ieri non ha fatto perché si è sdraiato sul letto a dormire- sbuffò Yamato -a momenti sembra un vecchio di ottant'anni quando ne ha quindici-

-oh andiamo ci distruggiamo tutti ogni giorno è normale che sia stanco. Ritornando a prima se per caso noti che gli arriva un telefono fammi sapere perché dobbiamo seriamente aiutarlo. Ieri ha vomitato di nuovo?-

-si- rispose Yamato annuendo -avevo le cuffiette quindi crede che non me ne sia accorto di nuovo ma oggi gli vado a prendere qualcosa dall'infermeria perché non può continuare così-

-così gli farai capire che lo sapete che vomita- gli fece notare Merida alzandosi per consegnare il vassoio proprio come stava facendo anche l'asiatico al suo fianco.

-non mi importa, tanto per come ha reagito con te non credo che metterà manifesti- Merida annuì e salutò Yamato con la mano quando tornò al dormitorio per prendere la sua tracolla con tutti i quaderni per le materie del giorno e si sciolse i capelli che quando si allenava era sempre costretta a tenere legati in una coda alta e anche per fare colazione li teneva legati perché le finivano sempre nel piatto.

Con la stessa velocità raggiunse la classe sperando di non essere in ritardo e quasi si sorprese nell'accorgersi di essere una delle prime: non le capitava quasi mai. Poi si ricordò che quel giorno era stata la prima a farsi la doccia e di conseguenza era uscita prima delle altre dalla camera per fare colazione.

Pochi minuti dopo Merida vide entrare in classe anche Dante che le si sedette accanto senza nemmeno salutarla ma la castana guardandolo vide chiaramente i segni della stanchezza sul suo volto. Dovevano davvero trovare un modo per aiutarlo altrimenti era certa Merida che il moro al suo fianco sarebbe svenuto da un momento all'altro. La ragazza allora prese uno dei suoi post-it che teneva sempre nell'astuccio per qualunque evenienza e scrisse un messaggio a matita per poi cercando di non farsi notare passarlo a Dante. Dante che osservò confuso la ragazza prima di leggere il post-it.

"vorrei passarti anche tutto quello che ti sei perso, non puoi continuare ad ammazzarti di allenamento. Mi servirebbe il tuo numero di telefono" era il messaggio e Dante sospirò prendendo la penna e facendo finta di scarabocchiare qualcosa anche se nessuno stava prestando loro attenzione.

"al momento non lo ho visto che è nelle tubature da qualche parte. Penso che i miei me ne faranno arrivare un altro a breve, poi ti scrivo io. Grazie ancora" le rispose con un mezzo sorriso. Almeno aveva un alleato li dentro anche se si nascondeva agli occhi degli altri ragazzi.

Merida stava per prendere un altro post-it per continuare a scrivere con il ragazzo al suo fianco solo che entrò la professoressa in quel momento in aula e nonostante fosse la prima ora non aveva una bella faccia.

-compito a sorpresa ora- ringhiò infatti la donna e avvertì Dante al suo fianco sospirare esasperato visto che aveva da poco finito di scontare le punizioni dei vecchi compiti andati male. Merida pregò per lui che non li correggesse subito mentre prendeva la penna e notava come fosse stata stronza la Harper visto che aveva letteralmente messo esercizi con quello che aveva spiegato il giorno prima. Dante osservò come Merida il suo compito e si passò una mano tra i capelli chiedendosi come fosse possibile che l'esercizio che aveva difronte gli sembrasse più comprensibile di tutti gli altri eppure sapeva che era qualcosa spiegato il giorno prima e che lui in teoria non aveva ascoltato come lezione.

Guardò un momento verso Merida chiedendosi se fossero gli appunti colorati della ragazza il motivo per il quale gli sembrava così semplice quell'esercizio. Distolse velocemente lo sguardo notando come la Harper avesse iniziato a guardarlo male e prendendo la sua penna procedette a risolvere il primo esercizio su quel foglio. Era certo che se gli fosse andato bene doveva ringraziare un'unica persona e cioè la ragazza al suo fianco.

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