Capitolo 21

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Quattro anni dopo...




-sei sicuro che possiamo davvero entrare?- domandò Merida giocando nervosamente con una delle sue ciocche che quella sera erano state sistemate in morbide onde.

-certo che si...avete il biglietto come tutti e non è una cosa esclusiva- rise Dante mentre la fila scorreva.

-biglietto che ci hai pagato tu vorrei ricordare- gli disse Felip incrociando le braccia al petto -potevamo comprarcelo da soli visto che ormai siamo tutti e quattro ufficialmente laureati da sei mesi e prendiamo uno stipendio più alto-

-è solo un piccolo regalo per i miei amici- rise Dante -andiamo i miei genitori hanno detto che se volevo portare i miei colleghi a festeggiare per la laurea potevo farlo pagando con i loro soldi quindi non ci ho pensato due secondi-

-la verità è che è tutto merito del bel faccino di Merida- parlò Yamato distogliendo un momento gli occhi dal telefono -quando i tuoi sono venuti a trovarti in centrale ci hanno trovato tutti e quattro in pausa pranzo e Merida li ha conquistati con le sue buone maniere-

-li ho solo salutati educatamente non dare la colpa a me- sbottò proprio la ragazza guardando male il suo migliore amico.

-o semplicemente i miei sono stati condizionati dal fatto che siete amici che mi sono fatto al collegio e che quindi siete tutte ottime persone ben educate- sussurrò Dante continuando ad avanzare con il sorriso.

Quando era tornato a casa, dopo sette anni che non vedeva i suoi genitori, sua madre era completamente rimasta senza parole facendolo anche ridere di gusto. Suo padre invece lo aveva guardato come se fosse un estraneo per un bel po' di minuti prima di capire di avere davanti proprio suo figlio. Era cambiato moltissimo in tutti quegli anni che era stato via e il suo corpo era stato completamente modellato dall'allenamento militare così come anche i suoi capelli che nonostante in quel momento potesse tenere come voleva continuava comunque a tagliarseli sempre alla militare diversamente da Yamato e Felip che li avevano fatti ricrescere leggermente.

-mia madre vuole conoscerti- disse dopo un po' Merida a Dante -sono mesi che mi dice che ti vuole a cena-

-se non capita un'emergenza come l'ultima volta che dovevo venire con te ci sono volentieri visto che la devo ringraziare di persona- le disse Dante ed era sincero visto che era solo grazie alla madre di Merida che aveva capito cosa lo bloccasse nello studio diversamente dai suoi genitori che gli avevano tenuto tutto nascosto.

-a questo punto facciamo una rimpatriata con tutti i nostri genitori no?- propose Yamato.

-mia madre sviene se scopre che sono amico del figlio di Julian Monstant amore- borbottò Felip facendo ridacchiare tutti gli altri -cambiando discorso davvero quelli della tua vecchia scuola vengono qui?-

-credo di si, non ne sono del tutto sicuro- rispose Dante -ho scoperto che era quella più popolare tra quelli della Royal come discoteca ma non so se tutti vengono qui e poi si può uscire da quella scuola ai ventun anni e non prima-

-aspetta vuoi dirmi che noi reclute in un collegio militare avevamo meno restrizioni di loro? Letteralmente compiuti sedici anni potevamo girare nelle strutture vicino al collegio- ridacchiò Yamato ricordandosi di come ogni giovedì uscisse dalla struttura per fare scorta di ramen e schifezze varie dal supermercato difronte.

-già- rise a sua volta Dante -quindi ci saranno in giro solo chi ha già finito o quelli degli ultimi anni, sempre se vengono qui ma cerchiamo di evitarli okay? Non ho voglia di parlare con loro o di vederli troppo vicini-

-ci hai portato tu qui Dante, ci sono tante altre discoteche-

-sono tutte topaie e abbiamo avuto fin troppi casi in quelle zone ultimamente-

-loro finiscono a ventidue anni come noi no?- domandò per sicurezza Felip.

-no, un anno dopo di noi. Diciamo che io ho guadagnato un anno-

-biglietti prego- domandò loro il buttafuori e tutti e quattro li mostrarono prima di entrare all'interno del locale che in quel momento stava mandando una musica stranamente molto calma.

-sto posto è enorme altro che quel piccolo locale vicino a noi- borbottò Felip ma l'unico che lo sentì fu il suo ragazzo che stava scendendo al suo fianco.

-questo è per ricchi- gli fece notate Yamato sospirando -andiamo a ballare al centro?- domandò poi e Felip annuì picchiettando un attimo sulla spalla di Merida per far cenno lei che andavano a ballare.

-e se la sono dati a gambe- ridacchiò Merida seguendo con calma Dante che stava andando verso il bancone per prendere di sicuro qualcosa da bere. Non sapeva ancora quanto sarebbe resistita sui tacchi ma nel peggiore dei casi sarebbe andata anche in giro scalza visto che non si faceva problemi.

-lo sapevi che sarebbe successo. Non ci hanno chiesto la carta d'identità-

-volevi esibire il tuo distintivo non è vero?- Dante alzò gli occhi al cielo a quelle parole anche perché erano arrivati al bancone ed era certo che il ragazzo che stava facendo i cocktail avesse chiaramente sentito la parola distintivo.

-co...cosa vi faccio?- chiese proprio con voce tremante il ragazzo e Dante gli sorrise rassicurante: era li per rilassarsi e festeggiare il loro lavoro non di certo per lavorare.

-due gin- disse al ragazzo per poi voltarsi a controllare che nessuno ci avesse ancora provato con Merida che era al suo fianco non tanto per la castana ma per il povero malcapitato che si sarebbe di sicuro trovato sbattuto a terra.

-non ho ancora atterrato nessuno tranquillo- borbottò proprio Merida mentre i suoi occhi da verde avevano preso una tonalità più sul grigio per via della luce presente nel locale.

-io mi preoccupo eccome questi qui sono tutti gracilini o ti devo ricordare com'ero all'inizio-

-e adesso sei un armadio- borbottò ancora Merida mentre il ragazzo porgeva loro le due bevande.


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