Capitolo 15

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Tre anni dopo...




Dante entrò nell'ufficio del preside chiudendosi la porta alle spalle con calma e sorridendo all'uomo che aveva imparato a conoscere per quei tre anni che aveva passato all'accademia.

-tutto bene Dante?- domandò William osservando attentamente il ragazzo che aveva difronte che in quei tre anni era letteralmente diventato un altro persona. Era cresciuto tantissimo in altezza tanto da diventare il più alto tra quelli del suo anno e l'allenamento aveva dato i suoi frutti creandogli un corpo ben allenato. Il taglio alla militare dei capelli scopriva letteralmente il suo viso i cui lineamenti stavano diventando sempre più duri.

-si Signore- rispose il ragazzo la cui voce anche aveva iniziato a cambiare. William era certo che Julian non avrebbe minimamente riconosciuto il figlio -sono qui per...ho bisogno di un consiglio Signore-

-siediti e dimmi tutto-

-non so come fare. Sono passati tre anni e tutti si sono calmati anche se ancora mi lanciano frecciatine, il problema è che nessuno mi parla apertamente e non ho amici. So che è un pensiero stupido ma...ho bisogno anche solo di un amico- Dante si era lasciato andare dopo tre mesi che era stato spedito li e aveva iniziato a parlare con confidenza a William quando erano completamente da soli. Lo vedeva in quei casi come uno zio a cui chiedere consiglio e William non si era mai sottratto a quelle chiacchierate anche perché piacevano anche a lui.

-sono stati tutti abituati a non prestarti attenzione è normale che facciano fatica ad avvicinarsi a te-

-anche Merida...continua a scrivermi per messaggio come se fossimo amici ma tutte le volte che provo a parlarle dal vivo mi ignora-

-devi avere un altro po' di pazienza Dante e vedrai che si risolverà tutto. Hai dimostrato in questi tre anni di non essere un semplice ragazzino viziato e quest'anno sei anche diventato capoclasse per merito tuo e senza che nessuno si opponesse. Devi dare tempo al tempo- Dante annuì: era stanco di aspettate, era stato buono e calmo per molto tempo, ma ormai era inutile mandare tutto all'aria.

-la ringrazio signore- concluse Dante alzandosi e William gli sorrise incoraggiante mente il moro usciva dallo studio e con calma si avviava verso il dormitorio nel quale salì le scale per arrivare al terzo piano due a due quasi ridendo nel ricordarsi come i primi tempi la sera si trascinava letteralmente a forza mentre in quel momento poteva farsi tutto il palazzo dieci volte senza sentirsi stanco.

-ancora Yamato?- domandò dopo aver aperto la porta e beccato l'altro moro con del ramen istantaneo per metà in bocca che mandò velocemente giù per poi sospirare.

-non farai la spia lo so. Ti senti ancora in debito perché ti portai le medicine contro il vomito i primi mesi qui-

-non ti conviene comunque mangiarli se poi devi nasconderli nell'immondizia- il suo rapporto con Felip e Yamato non era tanto cambiato rispetto ai primi tempi, semplicemente parlavano molto di più quando erano da soli in camera ma i due proprio come Merida lo ignoravano completamente quando erano con tutti gli altri.

-quei cosi non li mollerà mai fattene una ragione- disse Felip palesando la sua presenza in camera mentre con solo dei boxer addosso raggiungeva la sua parte dell'armadio per prendersi i vestiti puliti. Il tutto con Yamato che lo stava osservando quasi in trans tanto che Dante dovette trattenere l'ennesima risata. Ormai erano due anni buoni che Dante aveva capito che Yamato aveva una cotta colossale per Felip e valeva la stessa cosa anche per il castano solo che i due erano stupidi, o meglio avevano i prosciutti sugli occhi, e non si erano minimamente accorti della cosa. A Dante quindi veniva continuamente da ridere quanto trovava uno incantato ad osservare l'altro ma non si sentiva tanto in confidenza con i due da avvertirli che stavano solo perdendo tempo.

-tu non ti sei ancora fatto la doccia o ci hai preceduti?- domandò dopo un po' Yamato voltandosi a guardare Dante curioso.

-voi due siete usciti più tardi dall'allenamento oggi- rispose Dante buttandosi a peso morto sul suo letto e chiudendo per un momento gli occhi azzurri -e avete anche saltato la cena-

-Alan è fissato sul fatto che io abbia copiato all'ultima verifica di storia- borbottò Felip -per questo sono arrivato letteralmente adesso-

-non hai mangiato?- domandò preoccupato Yamato che si era fermato a parlare con Merida e non si era accorto che il castano non fosse a mensa con loro.

-no era chiusa- gli rispose Felip e velocemente l'asiatico si alzò per prendere una scatola di ramen istantaneo dalla sua riserva e prepararla all'altro.

-so che non ti piace tanto il ramen ma non puoi non cenare dopo tutto l'allenamento che hai fatto- continuò il moro mettendo l'acqua calda dal bollitore alla vaschetta e passando il ramen appena fatto a Felip con anche un paio di bacchette.

-grazie- gli disse il castano e Dante fu certo che sarebbe morto di diabete per come si stavano guardando quei due, davvero aveva voglia di urlare uno "scopate maledizione" ma doveva trattenersi.

-vedete di far sparire le prove di quei ramen prima che vengano a controllare la camera domani mattina- si decise a dire Dante dando le spalle ai due e controllando il suo telefono. L'unica cosa che rimpiangeva da quello vecchio che anni prima gli avevano buttato nel water era il non aver recuperato il numero di Pascal. Con quello che era stato il suo migliore amico non si sentiva ormai da tre anni e la cosa lo mandava letteralmente in bestia visto che alcune volte aveva davvero avuto bisogno dell'altro in quegli anni. L'altra persona di cui aveva peso il numero era ovviamente il fratello. Quando i suoi genitori gli avevano mandato il nuovo cellulare e la nuova sim non si erano premurati di inserire anche il numero di Izac e probabilmente il suo gemello lo odiava così tanto da non volergli scrivere per primo. Dante invece sentiva troppo la mancanza del gemello ma era abbastanza orgoglioso da non voler essere il primo a cercarlo e quindi chiedere il suo numero ai genitori.

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