34. Billie (rev.02)

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Sasha detestava svegliarsi presto, ma lavorando dalla parte opposta della città rispetto a quella in cui viveva, era costretto a quella levata contro natura ogni santa mattina.

Aveva usufruito per anni dei mezzi pubblici che, seppure nella loro scomodità e cronico ritardo, gli permettevano di dormire per quasi quaranta minuti abbondanti prima di arrivare a destinazione.

L'ultimo Natale però, sua sorella Becca gli aveva regalato un monopattino, uno di quegli affari su due ruote che ti costringe a stare dritto come un palo e vigile sopra ogni dire, per evitare di centrare in pieno più di una portiera spalancata senza troppa accortezza.

L'aveva provato e si era dovuto ricredere: il freddo d'inverno, faceva male più di un pestaggio violento ma poter sfrecciare evitando semafori e fermate, in un abile gincana strada-marciapiede, ti faceva risparmiare decisamente sui tempi.

Sasha aveva raggiunto una padronanza del mezzo tale che poteva partire da casa ben trenta minuti dopo il solito cui era abituato; il che aveva significato un guadagno di mezz'ora sulla riserva di sonno che poteva concedersi.

Quella mattina il traffico sulla Sicomore gli parve più congestionato del solito. Le macchine in coda faticavano ad andare avanti.

Deviò sul marciapiede, dribblando abilmente i pedoni; nelle orecchie I'm walking on sunshine a tutto volume. Non ebbe problemi a scorrere fluido fino a quando la gente non divenne un muro, una calca che remava nella direzione opposta.

Non ebbe il tempo di scendere dal monopattino perché fu spinto all'indietro. Non cadde a terra però, le persone a spingerlo erano troppe. Perse gli auricolari per l'impatto e fu allora che li sentì gridare.

Tutti quegli sconosciuti attorno a lui erano sconvolti, in preda al panico.

Pensò al peggio, a un attentato, forse giù alla metro. Il non capire generò presto in lui un senso di angoscia incontrollata.

Si sentì afferrare bruscamente per le spalle ma non ebbe il tempo di voltarsi. Sentì solo una parola, un sussurro all'orecchio: "Vivi!"

Sasha dimenticò il panico, lasciando spazio all'altra versione di sé.

Sasha dimenticò il panico, lasciando spazio all'altra versione di sé

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L'orologio – segnalatore sembrava impazzito. Nell'arco di una decina di minuti aveva ricevuto quattro segnalazioni per interventi in punti diversi e opposti della città.

Non era mai successo però che quello strumento desse segni di difetti o imprecisioni ed era altamente improbabile che l'errore fosse dei segnalatori.

Billie lesse nuovamente la localizzazione riportata nei quattro messaggi e optò per recarsi a verificare in quella più vicina.

Trovò da subito strano che l'istigazione stesse avvenendo in pieno centro città, in una delle arterie principali. Solitamente gli istigatori sceglievano vittime più isolate o comunque lontane dai luoghi in cui di norma si muovevano i vedenti in attesa di segnalazioni.

La Rivelazione di AdrielWhere stories live. Discover now