12. Muto

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La serata era proseguita benissimo, si erano addirittura addormentati insieme in spiaggia.

Il mattino seguente si alzarono presto per sistemare quello che era rimasto della sera prima, poi, andarono a prendersi qualcosa per fare colazione.

Un fischio si sentì provenire dalla base, dove contenevano le medicazioni per ogni evenienza. Quando fischiava, significava che qualcuno, o qualcosa, era entrato a Porto Sicuro.

Arrivati lì, trovarono Brenda che medicava un bambino. Più che un bambin sembrava avere 14 anni.
Aveva le braccia graffiate, piene di tagli, un proiettile sembrava essere entrato nella sua caviglia. Invece, il suo collo era ricoperto da lividi, non molto diversa era la faccia, che aveva anche il naso sanguinante e un taglio sull'occhio sinistro.
Cosa poteva aver passato quel ragazzo?

Poco dopo arrivarono anche Aris, Harriet e Sonya, pronti ad aiutare Brenda.

«Cosa ti è successo, ragazzo?» chiese Newt, inginocchiandosi di fronte a lui.
Era rimasto muto.
«Noi non abbiamo intenzione di farti niente, con noi sei al sicuro, chiaro?» sorrise sincero.
Thomas rimase a guardare la scena come incantato: l'atteggiamento che Newt aveva, così calmo, in qualsiasi situazione, lo faceva innamorare ancora di più di lui.

Lo sguardo del ragazzo si posò sul bruno, poi guardò Newt. Abbassò la testa, rifiutandosi di parlare.

«È tutto okay, non sei obbligato a parlare adesso, hai tutto il tempo, sappi che se vuoi parlare con qualcuno, io ci sono.» disse appoggiandogli la mano sulla spalla.

«Ci sarò anche io in qualsiasi momento, sappilo» si aggiunse con un mezzo sorriso Thomas.

Il ragazzino annuì.



«Quindi sto ragazzo che è appena arrivato è muto?» chiese Minho.

«Non lo so, ma ci capisce, avrà passato un sacco di cose orribili, avresti dovuto vedere com'era conciato quando era arrivato» continuò Thomas.
«Dobbiamo dargli il tempo di ambientarsi, sarà ancora terrorizzato»

Newt sospirò stringendosi al bruno, con cui era abbracciato da quando si erano seduti a parlare.

«Vince mi ha detto che baderà a lui..» si aggiunse Brenda.
«Però, sinceramente, mi sembra di aver già visto la sua faccia tempo fa..»

Tutti e tre annuirono incitandola a continuare.

«Anche se non ne sono sicura.. Potrei essermelo immaginato.»

«Non hai tutti i torti, mi sembra anche a me di averlo già visto, però non so dove.» si aggiunse anche Newt che fino a quel momento aveva detto solo due frasi per cominciare il discorso.

«Lo penso anche io..» disse poi il bruno.

«Io ancora non lo visto, quindi non so.» disse Minho.

«Comunque, Newt, come va con la ferita?» chiese Brenda.
Si era completamente scordato del taglio sul suo petto, a quel ricordo tornò a sentire un lieve dolore di cui si era dimenticato di provare per quanto si era abituato.

«Ora che mi hai ricordato.. credo stia guarendo.» disse, cercando di non far notare il dolore che stava provando in quel momento.
Thomas si girò e stessa cosa Newt, si guardarono negli occhi a lungo.

«Noi andiamo» disse il bruno senza staccare i suoi occhi da quelli del suo ragazzo.
Si alzarono e si avviarono entrambi verso il loro capannone senza badare agli sguardi sospettosi dei loro amici.

Entrati, si chiusero la porta dietro.
«Forza, vediamo come sei messo» disse poi Thomas.
Newt annuì silenziosamente e si sedette sulla brandina del ragazzo, che si abbassa e da sotto la branda prende garza, cotone e disinfettante.
Il biondo si sfilò la maglia, lasciando vedere il suo petto magro e la garza che gli cingeva il torace.
Thomas arrossì, ma si contenne e gli sfilò la garza macchiata da sangue secco.
Il taglio sembrava non volersi cicatrizzare, del sangue ancora usciva.
«Ti fa ancora molto male?» gli domandò, come se la cosa non fosse ovvia, voleva assicurarsi solamente che il biondo non gli mentisse.

«Abbastanza..mi sono abituato al dolore»

«E non è una cosa buona»

«Lo so..»

Il bruno disinfettò la ferita e tamponò con il cotone. Poi, delicatamente, gli accarezzò il taglio, osservandolo attentamente.
Il suo tocco provocò al biondo un brivido lungo la schiena.
«Mi sa che dovrai cambiare la garza più spesso»

«È soltanto una scusa per vedermi a petto nudo?» chiese il biondo, ovviamente per scherzare, ridacchiando.

«Può darsi..» rispose con un sorrisetto malizioso.

«Idiota!» gli diede uno schiaffo in testa.

«Hey! Da quando tutta sta aggressività?» si lamentò.

«Da quando fai lo scemo!» gli fece la linguaccia.

Infine, Thomas avvolse nuovamente la ferita del biondo con della garza pulita.
«Ora rimettiti la maglia, prima che ti salto addosso.»
Newt non esitò e se la mise, poi, abbraccia il bruno affrontando il viso fra i suoi capelli.

Ad un certo punto la porta dietro di loro si aprì.
«Ragazzi! Il bambino muto è diventato aggressivo! Venite!» urlò Minho, senza badare, stranamente, al loro abbraccio.
I due annuirono, e, senza aspettare, si alzarono e raggiunsero gli altri per andare a vedere il ragazzino.

Arrivati lì, il bambino veniva tenuto dalle braccia, cercava di dimenarsi.
«Mollatelo!» disse Thomas, guardando male il ragazzo che lo teneva, quest'ultimo si staccò immediatamente.
Il più piccolo lo guardò silenziosamente, poi, si avvicinò a lui e lo abbracciò.
«Tranquillo, okay? Queste persone non ti toccheranno più, te lo prometto.» disse sta volta con un tono più calmo. Guardò poi Newt, annuì e si allontanò con il ragazzino.

«Che razza di idee avete in testa?! Quel bambino ne avrà passate di tutti i colori, non parla neanche per quanto sarà traumatizzato! E voi cosa fate? Lo trattate come se fosse una persona pericolosa!» urlò, così l'attenzione di tutti finì su di lui.
«Così non si ambienterà mai né si fiderà di noi! Ora come ora dovrebbe stare bene, invece sarà probabilmente terrorizzato!» ringhiò.
Ogni persona presente abbassò la testa, compresi Sonya, Harriet, Brenda, Aris e Minho, che non ci avevano pensato. Vince, invece, lo guardò sorpreso, aveva la tentazione di dire come la pensava, ma rimase in silenzio.
«Vi immaginate come si sia sentito?! A voi piacerebbe trovare un posto "sicuro" e poi venire trattati come bestie?! Io non credo! Nessuno vorrebbe sentirsi in quel modo, e stessa cosa vale per lui! Caspio! Avrà massimo 14 anni, e là fuori potrebbe aver vissuto qualcosa di ben peggiore di quello che abbiamo passato tutti noi! È riuscito a non farsi contagiare, per trovare questo posto chissà cosa avrà fatto! Dannazione, vi rendete conto di come vi comportate?! Soprattutto con un ragazzino!» continuò, gesticolando per il nervoso.
«Ora che ci avete ragionato un po', evitate di ripetere una cosa del genere!» concluse, allontanandosi.
Sonya e Minho lo seguirono a passo svelto.

«Newt, aspetta!» gli urlò dietro Minho per richiamarlo.
Il biondo su fermò e si girò verso di lui, inarcò un sopracciglio.
«Scusaci se..non abbiamo fatto niente, non sapevamo come comportarci, visto che tu e Thomas siete quelli..con cui hanno "parlato" di più con quel ragazzo, volevamo lasciare a voi.»

«Aveva cominciato ad alterarsi..ci tirava oggetti, calci e pugni, non potevamo fare altro.» si aggiunse Sonya con sguardo dispiaciuto.

«Va bene, prossima volta però chiamateci subito» si limitò a dire, poi tornò a camminare.




«Hey Tommy» salutò Newt, raggiungendo i due.

«Hey amore, credo che adesso si sia tranquillizzato.» sorrise soddisfatto Thomas, sentiva di aver fatto qualcosa di buono.
Newt avvampò al soprannome dato dal bruno, cercò di far finta di nulla, annuì e si sedette vicino al bambino.

«Perché siete così gentili con me?» parlò per la prima volta il ragazzino.
Newt e Thomas spalancarono gli occhi, sorpresi.



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