27. Lettera

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Quella sera Newt e Thomas andarono in cabina prima del solito, non perché fossero stanchi ma perché c'era troppa gente e stava cominciando a dare fastidio ad entrambi stranamente.

Newt era sdraiato sulla branda e Thomas invece era alla ricerca di qualcosa nel suo cassetto, non gli aveva detto cosa. Stava disordinando tutta la stanza in poche parole: vestiti erano sparsi per quasi tutto il pavimento, alcuni mentre erano stati lanciati erano finiti addosso al biondo e addirittura su una lampada.
«Dai, ma che caspio!» sbottò il bruno innervosito.
«Era qua!»

«Mi spieghi cosa stai cercando?» chiese incuriosito Newt, non tanto perché gli interessasse proprio quello che stesse cercando, ma voleva capire il perché fare tutto quel casino per un oggetto.

«Niente, è solo..» sbuffò girandosi verso di lui, il biondo inarcò un sopracciglio, da lì capì che non poteva mentirgli.
«Era una lettera che avevo trovato di..Nathan.»

«Il ragazzino nuovo? Non credo sia possibile..» disse sorpreso Newt.
«È arrivato ieri.»

«Newt, non quello nuovo.» rispose serio Thomas, il biondo ci pensò un po', poi capì e spalancò gli occhi.
«La avevo trovata nella tua tasca mentre ti cambiavo i vestiti, quando siamo tornati a Porto Sicuro.» continuò guardandolo negli occhi.

«Perché ti importa di quella lettera..?» chiese ancora lui più sorpreso di prima.

«Era per Vince, non volevo dirglielo all'inizio, ma appena è arrivato il nuovo ragazzo ho pensato che non fosse giusto tenerlo all'oscuro di tutto.»

«Non puoi cercare domani? Adesso dubito che troverai qualcosa, guarda come hai conciato la stanza. Non ci hai pensato che poteva essere finita all'interno delle maglie?»

«Come sarebbe possibile?!»

«Spostando continuamente i vestiti lo è.» disse fermo Newt. Thomas sbuffò e gli si sedette accanto.

«Metto a posto e continuo a cercare domani, mi sono già stufato.» si lamentò lui sdraiandosi accanto al biondo.
Newt gli sorrise e gli lasciò un bacio fra i capelli e si mise ad accarezzargli la schiena.
«Comunque, come va la caviglia..?»

«Non sento già più male, piuttosto tu in generale come stai? Fisicamente intendo, ti ha letteralmente schiacciato ma mi hai continuato a prendere in braccio ugualmente» chiese Newt preoccupato guardandolo gli occhi, Thomas fece lo stesso e gli sorrise.

«Sopportabile.» ridacchiò lui.
«Tu non dovevi metterti in mezzo, ci hai rimesso soltanto.» disse poi, sta volta era serio.

«Secondo te sarei rimasto lì a guardare?» ringhiò Newt infastidito dall'ultima frase di Thomas. Si mise seduto tenendosi col gomito, l'altro fu obbligato a tirarsi su dato che era appoggiato a lui.

«Sarebbe stato meglio, tu sei soltanto fatto male così!» si lamentò Thomas sbuffando.

«SE NON LO AVESSI DISTRATTO NEANCHE UN PO' FORSE A QUEST'ORA SARESTI MESSO PEGGIO!» sbottò Newt, il bruno indietreggiò di scatto non aspettandosi una reazione del genere. Le parole gli morirono in gola, non riusciva a rispondergli.
«VOLEVO SOLTANTO AIUTARTI, IO, NON SO SE HAI CAPITO, MA PER TE FAREI DI TUTTO! IN QUEL MOMENTO MI POTEVA PURE SPACCARE LA CAVIGLIA PER QUANTA FORZA AVEVA, MA ME NE SONO ALTAMENTE FOTTUTO E HO CERCATO DI AIUTARTI!» continuò innervosito, Thomas si alzò e cominciò ad indietreggiare sperando che la distanza potesse portargli un po' di coraggio per esprimersi, ma non fu così. Newt si alzò con lui e cominciò ad andargli incontro fino a metterlo con le spalle al muro, di nuovo.
Il bruno ingoiò un groppo di saliva spaventato da lui, non riusciva a reagire.
Poco dopo fu Newt ad indietreggiare scuotendo lievemente la testa, il suo sguardo da innervosito era passato a dispiaciuto, Thomas presto notò il suo collo inumidirsi, erano delle lacrime. Stava piangendo.
«Non di nuovo..» sibilò il biondo mettendosi una mano tremante di fronte alla bocca.

Thomas ancora non riusciva a parlare.

«Mi dispiace Tommy, non volevo reagire in questo modo..non era mia intenzione..» cominciò a balbettare con voce tremante.

Il bruno non esitò e gli corse incontro e lo abbracciò stringendolo a se, Newt ricambiò immediatamente l'abbraccio facendo lo stesso.
«Scusami, forse era meglio se stavo zitto..» ridacchiò amaro Thomas.

«Non scusarti..» si lamentò il biondo appoggiando la testa sulla sua spalla.

«Semplicemente..ne stai passando tante e volevo fare in modo che sta volta, adesso che ne avevo la possibilità, di "proteggerti"..» sbuffò Thomas, Newt non parlò più, rimase semplicemente nella stessa posizione.
Il bruno gli si avvicinò di più fino a far scontrare i loro bacini. Non gli fregava niente se in quel momento il suo amico la sotto si sarebbe risvegliato, voleva sentire semplicemente più vicino Newt.
In quel momento sentì la gamba destra del ragazzo tremare.
«Ci rimettiamo sul letto? Sembra che stai per perdere l'equilibrio..» ridacchiò.

«Fanculo..» rispose Newt staccandosi dall'abbraccio. Entrambi in quel momento sentirono il freddo invadere i loro corpi come se in quel momento si trovassero in una vasca piena di cubetti di ghiaccio. Thomas sbuffò infastidito mentre si avviava verso la branda insieme al biondo. Newt si sdraiò per primo lasciando poco spazio all'altro.

«Hey, ci sono anche io!» si lamentò Thomas.

«Ti sto aspettando» ridacchiò il biondo indicando il suo petto. All'inizio l'altro non capì cosa intendeva, ci pensò qualche secondo e poi realizzò. Gli sorrise e si sdraiò affianco a lui e appoggiò la testa dove indicato rannicchiandosi vicino a lui.

***

Vince era seduto sulla sua brandina mentre Nathan si sdraiò sul materassino vicino a lui. Fra le mani l'uomo aveva un foglio accartocciato e leggermente ingiallito per la polvere.
Quello che stava leggendo lo stava distruggendo dentro.

Contenuto della lettera:

Ciao Vince, non so se hai trovato questa lettera e se la troverai mai. Ti starai chiedendo come sono scappato dalla cella e il perché abbia portato con me August, Aris e Newt. Magari neanche ti importa, di me di sicuro ancor meno. Ieri August mi aveva detto che mi avrebbe aiutato a scappare e che così sarei stato libero se lo avessi aiutato con quello che voleva fare, io ho accettato immediatamente nonostante non sapevo all'inizio di cosa si andasse a fare. Voleva vendicarsi con Newt e Aris, io ammetto che non ho nulla contro di loro, forse un po', ma non sono loro che hanno ucciso mio padre, però so che in questo modo Thomas soffrirà, forse quanto ho sofferto io. Ammetto che preferisco stare là fuori con gli spaccati che rimanere chiuso in una dannata cella, mi dispiace perché cominciavi ad essermi simpatico. Non so cosa tu trovi in me, perché ti arrabbi così tanto per le mie azioni, in fondo basta che mi prendi e mi rinchiudi, perché farmi la ramanzina? Non dovrebbe non importarti di me? Ammetto che di te mi importa perché in fondo tu stai cercando di fare in modo che non prenda una "brutta strada" e che possa convivere normalmente come tutti voi. Onestamente io non sono della stessa idea, so che con voi non riuscirò mai ad ambientarmi, perciò farò ciò che mi ha chiesto August in modo da rimanere lontano da voi. Infondo è per il vostro bene, almeno non dovrete più sopportarmi, anche se sono passati pochi giorni.
Grazie comunque di aver creduto in me.

Nathan.

Vince per la prima volta dopo tanto tempo sentì di dover piangere. Quel ragazzo adesso era la fuori, anzi, probabilmente era già morto e non aveva potuto fare niente per fermarlo. Quella lettera era stata probabilmente la mattina presto di quel giorno prima che venisse liberato.
Infondo lui aveva dei sentimenti, si sentiva in colpa per le sue azioni. Lo aveva anche capito ma ormai era troppo tardi, non avrebbe più potuto fare niente.

Perché Thomas aveva quella lettera? Come la aveva ricevuta? Come faceva a saperlo il bambino che avrebbe trovato qualcosa nella sua stanza? Non avevano mai parlato in pratica.

Il giorno dopo gli avrebbe parlato, adesso non poteva visto che aveva paura a lasciare il bambino che era con lui da solo.

Stava capitando tutto troppo in fretta, ogni giorno cose nuove uscivano fuori. Cos'altro ancora c'era da scoprire?

Survivor // newtmas fanfictionDonde viven las historias. Descúbrelo ahora