13. Figlio di Janson

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Quel ragazzo aveva finalmente parlato, per la prima volta, a loro.

«Quindi?» chiese di nuovo il ragazzo, catturando di nuovo l'attenzione dei due.

«Perché sei un essere umano con dei sentimenti anche te, e a noi importa.» rispose Newt.

Il ragazzo sorrise.

«Di noi puoi fidarti, qualsiasi dubbio tu abbia puoi chiedere» si aggiunse Thomas.

«Oh..okay. Qui.. c'è qualcuno che si chiama Edison?» domandò.

Newt e Thomas si guardarono per qualche secondo, sospettosi.
Newt fece no con la testa.

«Mhh..Thomas Edison.» continuò.
«Sei tu? Prima questo ragazzo biondo ti ha chiamato "Tommy".» disse, indicando il bruno.

I due giovani erano sorpresi per quanto fosse attento, Thomas si limitò ad annuire.
«Come mi conosci?»

«Mio padre..mi aveva parlato di te.»

«Tuo padre?» chiese Newt.
Rimase a riflettere per qualche secondo, poi spalancò gli occhi.
«Aspetta un secondo, ragazzino, andiamo a chiedere a Vince una cosa.»
Prese Thomas per il polso e lo allontanò dal ragazzino, abbastanza da non farsi più vedere.
«Lui è figlio di Janson.» disse di colpo.

«Cosa?!» sbottò Thomas.
«Non è possibile, come può essere ancora vivo?»

«Di certo Janson è morto, probabilmente questo ragazzo non era nello stesso edificio, no? Forse è stato salvato da qualcuno e poi s'è la sarà cavata da solo.»

«Aspetta..»

«Mh?»

«Lo avevo già visto anche quando eravamo andati in quella città..lo avevo visto passare.»

«Quindi potrebbe averci seguito.» concluse Newt.

«E adesso che facciamo?» chiese Thomas.

«Vediamo come va.» rispose infine.

«Ma non è affrettato pensare sia suo figlio?»

«Può darsi, però se ci pensi bene sa il tuo nome, e chi potrebbe non conoscerti se non Janson? Nel senso, lui aveva i tuoi documenti, di sicuro. Poi il viso e gli occhi, se fai attenzione, sono molto simili ai suoi, affidandomi alla mia memoria.»

«Non hai tutti i torti ora che ci penso..»

«Ecco, ora andiamo prima che ci venga a cercare»

«Okay amore.» sottolineò l'ultima parola Thomas.

«Zittoo!» si lamentò Newt rosso in viso per l'imbarazzo.

Lentamente si riavvicinarono al ragazzino che ancora li stava aspettando.
Si girò verso di loro e fece un mezzo sorriso.
«Posso farvi qualche domanda?» chiese quando furono definitamente di fronte a lui.
Entrambi annuirono.
«Come avete fatto a radere al suolo l'ultima città rimasta?»

Rimasero un po' sorpresi dalla domanda: quella città era stata distrutta?
«Noi non lo sappiamo..onestamente. Noi ce ne siamo andati prima.» ammise Thomas.

«Allora siete stati voi ad uccidere Lillian?» chiese ancora più incuriosito.
La faccia di Newt si incupì, abbassò lo sguardo con gli occhi lucidi. il bruno gli prese la mano e intrecciò le dita alle sue.

«Tu sai chi è?» chiese poi Thomas.

Il ragazzo annuì.
«Lei e una ragazza mi hanno salvato e mi avevano dato un posto sicuro, e te, Edison, lo hai distrutto. Hai anche ucciso mio padre!» urlò all'improvviso.

Rimasero un po' scioccati dalla reazione del ragazzino, non proferirono parola.

«Mi hai rovinato la vita!» strillò.

Il bruno abbassò la testa, i sensi di colpa cominciarono a farsi sentire.
Strinse di più la mano a Newt, lui gli accarezzava il dorso della mano.
'Non posso mostrarmi debole, sono loro quelli che hanno sofferto. Sono loro quelli che hanno perso delle persone importanti.
Non gira tutto intorno a me. Per colpa mia delle persone sono morte.' pensava.
«Mi dispiace..» balbettò.

«Non basta questo per riportare indietro le persone che amo!»

«Non urlare, Nathan.» si aggiunse Newt innervosito.

«Come mi hai chiamato?» chiese sorpreso.

«Nathan.» ripeté il biondo, lo guardava con gli occhi socchiusi.
«Una mia amica aveva recuperato qualche documento, e a quanto pare fra questi c'era il tuo..»

Il ragazzino mise le mani in tasca.
Thomas ancora non aveva alzato la testa, era troppo occupato a pensare.
Newt alzò un sopracciglio guardando Nathan.
«Che guardi?» si lamentò.

Newt non rispondeva, lo guardava e basta.
Il ragazzino sbuffò infastidito.
Si alzò dalla pietra a cui era appoggiato e cominciò ad incamminarsi superando il biondo.
I passi all'inizio si sentivano, poi, silenzio.
Sentì qualcosa premere sulla gola.
La lama di un coltello.
Strinse di più la mano a Thomas per richiamare la sua attenzione, e subito guardò verso di lui.
Newt tirò un urlo dal dolore, il bruno si alzò di scatto e prese il polso di Nathan, stringendolo.
Lo tirò indietro, poi lo spinse per terra.
«Newt, per favore vai da Brenda e non aspettare, arriverò tra poco.»
Il suo ragazzo non esitò e si allontanò velocemente, una mano premuta sul collo sanguinante.
«Tu invece, non sei troppo piccolo per fare certe cose?» disse Thomas guardando male il ragazzino ancora accasciato per terra.
Lo tirò su dalla maglietta con forza, adesso non gliene fregava più se era un ragazzino, aveva fatto del male a Newt.

Minho arrivò sul posto di corsa.
«Cosa caspio è successo?!

«Questo bambinetto era armato.» ringhiò Thomas di tutta risposta.

L'asiatico si avvicinò ai due e sfilò il coltello dalle mani del ragazzino.
«Da dove lo hai preso?» chiese, guardando il coltello. Non era macchiato soltanto dal sangue di Newt, c'erano anche macchie secche sulla lama.

«Con quello ho ucciso tanti spaccati..» ridacchiò. I due spalancarono gli occhi.
«Non tantissimi, ovviamente, soltanto quelli che mi attaccavano » specificò.
Thomas lo buttò per terra e corse via, doveva andare da Brenda e Newt al più presto e avvertirli, il biondo aveva la possibilità di essere nuovamente infetto.

«Ragazzino, sei nella sploff.» disse poi Minho, guardandolo.



«BRENDA!» urlò da lontano il bruno, catturando l'attenzione non solo della diretta interessata, ma anche di altre persone intorno.
«PRESTO, LA CURA!»

Brenda lo guardò senza capire, si limitò cercare la cura fra i cassetti al suo fianco.
Intanto Newt era seduto sulla brandina di fronte a lei, ancora la mano comprimeva il taglio cercando di bloccare il sangue.
Thomas si avvicinò velocemente a lui, gli spostò la mano e osservò il taglio.
Era profondo.
«Maledetto ragazzino!»

«Tommy..t-tranquillo..era soltanto a-arrabbiato.» balbettò il biondo cercando di calmarlo, inutilmente.
Lui cominciò a disinfettare la ferita di Newt, intanto la castana, con una boccetta di cura in mano, li guardava.

«A che ti serve? Il ragazzino non è infetto..»

Thomas non la degnò di uno sguardo, fece soltanto cenno di passargliela, e così fece.
«Newt, mi spiace, ti spiegherò dopo.» balbettò.
Gli somministrò la cura, l'ago infilato nel collo, non molto distante dalla ferita.
Newt strinse i denti dal dolore.





«Quindi.. avrei avuto la possibilità di essere infetto?»

«Esatto, c'era la probabilità, meglio non rischiare.» concluse Thomas.
Newt era seduto ancora sulla brandina abbracciato al bruno, al collo aveva un cerotto.
«Mi spiace, dovevo fare subito più attenzione..» balbettò.

«Tommy, non è colpa tua, l'ho istigato, poi ti eri perso un attimo nei tuoi pensieri..»
Si guardarono negli occhi, quelli di Thomas erano lucidi.

«È comunque colpa mia..ho permesso a qualcun'altro di farti male..»

Newt prese il viso di Thomas fra le mani e gli diede un bacio sulle labbra.
«Sono io che gliel'ho permesso.»

Survivor // newtmas fanfictionOnde histórias criam vida. Descubra agora