14. Rinchiuso

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Newt prese il viso di Thomas fra le mani e gli diede un bacio sulle labbra.
«Sono io che gliel'ho permesso.»

Il bruno lo guardò sorpreso e confuso.
«In che senso?»

«L'ho lasciato fare. Non mi sono difeso perché aveva bisogno di sfogarsi..poi però ha cominciato a fare troppo male e ho cominciato ad aver paura di reagire.» ammise.

Thomas gli tirò uno schiaffo dietro la nuca.
«Idiota!»

Newt ridacchiò, poi sorrise al bruno.
«Sono stanco, mi faccio un sonnellino»

«Sei serio?»

«Sì.»

«Posso rimanere qui con te? Giusto per assicurarmi che non ti succeda niente.»

«Tommy, non ti preoccupare. Per me puoi stare qua tutto il tempo che vuoi, ma sappi che non mi succederà niente se mi lasci un po' da solo.»

«Lo so, voglio solo..passare del tempo con te, il più possibile.»

***

«Forza, ragazzino, cammina.» disse Vince con tono autoritario, di solito non era così ma non potevano rischiare ancora. Lo stava portando in una scatola di loro creazione, era una sottospecie di prigione.
«Non ho tutta la giornata»

«Lasciami stare, io con te non ci vengo.» detto questo, si sedette per terra, sul posto.

«Alzati, lo dico una sola volta.» lo avvertì l'uomo, innervosito. Nathan non si mosse di un millimetro, tutti quelli che prima erano lì concentrati a fare altro adesso lo osservavano.
«Lo hai voluto te.» concluse poi Vince.
Lo prese dal braccio e lo alzò di peso, poi cominciò a trascinarlo verso il loro obbiettivo iniziale.
Il ragazzo ringhiava e cercava di dimenarsi, inutilmente.

Viene poi messo all'interno della scatola, poi delle sbarre si chiusero dietro di lui.
Quando si girò a guardare Vince, notò uno sguardo colmo di rabbia.
Poco dopo tornò il ragazzo che aveva visto prima, Minho, con una faccia indifferente.
«Non chiederò scusa, non mi pento delle mie azioni, non vi aspettate niente da me.»

«Credo che invece dovresti chiedere scusa, non so se ti rendi conto della gravità della cosa» disse Vince.

«Ti rendi conto che noi ti stiamo dando un nuovo posto sicuro dove puoi stare? Invece di reagire male a tutto, aggredire chi ti sta dando una casa, apprezza.» si aggiunse Minho incrociando le braccia.
Vince lo guardò con un mezzo sorrisetto.

«Per colpa vostra è morto mio padre, le due donne che mi hanno salvato e un sacco di altra gente!» urlò il ragazzino.

«Tuo padre ha fatto del male a delle persone innocenti! Lillian anche!» rispose continuando a mantenere un tono basso l'asiatico.

«Teresa invece?! Voleva trovare una cura al virus, e ci è riuscita! Grazie a lei tante persone sarebbero tornate a vivere!»

«Teresa?! Teresa ci ha tradito tutti, ha semplicemente fatto soffrire altra gente! Me compreso! Non gli era importato di nessuno!» sta volta Minho aveva alzato la voce.

«Ma se ci pensi se ha fatto tutto quello era perché sapeva di avere la possibilità di salvare le persone!»

A quella frase, il ragazzo dai tratti asiatici si voltò con sguardo basso. Si sentiva leggermente in colpa, poi pensò a tutto quello che avevano passato e si allontanò. Invece, Vince, rimase lì a guardare Nathan.
Non gli rivolse parola, si limitò a guardarlo con disprezzo.

***

UNA SETTIMANA PRIMA DEL RECUPERO DI MINHO

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