29. Il suo sorriso

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Thomas era andato a parlare con Nathan, in quel momento Vince li aveva lasciati un'attimo da soli perché lui sapeva già della notizia, anzi, ne era a conoscenza probabilmente tutto Porto Sicuro, mancava soltanto lui.

Era complicato da spiegare e di certo dire ad un bambino di 10 della morte dei propri genitori non è una cosa facile. Voleva dirglielo nel modo migliore possibile, in modo che non soffrisse troppo.
Aveva cominciato da un po' a parlare con Nathan ma ancora non gli aveva dato la notizia, voleva prima alleggerire la situazione, anche se dirgli poi dei suoi genitori avrebbe potuto dare il botto.

«Sai..sono venuto qui a parlarti per un motivo..» cominciò poi cercando di cambiare discorso. Il bambino annuì aspettando che continuasse e gli sorrise, questo fece rattristare Thomas e lo fece anche sentite in colpa.
«È successa una cosa brutta, ma è anche bella se guardi il lato..positivo.» cominciò a balbettare, aveva paura della reazione del bambino. Era ovvio che avrebbe pianto, quello lo avrebbe fatto chiunque, ma dopo? Avrebbe potuto fare di tutto, era imprevedibile.

«Di cosa stai parlando?» chiese innocente Nathan aspettando ancora che continuasse.

Thomas lo guardò dritto negli occhi e appoggiò le sue mani sulle spalle del più piccolo.
«La tua mamma e il tuo papà non c'è l'hanno fatta..» continuò a balbettare Thomas, a primo impatto il bambino non capì, poi però ovviamente ci arrivò.
I suoi occhi presto si riempirono di lacrime e gli saltò addosso per abbracciarlo.
«Guarda il lato positivo piccoletto, almeno non stanno più soffrendo. Se hanno deciso di mollare è perché sanno che tu sei un ragazzo forte e che non sei da solo.» continuò cercando di essere rassicurante, ovviamente ricambiò l'abbraccio e lo strinse a se sentendo la presa del bambino farsi più stretta intorno al suo collo.
Sentì la sua maglia inumidirsi e dei singhiozzi provenire da Nathan.

«Non è giusto!» si mise a piangere.

«Niente è giusto in questo mondo, ogni giorno ci aspetta qualcosa di nuovo, e non è detto che sia positivo, però dobbiamo andare avanti e superare tutto senza aver paura di cosa ci andrà incontro.» gli disse Thomas accarezzandogli la schiena.
«Non sei solo qua, ci siamo io, Vince, Newt..anzi, oserei dire quasi tutto Porto Sicuro.» continuò, il bambino intanto cominciò ad asciugarsi le lacrime con i pugni delle mani.

«Perché dovevano andarsene proprio adesso?» chiese ancora singhiozzando.

«Perché era il momento, non che fossero vecchi, ma stavano soffrendo troppo.» disse accarezzandogli i capelli.
«Ma lo puoi superare, tutti abbiamo perso persone a noi care, ma non abbiamo rinunciato a vivere. Tu hai ancora un intera vita davanti, e fidati che sarà migliore di quella che hai vissuto là fuori.»

Nathan annuì e si stacco dall'abbraccio, nel frattempo alla porta bussò qualcuno. Thomas andò ad aprire e davanti a se c'era Vince.
«Fatto?» bisbigliò cercando di guardare alle spalle del bruno. Lui annuì e si spostò lasciandogli lo spazio per entrare.

Quando il bambino lo vide gli corse in contro e lo abbracciò.

«Vi lascio soli.» concluse Thomas lasciando la cabina.

-

Thomas era seduto su una panca a fianco a Newt, Minho era dal lato opposto. Di fronte a lui invece c'erano Brenda, Harriet e Frypan.

«Lo supererà..» disse Minho appoggiando i gomiti sulle ginocchia.
«Almeno lui si ricorda dei suoi genitori.» balbettò poco dopo.

Thomas sbuffò e si alzò.
«Io vado, oggi devo dare il sangue.» mentre lo diceva Newt lo guardava un po' preoccupato.

Brenda lo guardò con la testa leggermente inclinata.
«Non mi vedi? Sono qui, posso assicurarti che ancora non abbiamo bisogno del tuo sangue, abbiamo ancora abbastanza fiale per 50 persone minimo.»

«Vince mi ha detto che oggi devo dare il sangue, e visto che c'è l'ha con me mi conviene ascoltarlo.» rispose con toni fermo il bruno, Newt ancora non aveva smesso di guardarlo. Senza pensarci due volte si incamminò in direzione di una delle cabine dell'infermeria non ascoltando le parole di Brenda. Frypan, Minho e Harriet non lo seguirono, anzi, avevano preferito non intromettersi, erano abituati a vedere Thomas determinato quando si trattava di quell'argomento e niente poteva smuoverlo.

Il biondo si alzò e cominciò a seguirlo a passo svelto, stessa cosa Brenda.
Ma quando videro entrare Thomas nella cabina capirono che non ci sarebbe stato modo di fargli cambiare idea.
Lui non lo stava facendo perché glielo aveva detto Vince ovviamente, lo stava facendo perché voleva dare la possibilità a tutti di essere immuni, e se il suo sangue era l'unica possibilità allora lo avrebbe dato.

Una volta entrato vicino alla brandina dove si metteva di solito c'era Alec.
Gli indicò di sedersi e lui non esitò, si alzò la manica del braccio destro e guardò il ragazzo.

-

Non era sicuro di quanto sangue gli avessero preso, ma era certo che era tanto perché si sentiva stordito e debole.
Appena 5 minuti dopo che avevano finito con il prelievo Newt entrò.
Thomas era sdraiato sulla branda e a stento aveva notato una persona avvicinarsi, ma quando vide che era il biondo sembrò come riprendersi e si sedette di scatto. Alec aprì la bocca per parlare, ovviamente preoccupato e contrario all'azione da lui compiuta ma venne battuto sul tempo.

«Calmo, calmo. Non muoverti così che si vede lontano un miglio che non ti senti bene.» gli disse quasi subito Newt e si sedette vicino a lui.
«Quanto caspio di sangue gli avete preso?» ringhiò amaro guardando in direzione di Alec.

«Quello che basta.» disse alzando le spalle.
«Non l'ho deciso io, ho seguito semplicemente quello che mi è stato ordinato, non lo avrei fatto se avessi avuto scelta.» sbuffò senza guardarlo, nel frattempo stava prendendo alcune boccette appena finite della cura.

Il biondo lo guardò male e poi tornò a guardare Thomas che ancora non aveva parlato.

«Se peggiora chiama Brenda, io devo finire con questa roba» disse secco prendendo quello che gli serviva, e senza dare il tempo a Newt di rispondere lasciò la stanza.

Newt sbuffò e si mise ad accarezzare la mano destra di Thomas che era ancora molle sulla sua gamba. Intanto il bruno alzò il braccio sinistro e con la mano cominciò ad accarezzargli la guancia sorridendo dolcemente.
Quel sorriso provocò a Newt un brivido lungo la schiena, lo adorava. Nonostante probabilmente non era completamente lucido il suo sorriso era sempre lo stesso. Sentiva sempre come qualche pezzo di puzzle completarsi quando lo guardava, non riusciva a capirne il motivo, sapeva soltanto che lui era presente anche nella sua vita passata, forse si è sempre sentito così anche in passato, e chi lo sa, forse la provava anche Thomas quella sensazione.

Mentre Newt era perso fra i suoi pensieri non si era accorto che Thomas era a qualche centimetro dal suo viso, quando si rese conto arrossì violentemente.
Il bruno gli lasciò un bacio delicato sulle labbra e senza allontanarsi di tanto sorrise di nuovo.

Quel sorriso.

Quel giorno non riusciva a pensare ad altro che al suo dannato sorriso, gli faceva perdere la testa.

Newt ricambiò il bacio con la stessa delicatezza che aveva utilizzato l'altro, soltanto che era durato un po' più a lungo.

Anche lui sorrise, Thomas perse un battito, spesso gli faceva quell'effetto.
«Ti amo» sibilò Thomas, quasi il biondo non lo aveva sentito per quanto fosse preso dal momento, spalancò gli occhi e gli saltò addosso.
Entrambi erano felici.

Anche se Thomas non era completamente lucido era sincero, lo amava veramente e quella frase gli era uscita spontaneamente, vedendo la reazione del suo ragazzo non poteva essere altro se non ancora più felice di quanto già non lo fosse quando era entrato nella stanza poco prima.

Minho ovviamente era dietro la porta ad origliare come al solito, gli scappò un urletto dalla felicità a sentire quella frase dall'amico. Con lui stranamente c'era anche Brenda che appena l'asiatico urlò gli tirò uno schiaffo dietro la testa, non era fra i loro obiettivi farsi sgamare.

Ovviamente Thomas e Newt li avevano sentiti, erano stati troppo rumorosi, ma non ci fecero tanto caso, erano abituati.

Survivor // newtmas fanfictionWhere stories live. Discover now