III

4.9K 138 6
                                    

Arrivata a metà settimana, Beatrice si sentiva ancora carica di entusiasmo per l'inizio di questa nuova esperienza.
Mancavano pochi giorni alla registrazione della seconda puntata ma ancora non le pareva possibile che ce l'avesse fatta, che avesse realizzato uno dei sogni della piccola Bea.

Alcuni suoi compagni, al contrario, non erano più così su di giri.

Adesso infatti Beatrice era intenta ad ascoltare Gaia che, in seguito ad un compito ricevuto dalla Celentano in cui le veniva chiesto di mostrare maggiormente il suo corpo, aveva avuto un crollo.
Si trovavano sulle gradinate ed erano circondate di compagni che cercavano di consolare la ragazza.

<<Ho troppa vergogna di farla>> disse la napoletana, riferendosi alla coreografia.
<<Vergogna di?>> la incitò ad aprirsi Chiara, la sua compagna di stanza.
<<Vabbè vergogna del vestito, di come mi devo muovere, di tutto>>
<<Gaia ma secondo me ti stai creando problemi che non esistono, perché veramente il tuo corpo non ha nulla che non vada>> 

Beatrice invece se ne stava seduta ad accarezzare i capelli della compagna, cercando di trasmetterle un pò di conforto attraverso quelle carezze, mentre annuiva alle parole della ballerina di Emanuel Lo.

<<Poi è tutta una questione di come ti senti mentre balli. Se tu sei lì e ti senti bella, convinci anche gli altri>> intervenne per la prima volta.
<<Vabbè è semplice per te dirlo, sei praticamente stupenda quando balli>>

A Beatrice quelle parole provocarono fastidio, anche se sapeva che non erano state pronunciate con cattive intenzioni.
Perchè aveva anche lei le sue insicurezze, che si curava di nascondere sotto quel velo di sicurezza che mostrava agli altri.

Non disse però nulla, tenendosi per sè i suoi pensieri.

Più tardi, si ritrovò in giardino con gli occhi rivolti verso il cielo e la mente altrove.
Negli auricolari risuonavano le note delle sue canzoni preferite, mentre tra le mani stringeva il suo cellulare.

<<Disturbo?>> chiese Holden, restando sull'uscio della porta.
<<Nono, fa pure>> disse sfilandosi gli auricolari.
Lui si chiuse la porta alle spalle, andandosi ad accomodare sulla poltroncina.
<<Questo è in assoluto il mio posto preferito in casetta>> disse, tirando fuori il tabacco.
<<Anche il mio>> concordò lei, lanciando uno sguardo allo schermo del telefono, in attesa di una notifica da parte di sua madre.

Era da qualche giorno che non la sentiva, poiché ogni volta che provava a chiamarla non riceveva risposta.
Inoltre, quelle poche volte in cui avevano parlato, non aveva fatto altro che raccomandarsi sulle piccole imperfezioni tecniche della ragazza.

<<Aspetti un messaggio?>>
Lui che osservava tanto gli altri, aveva notato il modo in cui fissava quello schermo.
La ballerina annuì.
<<Il fidanzato?>> ipotizzò Holden, che dava per scontato che una ragazza così bella come lei fosse impegnata.
<<Nono, quello non c'è>> rispose con un risolino.
Lui non fece altre domande, non volendo risultare invadente.

<<Scusa ma ormai ho memorizzato i nomi d'arte, il tuo nome qual'è?>> gli chiese lei, cambiando discorso
<<Tranquilla, Joseph>> rispose, accendendosi la sigaretta che aveva appena chiuso.
<<Ma lo sai che sono una tua fan io? Infatti quando ti ho visto in puntata mi ha fatto un pò strano>>
<<Strano?>>
<<Si perché ero abituata ad ascoltare
le tue canzoni in cameretta, mentre ora praticamente conviviamo>>

<<E la tua preferita qual è?>> chiese lui curioso, riferendosi alle proprie canzoni.
<<Buio, decisamente>>
<<E il buio fa paura...>>
<<...il buio mi spaventa, ma giuro che combatto e che vinco questa guerra>> continuò subito lei.
<<Ah allora le sai davvero>> rise il ragazzo, contagiandola.

Alla fine passarono il resto della sera a parlare e la sua compagnia riuscì a distrarla da tutti i pensieri che le affollavano la testa.
Per la prima volta da quando era entrata si lasciò andare, scacciando via la solita timidezza ma mantenendo comunque un velo di riservatezza.

Lui aveva notato la differenza tra la ragazza con cui stava parlando, simpatica e gentile, e quella che aveva osservato nei giorni precedenti in casetta, taciturna e introversa. Fu contento di sapere che si sentisse libera di far uscire quel suo lato in sua presenza.

<<È la prima volta che ti sento dire più di una frase nel giro di pochi minuti>> le fece presente lui.
Lei sorrise, un pò imbarazzata.
<<Guarda che io parlo anche troppo quando mi ci metto, se una persona mi sta simpatica>>
<<Quindi ti sto simpatico?>>
<<Forse>> rispose con una lieve alzata di spalle, facendolo sorridere.

Spazio autrice

Non so, questo capitolo non mi convince del tutto ma spero vi piaccia
Love you, M

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora