LXI

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Nelle successive tre settimane gli animi dei ragazzi vennero scossi da infinte emozioni, contrastanti tra loro, scaturite da numerosi eventi.

Innanzitutto, Joseph era stato il primo cantante ad ottenere la maglia dorata.
Quando il suo professore lo aveva chiamato al centro del palco, chiedendogli di esibirsi, la sua mente era entrata nella totale confusione, portandolo addirittura a pensare che l'uomo avesse deciso di eliminarlo. Beatrice, dall'alto del suo banco, avendo invece perfettamente intuito quali fossero le reali intenzioni di Zerbi, lo ascoltava cantare con un sorriso a trentadue denti stampato sul volto.
<<Mi piacciono i tuoi inediti, mi piace come produci, come arrangi. Mi piace che tu sia serio e che tu rispetti l'arte e la musica, perché credo che sia il motivo per cui tu sei nato: per fare musica, per scriverla, per produrla e per viverla.
Non vedo una sola crepa in questo discorso ma vedo una cosa che ancora non ti ho detto, ovvero che per me tu meriti il serale>>
In quel momento il cantante aveva sentito il cuore prendere a battere a un ritmo sovrumano e i suoi lineamenti si erano automaticamente distesi in un sorriso smagliante. Aveva ringraziato il suo professore, stringendo tra le mani quella maglia tanto desiderata, mentre alle sue spalle i suoi compagni gioivano del suo traguardo.
Appena si fu voltato per tornare al suo posto, aveva puntato lo sguardo in quello di Beatrice, che applaudiva fiera. Si erano scambiati uno dei loro sguardi, uno di quelli con cui erano in grado di dirsi più cose di quanto avrebbero mai fatto a voce e avevano sorriso.
Dopo di lui, la stessa sorte spettò anche a Marisol e Martina, che ottennero a loro volta il loro posto al serale, piú che meritato.
Quella sera avevano gioito insieme e Joseph aveva assicurato a Beatrice che presto sarebbe giunto anche il suo momento, stringendola a sé. La realtà era che, in quel momento, a Beatrice importava ben poco di cosa sarebbe successo l'indomani, le bastava notare la gioia che illuminava gli occhi del cantante per sentirsi bene.

Ben presto, la gioia di quel traguardo venne sostituita da sensazioni di natura del tutto diversa.
Appena aveva iniziato a lavorare ai pezzi per il serale, Joseph aveva sentito crescere dentro di se un senso di ansia che lo avrebbe tormentato per giorni. La sua mente era tornata all'attacco, tormentandolo con quelle maledette paranoie che lo accompagnavano da anni.
Gli unici momenti in cui sentiva di avere un attimo di pace, durante i quali la sua mente sembrava spegnersi, erano quelli che trascorreva in compagnia di Beatrice e che non avrebbe voluto rovinare per nessun motivo al mondo. Dunque, non confidò neanche a lei il suo malessere, volendo godersi la tranquillità che la ragazza riusciva a infondergli.
Finì così per tenersi tutto dentro, cercando di gestire e incanalare l'ansia alla meglio che poteva.

Durante la registrazione della puntata successiva, la Celentano aveva finalmente consegnato la maglia del serale all'ultima delle sue ballerine.
L'aveva chiamata al centro del palco, facendole eseguire una variazione di repertorio.
<<Quando ti ho vista ai casting, ho pensato da subito che saresti stata in grado di fare grandi cose e in questi mesi ne ho avuto la conferma.
Sei determinata, perfezionista, tenace come pochi. Dentro di te hai un fuoco, che ti rende un elemento unico. Sei nata per ballare e non portarti al serale sarebbe uno dei più grossi errori che la sottoscritta potrebbe commettere>>
La ballerina aveva seguito attentamente il discorso della maestra, al termine del quale tutto lo studio era esploso in un grande applauso.
Si era voltata verso Maria, alla ricerca di una conferma che quel momento fosse reale, che non stesse semplicemente sognando ad occhi aperti.
<<Quindi...>> aveva farfugliato, indicando la maglia davanti a sé.
<<Quindi quella é tua, si>> aveva annuito la conduttrice, ridacchiando.
Beatrice era corsa a recuperare quella felpa per poi voltarsi verso i suoi compagni, lasciandosi finalmente la libertà di sorridere come mai prima aveva fatto.
Joseph la osservava ammaliato, trovando che quel sorriso e quella allegria la rendevano ancor più bella del solito. Avrebbe voluto correre verso di lei e baciarla, lì al centro del palco, sotto gli occhi di tutti, ma dovette contenersi e accantonare la sua voglia di sentirla vicina fino al termine della registrazione.
Beatrice indossò la felpa e rivolse un pensiero alla sua adorata nonna, a cui doveva attribuire buona parte dei meriti per quel traguardo.
Se non fosse stato per lei che le aveva insegnato ad amare la danza nonostante tutti i suoi lati negativi e i sacrifici che essa comportava, molto probabilmente Beatrice in quel momento si sarebbe trovata in tutt'altro posto a condurre una vita del tutto diversa.
Ce l'ho fatta nonnì.

Joseph e Beatrice avevano visto, puntata dopo puntata, la restante parte dei loro compagni raggiungere quell'obiettivo che tutti lì dentro condividevano.
La sera dell'ultima registrazione del pomeridiano, avevano organizzato una piccola festicciola ed avevano brindato, seppur con della semplice coca cola, ai loro sogni.
Tiziano e Beatrice si erano scambiati un abbraccio fraterno, felici di poter continuare insieme quel percorso.
I loro cuori erano pieni di gioia.
D'altro canto, Joseph sentiva come se il suo schiacciato da un macigno. Quando aveva sentito Angela e Gaia discutere di come, a partire dal giorno successivo, le cose sarebbero cambiate e sarebbero state decisamente più dure, si era sentito crollare.
Cercando di non dare nell'occhio aveva lasciato la sala, scappando verso la sua camera e chiudendosi la porta del bagno alle spalle.
Il cuore aveva preso a battere all'impazzata, a tal punto che aveva pensato potesse uscirgli dal petto da un momento all'altro, e respirare sembrava sempre più difficile.
Non meriti tutto questo.
Non sei all'altezza.
Non vali nulla.
Fallirai.
La vocina nella sua testa non gli dava tregua, aggravando sempre più la sua situazione.
Restò seduto sul pavimento di quel bagno per minuti che parvero interminabili prima di riuscire a regolarizzare il respiro. Aveva appena avuto un attacco di panico, il primo di una lunga serie.
Doveva parlarne con Beatrice. Aveva bisogno di lei, che lo avesse fatto ragionare e gli avesse fatto capire che quella vocina aveva torto, che lui meritava di essere dov'era e sarebbe stato all'altezza delle aspettative.
Tornato in sala, l'aveva vista ridere in compagnia delle sue amiche e pensò che per nessun motivo al mondo avrebbe voluto che quel meraviglioso sorriso svanisse dal suo volto.
Prese un profondo respiro e andò a sedersi al fianco di Tiziano, prendendo a chiacchierare con lui nel tentativo di distrarsi e di scacciare via ogni preoccupazione. Ma, per quanto gli volesse bene, Tiziano non era Beatrice e non sembrava avere lo stesso potere di tranquillizzarlo con un semplice tocco.

Spazio autrice

Dato il mio blocco di questo periodo, ero rimasta parecchio indietro rispetto al programma ed ho quindi deciso di recuperare un pò, racchiudendo in un unico capitolo diversi eventi.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M
💘

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora