LIII

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All'indomani della puntata, i ragazzi vennero convocati in studio dal professor Zerbi.
Una volta che tutti ebbero preso posto al proprio banco, venne mostrato un video in cui alcuni tra loro, la sera della puntata, discutevano del problema pulizie.

Mida citò Holden, affermando che fosse il meno collaborativo e che Rudy non gli desse provvedimenti adeguati.
Joseph rise nervosamente alle sue parole, da un lato non aspettandosi che il riccio la pensasse in quel modo.
I due avevano un buon rapporto e non avevano mai discusso, prima di quel giorno.

Nacque così una lunga discussione che coinvolse il professore, Joseph e Christian. Gli ultimi due ci andarono giù pesanti e finirono per mandarsi a quel paese, dopo una serie di botta e risposta.
Il resto dei presenti assisteva alla scena senza intervenire.

<<Mi sono stufato di essere individuato come quello che se non ce fosse sarebbe tutto pulito quindi perché se parla solo del nome mio in quel video?>>
<<Perché tu rispetto agli altri non fai un cazzo>>
<<Ma parli te, parli?>>

<<Ti stavo quasi a fa un complimento nel video>>
<<Pfff...pensa se me insurtavi! Ma ve rendete conto? Quello era un complimento?>>
<<Non pulisci, é un dato di fatto, ma secondo me sei forte>>
<<Ah quindi il complimento é che é impossibile che me se faccia il culo così, perché sono sporco, perché però so forte.
Quindi in realtà tu stai dicendo che sono talmente forte che a me Rudy non da i provvedimenti giusti necessari, quindi insulti pure lui, ed é una bugia. Dimmi dove cazzo é il complimento? Tu sei un falso bro>>

Si sentiva ribollere il sangue nelle vene, per quell'allusione al fatto che Rudy lo "proteggesse".
Troppe volte nella vita, soprattutto durante quei mesi, si era sentito dire di esser raccomandato, protetto, sopravvalutato per via del suo cognome. In realtà, tutto ciò che aveva ottenuto nella vita se l'era sudato, cercando di togliersi di dosso quell'etichetta. Spesso era finito ad immaginare di esser nato in un altro famiglia, da genitori normali, e di poter esser libero di intraprendere quella carriera senza ostacoli.

Rudy poi chiese ai ragazzi, per alzata di mano, se fossero d'accordo nel definire Holden uno dei meno collaborativi in casa. Quasi tutti, compresa Beatrice, si ritrovarono ad alzar la mano.
Joseph osservò quei ragazzi che dichiaravano di esser suoi amici, aspettandosi che qualcuno prendesse le sue difese.
<<Bene, vedo che comunque la maggioranza é d'accordo, dunque prenderò i miei provvedimenti >> constatò Zerbi.

Beatrice alzò nuovamente la mano, chiedendo di intervenire. Era rimasta in silenzio fino a quel momento, ma voleva in qualche modo difendere il romano.
Attese che il professore le desse la parola, prima di dire la sua.
<<Vorrei dire che però in casetta il problema non é solo Holden, ma siamo un pò tutti. Se veramente ognuno facesse il proprio, come spesso vien detto, la casa non sarebbe in quelle condizioni. Di certo non si può dire che Joseph sia il più pulito, ma neanche che sia la causa di tutto il delirio che c'é in casetta.>> parlò prima rivolgendosi a Zerbi, poi ai suoi compagni.
Portò lo sguardo sul protagonista di quella discussione, che si era coperto il volto con le mani.

Dopo di lei, prese parola Simone, ma non prestò molta attenzione alle sue parole. Era concentrata a studiare i gesti del cantante, cercando di capire quali pensieri gli passassero per la testa.
Sperava si voltasse verso di lei, per poter leggere in quegli occhi il suo stato d'animo, ma non lo fece. Sentiva il suo sguardo puntato addosso, ma lo evitava appositamente, perché, se avesse incontrato quei due occhi verdi, non sarebbe riuscito a trattenere le lacrime.
Presto, però, sentì di esser arrivato al limite.

<<Non ce la faccio più. Non me va de scoppiá a piagne in tv, non me va. Me so rotto il cazzo perché so sempre io qua dentro, com'é possibile? Com'é possibile che quel casino é de 1 persona sola?>> parlò con voce tremante, sentendo gli occhi inumidirsi sempre più.
<<Io te chiedo scusa Rudy, non é un comportamento educato e giusto, però a me non va de fare la scena qua. Posso chiederti se posso torná? Non mi fa stare a mio agio>>
A quella richiesta, seguirono diversi minuti di silenzio.

I compagni lo osservarono, vedendolo mostrar loro per la prima volta quel lato di sé. In casetta, infatti, pochi l'avevan visto piangere ed avevano conosciuto a fondo la sua fragilità.
Beatrice, ascoltando la sua voce rotta dal pianto, sentì qualcosa rompersi dentro di lei e desiderò di poterlo stringere tra le sue braccia.
Joseph prese a mordicchiarsi il labbro inferiore, cercando di ricacciare indietro le lacrime. Odiava mostrarsi debole, senza difese, agli occhi degli altri.

Poco dopo si alzò dal banco, lasciando lo studio. Nel tragitto verso casa scoppiò a piangere, smettendo di trattenersi.
Dopo di lui, Beatrice chiese a sua volta di uscire per seguirlo. Rudy comprese la sua voglia di stargli accanto, commosso per aver visto il suo allievo quasi in lacrime.

Giusto qualche minuto dopo di lui, dunque, Beatrice varcò la soglia della casetta e lo trovò seduto al piano, mosso da lievi fremiti, mentre sfiorava con i polpastrelli i tasti bianchi e neri, suonando una melodia lenta.
In silenzio, lo raggiunse e si posizionò dietro di lui, allacciandogli le braccia al collo. Poggiò il mento sulla sua testa, cercando di infondergli calore, e chiuse gli occhi.

Joseph smise presto di suonare, portando le mani su quelle della ballerina. Si voltò poi verso di lei, restando seduto sul piccolo sgabello, e poggiò la guancia sul suo ventre. Lasciò che ancora qualche lacrima gli rigasse il volto, lasciandosi cullare dalle carezze delicate della ragazza.

<<Mi dici cos'é che ti fa piangere?>> chiese cauta, a tono basso.
Sapeva che non era il tipo di persona che piangeva per tutto, ma che lo faceva solo quando qualcosa lo feriva nel profondo.
<<É che dicendo che Rudy non me fa il culo così, é come se avesse detto che lo fa solo perché me chiamo Joseph Carta e non me po tocca. Sta cosa me manda in bestia>> confessò, allontanandosi leggermente dal suo corpo.
Si asciugò gli occhi, strofinandoseli con le dita e rendendoli ancora più rossi.
<<Lo sai che Chri non la pensa così>>
<<Si, lui no, ma la gente si>>
<<E fattene una ragione di quello che pensa la gente. Se non sono in grado di riconoscere il tuo talento, peggio per loro. Tu non sei il tuo cognome, né tuo padre, ma molto di più>>

Puntò il suo sguardo nei suoi occhi, sperando si facesse entrar in testa quelle parole.
Joseph le fu grato per quelle parole e per il suo stare dalla sua parte, anche quando non aveva del tutto ragione. Le strinse i fianchi, poggiando nuovamente la guancia sul suo ventre, solo dopo averci lasciato un dolce bacio, che le provocò qualche brivido. Prese a giocherellare con i suoi capelli corti, rigirandoseli tra le dita.
Sarebbe rimasta lì, in silenzio a tenerlo stretto tra le sue braccai, fin quando egli avrebbe voluto.

<<Grazie per avemme difeso, prima>>
<<Ho solo detto quello che pensavo. Ciò non toglie che, da domani, se non pulisci te meno>> mise in chiaro, rimproverandolo.
<<Se pulisci co me, lo faccio volentieri>> ridacchiò, poggiando il mento sul suo ventre per poterla ammirare in tutta la sua bellezza dal basso.
Beatrice sentì una strana sensazione allo stomaco, che non aveva mai provato prima di conoscerlo.

Spazio autrice

Nuovo capitolo per voi, che spero vi piaccia.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M
💘

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora