XLVII

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Dopo pranzo i ragazzi si dispersero in tutta la casa, divisi in piccoli gruppetti. Beatrice si apprestava a sparecchiare, seppur quel giorno non spettasse a lei, mentre lasciava che la sua mente viaggiasse.

Non faceva altro che pensare che quel Natale a tavola ci sarebbe stato un posto vuoto, accanto al suo: quello di sua nonna.
Non avrebbe mai più trascorso l'intera giornata della vigilia a preparare con lei le numerose pietanze; non avrebbe mai più ricevuto in regalo uno dei soliti tutù che per lei era ormai tradizione trovare sotto l'albero; non avrebbe più celebrato l'arrivo del nuovo anno con lei.
Era in quelle occasioni che si rendeva conto che non fosse solo un brutto sogno, ma che la sua assenza fosse reale e definitiva.
Era andata via e non sarebbe più tornata.

Venne riportata alla realtà da due mani che le si poggiarono sulle spalle decise. Presa alla sprovvista sussultò e per poco non fece volare i piatti che stringeva tra le mani.
Si portò una mano al petto, voltandosi e ritrovandosi davanti la figura di Tiziano, che se la rideva sotto i baffi, affiancato da Gaia.

<<Gesù, mi hai fatto prendere un colpo>> lo colpì, senza però ricevere la minima reazione da parte sua.
<<Ti dobbiamo parlare>> annunciò l'altra ballerina, facendole assumere un'espressione confusa.
<<É urgente? Stavo aiutando Martina e Angela a pulire>>
<<Urgentissimo>> rispose Tiziano, annuendo energicamente.

La ragazza allora li seguì verso la camera verde.
Appena varcata la soglia della stanza ed essersi chiusi la porta alle spalle, i due la investirono con mille domande.
<<Tu e Joseph state insieme?>>
<<Da quanto tempo vi baciate?>>
<<Quando avevi intenzione di dircelo?>>

<<Stop. Mi dite che cosa avete visto?>>
<<Credi che il bacio che vi siete dati dopo la sua lettera non lo avremmo notato?>> chiese sarcastica Gaia, alzando un sopracciglio.
<<Non ci sfugge niente, bella>> la prese in giro Tiziano, tirandole una gomitata scherzosa.
La ballerina si portò un mano al viso, sentendosi come un'adolescente che era stata scoperta a pomiciare col suo primo fidanzatino.

<<Allora, hai intenzione di aggiornarci?>> il riccio la invitò a fornir loro una spiegazione per quanto avevano visto, incrociando le braccia.
Sotto lo sguardo attento dei due amici, si accomodò su uno dei letti.
<<Non mi fissate così però>> li redarguì.
<<Dai, parla>> la incitò Gaia, sedendosi poi al suo fianco.

Cercando di nascondere l'imbarazzo, raccontò loro del primo bacio tra lei e il cantante e della loro successiva decisione di nascondere quei loro piccoli e dolci gesti agli occhi dei compagni. Spiegò loro che lei per prima non sapeva bene come etichettare il loro rapporto e che forse non le interessava nemmeno farlo.

I due la ascoltarono parlare dell'evoluzione del suo rapporto col romano con attenzione, osservando i suoi occhi brillare di una luce nuova. Il suo sguardo e il sorriso che nasceva sul suo volto al solo sentirlo nominare la dicevano lunga sui sentimenti che provava nei suoi confronti, a lei stessa ancora ignoti.

Continuarono a porle domande su domande ma, proprio mentre cercava di escogitare un piano di fuga, vennero interrotti. La porta si aprì, rivelando la figura di Joseph che arrivò in suo soccorso.
<<Disturbo?>>
<<Nono, per niente>> si affrettò a rispondere la ragazza dagli occhi verdi, accogliendo il suo arrivo come un salvataggio divino.
<<Molto, invece. Stavamo facendo un discorso importante e la tua presenza non é gradita>> rispose invece il riccio.
<<Me stai a caccià, Tiziá?>> alzò un sopracciglio, fingendosi offeso.
<<Esattamente>> rise.

<<Mi cercavi?>> la ballerina interruppe il loro scambio di battute, sperando di riuscire a scappare dai due il prima possibile.
<<Si, ma me pari impegnata>>
<<Nono, sono liberissima>> si affrettò a dire, prima di alzarsi in piedi e lasciare la stanza insieme al cantante.

Appena varcarono la soglia della porta la ballerina tirò un sospiro di sollievo.
<<Che te stavano a torturà, là dentro?>>
<<Più o meno>>
<<Ché successo qualcosa?>>
<<Ci hanno visti prima, a tavola, e hanno ben deciso di sottopormi a un vero e proprio interrogatorio>> spiegò, seguendo i suoi passi senza sapere dove fossero diretti.

<<Quindi mo sanno de noi?>>
Beatrice annuì, per poi vederlo ghignare.
<<Che c'é?>>
<<Nulla, stavo a pensa che quindi mo te posso bacia quando me pare>> diede voce ai suoi pensieri, ricevendo un colpo sul braccio dalla ragazza.
<<Sembri un pervertito co sta faccia>>

Giunti in stanza blu arrestarono i loro passi e Beatrice prese posto sul letto del romano, mentre quest'ultimo prese a rovistare tra le valigie, quasi pronte, alla ricerca di qualcosa.
<<Che cerchi?>> chiese curiosa la ballerina, prima che egli le si avvicinasse e le consegnasse un pacchetto regalo.
Joseph vide i suoi occhi verdi illuminarsi e il suo volto assumere un'espressione infantile, tenera, e non poté far a meno di sorridere.
<<É per me?>> chiese, scattando sull'attenti ed osservando l'oggetto avvolto dalla carta regalo azzurra.
<<No, é pe Giovanni. Certo ché pe te, genio>>

La ragazza lo ignorò, affrettandosi a scartare il suo regalo. Esso si rivelò essere un CD, sulla cui confezione poté scorgere la calligrafia del ragazzo.

"che la musica ci faccia sentire vicini,
anche quando saremo lontani"
x beba
da jojo
🤍

<<É una playlist di tutte le canzoni che abbiamo ascoltato insieme in questi mesi o che semplicemente mi fanno pensare a te>> spiegò il ragazzo, prima di finire steso sul suo letto, avvolto dalle braccia esili della ballerina.
Lo strinse forte, lasciandogli una serie infinita di baci sulla guancia.
<<Grazie, é una cosa stupenda>>

<<Te lo volevo dá domani prima di partì, ma prima t'ho visto un pò pensierosa e ho pensato che potesse tirarti su>>
Le scostò una ciocca di capelli dal viso, per concedersi una visione migliore del gran sorriso che aveva sul volto. La vide abbassare lo sguardo e portarlo sul dischetto che ancora stringeva tra le mani.

<<A che pensavi?>>
<<Pensavo a nonna>> ammise.
<<Ne vuoi parlà?>>
<<No, sto bene.>>
A quella sua affermazione vide il ragazzo scrutarla attentamente, come per capire se fosse sincera o meno. Ma lo era, perché in quel momento non riusciva a pensar ad altro che al bene immenso che provava per lui. Con quel dono e le parole che precedentemente le aveva riservato era riuscito a migliorarle la giornata, liberandole la mente da qualsiasi pensiero nostalgico o malinconico.
<<Davvero jo, sono felice>>

E per la prima volta dopo tanto tempo, poteva dire di esserlo realmente. In quella casa aveva trovato persone fantastiche, tra cui colui che ora se ne stava steso sotto di lei e la stringeva tra le braccia, e aveva riscoperto l'amore per la danza che per un pò aveva messo in dubbio.
Stava scoprendo nuovi lati di sé che non si era mai concessa di conoscere e stava imparando a lasciarsi andare, nella vita e nella danza.

<<Un bacio mò merito, che dici?>>
La ragazza fece finta di pensarci sù, ma non ebbe il tempo di elaborare una risposta che il romano azzerò le distanze.
Si scambiarono un lungo bacio, stringendosi forte. Corpo a corpo, cuore a cuore.

Spazio autrice

Scusate l'assenza ma in questi giorni sono stata particolarmente impegnata e ho avuto pochissimo tempo per scrivere.
Stanotte però mi sono completamente dedicata alla scrittura di questo capitolo, che finalmente é vostro.
Fatemi sapere cosa ne pensate, vi aspetto nei commenti.
Love you, M
💘

𝐛𝐚𝐫𝐫𝐢𝐞𝐫𝐞 // holdenDove le storie prendono vita. Scoprilo ora