Dodici.

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I preparativi per l'evento più atteso dell'anno erano quasi giunti al termine e, nel giro di pochi giorni, sarebbero stati spediti gli inviti ufficiali per poter accedere alla villa.

Nayeon era ferma davanti ad un bersaglio, un po' sudata e con i capelli sciolti in tutta la loro lunghezza "se mi metto così va bene?"

"Nei film funziona sempre, ma nella vita reale sarebbe bene utilizzare entrambe le mani per poter mirare meglio" Mina era dietro di lei e le stava parlando all'orecchio "un altro segreto per avere una buona mira è immaginare la persona che odi di più"

"Odiavo i tuoi genitori e li abbiamo fatti bruciare con la casa, non ho nessuno a cui rivolgere i miei sentimenti negativi" la pistola che stava stringendo era diventata improvvisamente più pesante.

"Questo non è del tutto vero, dato che non hai mai odiato nessuno quanto odi me" a quel punto l'aveva abbracciata, tenendo le mani sulla sua pancia ed il mento intento a strofinarle la spalla "vuoi che mi metta al posto del bersaglio?"

La bionda si era irrigidita completamente, trasformandosi in una statua fatta di carne "spero tu stia scherzando perché sono a tanto così dal sentirmi offesa. Dovresti sapere che tu e Tzuyu siete tutto per me"

Quelle parole erano state pronunciate con un po' di fatica, eppure in esse era racchiusa una sincerità senza precedenti. Poi, seguite dal loro allontanamento fisico, erano state rafforzate da uno scambio di sguardi carico di dolcezza.

La maggiore non era solita provare dei sensi di colpa, ma ciò non valeva con le sue sorelle "ti chiedo scusa, ultimamente dormo poco e mi sembra di essere circondata da traditori. È questo che succede a chi uccide la gente" si era messa a sedere su una delle panche di legno, guardando il pavimento con aria afflitta.

"Perché non ti togli qualche sassolino dalla scarpa? Ti ascolto" le stava accarezzando la testa, dispiaciuta da quella versione indebolita della persona più forte che avesse mai conosciuto.

"Non lo faccio per non far sprofondare anche te" la stava stringendo di nuovo, stavolta premendo la guancia contro il suo corpo caldo "che razza di capo sarei se facessi trasportare questo peso alle persone che lavorano per me?"

"Un capo che ha abbastanza coraggio da mostrare le sue debolezze, in modo tale da permetterci di stare al tuo fianco per colmare le tue mancanze" le aveva preso il viso tra le mani, costringendola a guardarla "Minari, non sei l'unica criminale qui. Non sei l'artefice di tutto, né la martire che dovrà accollarsi ogni colpa. Siamo una squadra e se cadi tu, cadiamo tutti"

Mina le stava rivolgendo il sorriso più dolce ed autentico che avesse da offrire "spiegami come fai a sapere sempre cosa dire, ammiro tanto questa tua capacità"

"È perché sono più intelligente di te, mi sembra ovvio"

"Disse la zucca gialla"

"Ho fatto la tinta e lo sai benissimo" aveva affondato le dita nella sua stessa chioma, facendolo con fierezza "adesso riprendiamo l'allenamento, non voglio che Dahyun mi rimproveri ancora perché non so mirare neppure ad un muro"

La mora ci aveva messo qualche secondo a mettersi in piedi, un po' cupa "tu mi ami?"

Nayeon si era immobilizzata per la seconda volta nel giro di pochi minuti, stavolta con lo sguardo fisso nel vuoto "perché mi fai questa domanda?"

"Mi guardi in un modo diverso ed anche il tuo tocco è cambiato. Sei più attenta e dolce nei miei confronti, proprio come fai con Tzu"

"Ti dà fastidio? È un cambiamento che ti turba?"

"No, è soltanto un po' strano visti i nostri trascorsi" sembrava la solita donna dall'aura accattivante, ma a conti fatti stava provando una profonda timidezza "la poliziotta ti piace, vero?"

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