Venticinque.

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"Sei sicura di non volere compagnia? Non mi pesa accompagnarti in ospedale" Sana stava abbracciando un cuscino ed aveva lo sguardo puntato sulla sua fidanzata.

"No, dopo che avrò visto il risultato finale dell'operazione potrebbe prendermi a male e credo sia saggio stare da sola per abituarmi all'idea" la ragazza dei capelli blu aveva indossato dei jeans neri in un tentativo di essere formale "sarà questione di poco tempo e poi tornerò da te. Devono solo togliermi questa robaccia nascosta dal cerotto"

"Lo sai che non ho paura di questo" si era messa a sedere, ormai priva del sonno che pochi minuti prima le aveva fatto desiderare di poter dormire altre dieci ore "ma dovresti sapere anche che non importa come è ridotta la tua guancia"

"Ti confesso che non sapere cosa aspettarmi mi spaventa un po', ma non perché ho paura di essere meno bella" aveva raccolto i capelli in uno chignon più che disordinato "temo di non riconoscere il mio stesso volto"

La rossa si era definitivamente alzata, abbracciandola con dolcezza "Hyun, qualsiasi mostro contro cui dovrai combattere non sarà mai abbastanza forte da piegarti. E, per quel che vale, per me sarai sempre la stessa persona di cui mi sono innamorata"

Dahyun le aveva rivolto un sorriso tenero, anche se esso trasmetteva anche dell'ansia volutamente celata "sono proprio fortunata ad averti nella mia vita. Non so come farei senza di te"

"Un po' mi mancano i tuoi insulti continui, lo sai? Ti sei ammorbidita in un modo che non avrei mai creduto possibile, considerato il tuo pessimo carattere" le aveva spostato una ciocca di capelli dietro l'orecchio "ormai l'unica maleducata è Jihyo"

"Quella lì è stata educata dalle scimmie, non sembra affatto una donna cresciuta in mezzo ai nobili" un bacio sulla fronte era stato il gesto col quale le aveva comunicato di doversene andare "ci vediamo più tardi, se sei stanca riposa un altro pochino"

"Sarò qui ad aspettarti, non metterci troppo" non aveva smesso di sorridere un solo secondo, ma non appena la porta della camera si era chiusa alle spalle della sua donna aveva perso ogni traccia di allegria "spero che la cicatrice non sia tanto brutta, non meriti di soffrire anche per questo"

Nel corridoio che collegava gli appartamenti c'era il nuovo capo ad attendere una delle sue sottoposte "sto andando anch'io a fare una visita, ti va di andare insieme? Guido io ovviamente"

Dahyun aveva annuito, seguendola al parcheggio sotterraneo e rendendosi conto soltanto in quel momento di quanto le era stato detto "perché devi farti visitare? Non ti senti bene?"

"Sono sana come un pesce, ma venendo da una famiglia che produce medicinali all'avanguardia sono diventata un po' paranoica. Devo fare dei controlli alle mie analisi e necessito dell'aiuto di qualcuno che ne capisce davvero"

"E mentalmente come ti senti? Non è passato molto tempo da.. Quel giorno" stava tenendo i pugni stretti e lo sguardo puntato sulla strada.

"Devo ammettere che è molto dura affrontare tutto questo, però penso di essere ad un buon punto per rendermi effettivamente conto di aver perso mia sorella. La morte di chi si ama è davvero terribile, ma chi rimane sulla terra non può piangere per sempre"

"Hai detto  qualcosa di saggio, ma lo pensi sul serio?"

Nayeon aveva accennato un sorriso triste "sì, lo penso davvero. Bisogna vivere in onore di chi ci ha lasciato, è questa la mia nuova ottica"

Dopo quella breve conversazione erano rimaste in silenzio fino all'arrivo in ospedale, separandosi senza dire nulla ad eccezione di rivedersi dove avevano lasciato l'auto.

La bionda si era diretta dal suo medico di fiducia, il quale nonostante gli innumerevoli impegni si era ritagliato del tempo per visitarla di nuovo.

L'espressione del dottore, dopo aver controllato tutte le analisi che la paziente gli aveva portato, non prometteva niente di nuovo "signorina Myoui, temo di doverle dare una notizia sgradevole"

Criminal LoveWhere stories live. Discover now