Ventotto.

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Come previsto dalle strateghe del gruppo, l'abitazione scelta dai Kim altro non era che una piccola casa in rovina situata fuori città.

All'esterno non vi era la minima traccia di guardie o sicari e lo stesso valeva per le trappole, infatti Jihyo si era affrettata a fare rapporto "via libera, ma non garantisco l'assenza di un allarme non appena avremo messo piede lì dentro"

Nayeon, la quale le stava tenendo tutte d'occhio dal suo ufficio, aveva annuito lentamente "va bene, allora entrate tutte insieme per limitare ogni possibile danno o perdita di tempo, noi vi guarderemo le spalle coi droni. È tutto pronto?"

"SÌ, è tutto perfettamente funzionante e riesco a captare persino i suoni più flebili" Chaeyoung era seduta su uno dei divani e sembrava una gamer professionista. Stava persino mangiando le sue patatine preferite.

"Ammetto di avere un po' paura, però mi piace tanto come mi sta questa tuta aderente. Più tardi voglio farmi delle foto davanti allo specchio" Sana si sentiva in pace con se stessa.

"Io invece la odio perché faccio fatica a respirare. Sai com'è, è difficile quando si hanno delle tette gigantesche rispetto alla media" Jihyo se le era toccate per sottolineare il concetto.

La rossa si era imbronciata, imitando il suo gesto "non c'era bisogno di ricordarmi di essere stata meno fortunata di te, sei cattiva"

Anche Tzuyu, a malincuore, aveva compiuto la stessa azione "meglio che stia zitta"

"Volete farla finita? Siamo in missione, l'ultima per la precisione, e anche se sembra più facile delle altre sarebbe bene mantenere alta la guardia" Momo era particolarmente preoccupata per una delle sue compagne, ma non se l'era sentita di dirlo ad alta voce "discuterete più tardi circa la grandezza del vostro petto, adesso state concentrate"

"Avete sentito la mia ragazza? È arrivato il momento di fare un po' di casino" la castana si era calata perfettamente nei panni della combattente che tutte conoscevano, eppure aveva poggiato delicatamente la mano sulla spalla della sua amica d'infanzia "Hyun, sei sicura di farcela? Possiamo pensarci noi se non te la senti"

"Non posso lasciare questo peso a voi, devo esserci anch'io o continuare a vivere potrebbe diventare difficile" si stava trattenendo parecchio per impedire al suo intero corpo di tremare "andiamo, prima entriamo prima ce ne andremo"

Al loro ingresso l'unico rumore era stato quello della porta scricchiolante: nessun allarme né persona pronta a combatterle in vista. Era tutto fin troppo silenzioso.

Si erano quasi convinte che non ci fosse nessuno, ma era bastato andare in salotto per trovare i loro bersagli. Erano entrambi seduti sul divano a guardare il fuoco nel camino, assorti a tal punto da non essersi accorti subito della presenza di ben cinque intruse.

Il signor Kim aveva voltato lentamente la testa nella loro direzione, soffermandosi su sua figlia con una certa delusione "ah, sei soltanto tu. Speravo fosse tornata Sharon"

Quelle parole le avevano spezzato il cuore, eppure in Dahyun non c'era stato neppure un cenno di cedimento "nemmeno io sono contenta di vedervi"

Sana si era accorta della forza con cui la persona che amava stesse stringendo i pugni e la pena che provava per lei era stata tale da averle quasi fatto lacrimare gli occhi.

Avrebbe voluto allentare quella stretta con la sua solita tenerezza per poi sussurrarle dolci parole di conforto, ma quello non era il momento giusto ed era rimasta indietro a guardare.

La signora Kim si era alzata di colpo, avvicinandosi a sua figlia con un dito puntato direttamente al suo viso "perché tu sei viva e Sharon no? Ci dev'essere stato un errore"

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