Diciassette.

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C'era voluto tutto il coraggio accumulato in una notte per permettere a Momo di andare a bussare alla porta del piccolo appartamento di suo interesse. Non capiva la ragione di tanto nervosismo, o forse sì ma non voleva ammetterlo.

Jihyo aveva aperto con la sua solita impazienza e voglia di eliminare chiunque l'avesse disturbata, però si era concessa di stare rilassata dopo averla vista "ciao"

"Ciao" non riusciva a guardarla in faccia, sentendosi ancora più in ansia rispetto a poco prima.

"Hai gli occhi spenti, la schiena rigida e stai saltellando da un piede all'altro. È successo qualcosa? Oltre a tutta la merda che sta capitando ultimamente, intendo"

"Vorrei solo sapere che cosa siamo io e te" l'aveva detto con un tono di voce talmente basso da non sembrare nemmeno il suo. Di solito era molto calma, ma mai così tanto.

Lo stomaco di Jihyo si era come ristretto, dandole la sensazione di dover vomitare, ma la cosa più preoccupante era stato il cuore che batteva all'impazzata "cosa intendi?"

La mora si era portata una mano nei capelli, scompigliando la frangia solitamente perfetta "sai com'è, ci baciamo spesso e proviamo una forte attrazione l'una per l'altra. Mi chiedevo se fosse il caso di dare un'etichetta al nostro rapporto"

Vederla così timida le piaceva molto, eppure non se l'era sentita di dimostrarlo "e quindi? Ci baciamo, non mi sembra chissà quale cosa"

"Hai detto che ti piaccio anch'io, perciò ho pensato.."

"Pensavi male" non l'aveva lasciata finire di parlare, stringendo con forza la maniglia della porta "non sai separare il piacere fisico dai sentimenti ed è per questo che sei così debole. Scendi dalle nuvole che il romanticismo tra noi non c'è mai stato. Voglio solo portarti a letto, niente più di questo"

Tutti i movimenti nervosi e timidi che avevano reso Momo carina si erano interrotti, lasciando il posto ad una freddezza disarmante. Persino il suo tono di voce si era indurito "giusto, hai proprio ragione. Chissà quale diavolo si è divertito a giocare con la mia mente" le aveva dato le spalle, facendo qualche passo per andarsene.

"Non volevi entrare?"

"No, non so che farmene di una perdita di tempo. Prima Dahyun e adesso tu, siete veramente senza cuore"

Sentirsi dire quelle cose le aveva fatto più male di una coltellata. Oltre ad averla resa gelosa "che c'entra Dahyun in questo discorso?"

"Ho avuto una cotta per lei ed ho creduto di poter essere la sua metà, ma anche lei mi ha allontanata dicendomi le stesse cose" aveva stretto i pugni, affondando le unghie nella carne per impedire alle lacrime di uscire "vi auguro di trovare ciò che cercate, quando avremo rimesso a posto questo casino"

"Vieni immediatamente qui, Hirai"

"No, non prendo ordini da te. Vado a fare l'illusa da un'altra parte, mi si addice molto più di stare qui e rendermi ridicola" si era incamminata di nuovo, senza fermarsi e sparendo alla fine del corridoio.

Jihyo si era sentita svuotata e, stando alla maniglia deformata dalla sua stessa mano, nemmeno il suo corpo era d'accordo con le cose che aveva detto "sono proprio una deficiente, ma ormai il danno è fatto"

Aveva chiuso la porta, incurante di aver fatto troppo rumore, ed era tornata a letto per continuare a dormire. Purtroppo per lei i suoi sogni erano stati invasi dal sorriso che tanto le piaceva baciare.

۵

Chaeyoung si era girata nel sonno, svegliandosi di soprassalto dopo aver urtato qualcosa "santo cielo, ho rischiato un arresto cardiaco"

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