Epilogo.

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"Sei tornata anche oggi, sono contento" Justin era un bambino di cinque anni e si stava preparando per andare a dormire nel suo letto a forma di Saetta McQueen.

Essendo un po' goffo era rimasto incastrato mentre si stava infilando la maglia del pigiama, ma fortunatamente due mani delicate gli avevano fornito l'aiuto necessario a liberarsi.

"Te l'avevo promesso col mignolino" la donna aveva evidenziato il concetto mettendo in bella vista il dito menzionato "e poi sai che ci tengo a sapere qualcosa sulla tua famiglia, non potevo di certo perdermi il tuo racconto"

"Io ti dico tutto, ma posso chiamarti zia? Sei la sorella della mia mammina" si era infilato sotto il piumone, stringendo il vecchio peluche di un pinguino.

"Certo che puoi, anzi stavo aspettando che me lo chiedessi" gli aveva rivolto un sorriso carico di gioia e di affetto sincero.

"Va bene zia Mina, allora comincio!" si era spostato per farle spazio accanto a lui, appoggiando la testa sulla sua spalla e guardando il soffitto stellato durante il suo racconto.

Le prime di cui aveva parlato erano state le zie che litigavano sempre ma che si amavano tanto, ovvero Momo e Jihyo. La prima lavorava per la famiglia Myoui in un ufficio di ricercatori, l'altra aveva una palestra in cui insegnava autodifesa. Anche lui partecipava alle lezioni per bambini.

A seguire, mostrando lo stesso amore, aveva menzionato le zie che lo viziavano sempre: Tzuyu e Chaeyoung. La prima, essendo collegata a lui dal sangue, adorava il suo nipotino tanto quanto un figlio. La seconda si divertiva a portarlo a fare shopping e a giocare con lui. Nessuna delle due aveva un lavoro, dopotutto erano ricche di famiglia.

Poi era stata la volta di Sana e Dahyun, le due zie che considerava, in gran segreto, le sue preferite. Si erano sposate prima della sua nascita, diventando delle figure molto importanti nel mondo dei nobili. Avevano sempre qualcosa da fare, ma non erano mai mancate ad un pranzo domenicale o ad una sua festa di compleanno.

"Mi sembra che nessuna di loro sia cambiata col passare degli anni" Mina aveva baciato la testa del suo nipotino, sentendo una fitta al suo cuore fermo da tanto tempo "e cosa mi dici delle tue mamme? Stanno bene?"

"Mamma Kat è sempre dolcissima e mi chiede aiuto ogni volta che vuole fare una sorpresa a mammina!" si era illuminato di una gioia che solo un bambino felice possedeva "non perde mai il sorriso e fa tante cose per noi. Pure mamma Nay è bravissima, si diverte tanto quando giochiamo insieme e mi sta insegnando a scrivere"

"Sento puzza di un però.."

Il piccolo si era rabbuiato "però certe volte mammina non si comporta bene con mamma e la lascia da sola. Una volta l'ho vista piangere"

La donna si era messa a sedere per poterlo guardare negli occhi "ascoltami ometto: so che alcuni comportamenti degli adulti potrebbero sembrare insensati e nella maggior parte lo sono davvero, ma quando si creano queste situazioni è compito tuo risolverle"

"E come posso fare? Sono soltanto un bambino"

"Ma come.. Non volevi diventare Super J?"

Le guance morbide di Justin erano diventate rosse per l'imbarazzo "come fai a sapere il mio segreto?"

Mina si era trattenuta dal ridere, osservandolo divertita "lo so perché ho anch'io una missione molto importante"

"E quale? Vuoi salvare anche tu i gattini che si arrampicano sugli alberi?"

"Adoro i felini, ma la mia famiglia ha la precedenza persino su di loro" si era avvicinata a lui per poter sussurrare "non dire a nessuno quello che sto per dirti, va bene?"

"Te lo prometto!" aveva quasi urlato, infatti si era coperto la bocca con preoccupazione.

L'aspetto di Mina stava cambiando, dando al suo corpo una trasparenza che prima non c'era "tieni unita questa famiglia, io non ho saputo farlo e me ne pento tanto. Puoi farmi questo favore?"

Justin aveva annuito lentamente, anche se non aveva compreso pienamente il discorso "e tu che farai?"

"Io devo seguire una losca figura che vuole accompagnarmi alla mia prossima vita, mi è stato concesso di incontrarti due volte soltanto perché ho supplicato in ginocchio come una povera idiota"

"Quindi non ci vedremo mai più?"

"Purtroppo no, però potrai ricordarti di me ogni volta che avrai paura di non farcela" gli stava accarezzando la guancia, sorridendo malinconica e parlando a nessuno che il piccolo potesse vedere "adesso sono pronta ad andare"

L'entità fatta di ombra, rimasta pazientemente in attesa in un angolo, aveva annuito "molto bene, spero tu sappia che quel bambino non avrà alcun ricordo di te e delle cose che gli hai detto. Hai solo perso tempo"

"Ne sono consapevole, ma volevo comunque dire qualcosa di figo prima di sparire definitivamente da questo mondo. E poi, l'hai detto anche tu quando ci siamo conosciuti, non esiste la vera morte per chi ha fatto un patto col diavolo"










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Finale un po' insensato e confusionario? Probabile, eppure mi sta bene così perché, ci tengo a ribadirlo, ogni storia è collegata e la nostra Mina si sta per gettare nella prossima avventura assieme a noi.

Grazie come sempre per esserci stati, vi aspetterò in "I Got You"!💚

Criminal LoveWhere stories live. Discover now