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Il giorno dopo Felix decise di uscire per dare un'occhiata in giro.
Si alzò in piedi traballante. Non si era ancora ripreso del tutto. Aveva perso molto sangue e nonostante la sacca, non era ancora riuscito a recuperare tutto quello perso.
Sul comodino trovò dei vestiti nuovi.
Si vesti nel bagno, di cui la porta la trovò nascosta dietro alla libreria.
Erano dei semplici pantaloni neri e una camicetta bianca [sappiatelo, sono maniaca delle camice]. Le scarpe le trovò accanto alla porta, aperta.

Uscì nel corridoio illuminato. Non aveva finestre, se non una coperta da tende rosse e di velluto.
Il pavimento era coperto da una moquette color sangue, mentre i muri erano neri.
Quel posto metteva i brividi. Il silenzio era assordante. Si sentivano solamente i leggeri passi di Felix.

"Troppo silenzioso. È tutto troppo silenzioso" pensò. Il suo udito era uno dei più affilati tra tutti i vampiri, com'era possibile che non ci fosse un solo rumore?

Pian piano comparirono diverse porte sulle pareti, porte nere e di legno, o porte rosse e di metallo.
Svoltò a destra, trovandosi difronte alle scale. Erano di marmo nero, coperte da un tappeto rosso.

-Esci. Fai ciò che vuoi, non m'importa. Ma non usare le scale, chiaro? Non salire e scendere, resta su questo piano-.

Il ricordo del suo sguardo freddo, di quelli occhi pieni di voglia. Di fame.
Rabbrividì e continuò ad esplorare quel piano della casa.
Il corridoio era tutto uguale. Porte e porte. Rosso e nero. Lampade e buio. Un susseguirsi di svolte e percorsi. Un labirinto, in cui Felix era sicuro di essersi già perso.
Poi eccolo.

Un rumore.

Era simile al ticchettio di un orologio a pendolo, solo che era disordinato, non c'era un collegamento. Una melodia. Un ritmo.
I ticchettii aumentarono di volume, distruggendo i timpani del ragazzo, che si portò le mani alle orecchie, nel vano tentativo di far smettere quel rumore. Che invece aumentava, sovrastando tutti gli altri suoni.

"Cos'è?" si domandò, negli ultimi attimi di lucidità.

Il rumore era sempre stato il suo punto debole. Nulla poteva metterlo più al muro dei suoni. Lo odiava. Lo temeva. I tuoni erano i suoi incubi. I clacson i suoi peggior nemici.
Cadde in ginocchio, mentre il ticchettio diventava assordante.
Una risata. Una risata isterica risuonò nel corridoio.

Una mano ghiacciata che gli sfiorava la pelle, fin ad arrivare al collo e poi i canini che entravano nella sua pelle.
Felix spalancò gli occhi, sentendo il sangue uscire dal suo corpo. Una presa salda sul collo bloccava tutti i suoi movimenti. L'ossigeno mancava. I polmoni pregavano. Il terrore si faceva strada nella sua mente.
La mano che non gli bloccava la respirazione, si infilò sotto la larga camicia bianca. Che ormai bianca non era più. Goccioline di sangue cadevano dai lunghi canini dell'uomo.
Le lunghe dita gli sfioravano la pelle, facendolo percorrere da brividi.
Gli sfiorò il bacino, toccando la cintura di pelle nera.

-T-ti prego...- sussurrò Felix, con le ultime forze nel corpo, -L-lasciami a-andare-.

I canini uscirono dalla pelle e il proprietario li leccò, gustandosi fino all'ultima goccia di quel delizioso sangue.

-Lasciarti andare? Proprio ora che ti ho tra le mie mani? Mai! Ho il sangue più gustoso di tutti, e lo voglio tutto per me! - ridacchiò l'uomo.

Non era Hyunjin, di questo Felix ne era certo, la voce era più profonda e sembrava appartenere ad un uomo più vecchio. Le mani erano callose e la presa sul collo era potente.
Solo Hyunjin poteva sapere che Felix era fin troppo debole per cercare minimamente di opporsi a qualcuno.
Ormai era spacciato. Non poteva fare nulla per fermare la sete dell'uomo. Avrebbe prosciugato tutto il suo sangue.
Non era male come idea, avrebbe finalmente portato fine a tutto il suo dolore.
Riconficcò i denti nel collo bianco, iniziando subito a rubargli sangue in modo feroce e avventato.

Poi un braccio lo afferrò.

Un braccio lo separò dalla presa dell'uomo, la mano sul collo scomparve e i canini uscirono dal suo collo.
La ferita gli bruciava. I polmoni chiedevano ossigeno e finalmente la presa sul collo era sparita, lasciandolo respirare normalmente.

-FUORI! - tuonò una voce, -Non venire mai più qui! Chi ti ha permesso?! Sparisci! -.

L'uomo strisciò fino alle scale, correndo al piano di sotto.

Felix si lasciò cadere tra le braccia di Hyunjin, che lo prese in braccio, riportandolo velocemente nella sua stanza.
Lo riattaccò alla sacca di sangue, chiedendo ad una cameriera di andare a prenderne una nuova, una di quelle migliori.
Accarezzò la fronte pallida del ragazzo, che aveva ricominciato a respirare regolarmente.

"Cos'ha di speciale? Fatico a tenere il controllo con lui e Gregor sembrava fuori controllo" pensò.

Lo guardò ancora. La ferita era coperta dal cerotto bianco, macchiato di sangue.

"Cos'ha di diverso il tuo sangue?".



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sinceramente nn vado fiera di questo capitolo, avrei potuto farlo meglio e lo sistemerò.

voi che ne pensate??
grazie a tutti quelli che hanno votato! sono contenta che questa storia piaccia a qualcuno!

ah e le parentesi quadre: [], contengono i miei commenti😊

The Vampire's loveWhere stories live. Discover now