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"Mamma? Mamma? Mamma!", il bambino uscì dalla cameretta in cerca della mamma. Aveva circa 3 anni, i suoi capelli biondi svolazzavano nel vento, mentre alcune ciocche gli ricadevano flebili sul volto. Le lentiggini decoravano il suo visino piccolo e luminoso, come gli occhietti azzurri come zaffiri. 'La mia pietra preziosa', così lo chiamava la madre, ogni volta che lo prendeva in braccio per coccolarlo e tenerlo stretto al petto.

Il padre non c'era quasi mai a casa, ma ogni sera, quando tornava dalla sua famiglia, abbracciava prima la moglie, rubandole un dolce bacio e poi prendeva in braccio il figlio, lanciandolo in aria come un supereroe.

I problemi erano iniziati, quando l'odore del sangue era diventato troppo forte, e la tentazione irresistibile. L'uomo aveva iniziato a non tornare più a casa, o a chiudersi in casa.

"Mamma! Mamma dove sei?" la chiamò ancora il bambino, scendendo frettolosamente le scale. La donna non rispondeva però. Non c'era traccia della figura più importante in quella casa.

Girò ed entrò nella cucina, venendo subito accolto da un forte profumo di cibo. Carne al sangue, per la precisione. Si sentivano pentole che si scontravano, acqua che usciva dal rubinetto e il canticchiare di una canzone.

"Mamma?" domandò ancora il bambino. La donna, che era intenta a preparare la cena, si voltò verso il figlio. Gli rivolse uno dei suoi soliti sorrisi pieni d'amore, per poi prenderlo in braccio. Sentì due aghi conficcarsi nel suo collo, lasciando il piccolo spaventato e incuriosito.

"Mamma? Mamma che succede?", il giovane cercò di allontanarla, ma fu tutto invano. La donna sembrava completamente ossessionata dal sangue che stava prelevando dal collo del figlio. "Renditi utile" una voce risuonò per tutta la stanza.

Felix si svegliò, bianco come un cencio e tremante. L'incubo che aveva appena fatto era stato fin troppo rivoltante. Si guardò intorno, solo per notare che si trovava nella sua vecchia stanza.

La cameretta in cui aveva vissuto i suoi anni migliori e i suoi anni peggiori.

Eppure, sentiva come se avesse vissuto i suoi anni migliori da poco. Forse era stato bene con Hyunjin. Non sapeva ancora cosa provasse di specifico per il vampiro, ma era sicuro non fosse più semplice simpatia.

Ora sentiva come un vero e proprio legame. Che l'amasse sul serio? E se sì, sarebbe stato ricambiato?

I suoi pensieri si fermarono, appena sentì dei passi lungo il corridoio avvicinarsi. Un odore nauseabondo raggiunse presto le narici. Carne. Carne marcia. Carne cruda. Cercò di portarsi le mani al viso, per tapparsi le narici, ma aveva i polsi legati alla tastiera del letto, da delle lunghe catene di metallo.

-Sei sveglio, finalmente-. L'uomo entrò nella stanza. Sembrava stanco, aveva delle profonde occhiaie viola sotto gli occhi e il viso era pallidissimo. Le guance incavate e i capelli unti e sporchi.

Non era più il giovane padre, premuroso, attento e testardo, che Felix ricordava nei suoi sogni più profondi. Ma il mostro in cui si era trasformato quella notte. Quella fatidica notte. Che aveva distrutto molte vite.

-Lasciami andare- sussurrò il biondo, spostandosi dall'altro lato del letto.

-No. Ormai non hai più scampo, né tu, né io. Ma non ti farò del male- disse. Si avvicinò al figlio, prendendo un ago dalla tasca e conficcandolo dolcemente nell'esile braccio pallido del ragazzo. Prelevò un po' di sangue, quel che era sufficiente per riprendersi, e poi iniettò una sostanza giallognola di ricambio.

-Cos-cos 'era? - balbettò Felix, sentendosi storno e stanco di punto e in bianco.

-Ti aiuterà a dormire-.

Tutto diventò nero, un silenzio profondo e calmante lo avvolse dolcemente, portandolo via da quell'inferno. Portandolo in un altro.

"Lixie, vieni qui!" gridò la donna, entrando velocemente nella stanza del figlio, che era rannicchiato in un angolo della camera, tossendo per colpa della cenere che entrava dalla finestra.

Il piccolo la guardò, aprendo le braccia e facendosi prendere. La madre corse giù per le scale scricchiolanti, mentre il fuoco aveva raggiunto la casa, iniziando a bruciare il legno e i fiori di cui tanto la donna si era presa cura in quegli anni.

Uscirono veloci, trovandosi di fronte un dipinto di dolore e fuoco. Tutto il villaggio era in fiamme, le persone correvano verso il fiume, ma sarebbe stata una trappola e di questo lei lo sapeva. Avevano più possibilità per il bosco, che dava al palazzo Hwang.

Dandosi alla corsa, dopo essersi assicurata il figlio in braccio, entrò nella boscaglia. Ricordava a memoria il sentiero per andare al grande palazzo. Felix tossiva tra le sue braccia, mentre alcuni lacrimoni gli scorrevano lungo le guanciotte, costellate dalle piccole lentiggini.

Dietro di loro il fuoco si stava spargendo per la foresta.

La donna si fermò, però, sentendo delle voci in lontananza. Uno sparo riecheggiò per tutta la radura, mettendola in guardia. Posò a terra il suo cucciolo, avvicinandosi da dietro ai cespugli.

Felix gattonò verso di lei, guardando anche lui tutta la scena.

Un forte vento scuoteva gli alberi che circondavano la piccola parte di erba. Una bambina guardava gli uomini con occhi spaventati, mentre il corpo di un uomo giaceva davanti a lei.

Una voce scosse tutti i presenti, mentre un masso sbucava dal terreno su cui una penna invisibile incideva le parole dette con un inchiostro d'oro.

La profezia si stava avverando e tutti gli uomini, assassini di un'unica persona, scapparono via, terrorizzati dal fato e dalla magia che si era risvegliata.

La profezia si stava ancora avverando, quando l'unico uomo rimasto si avvicinò pericolosamente alla bambina, rimasta in dispare. Indifesa e tremante. Alzò il pugnale in alto, pronto ad ucciderla. Con un passo veloce, Min-Seo si frappose tra i due, rimanendo uccisa.

La profezia cambiò. Le parole si mischiarono, si cancellarono, si riformarono.

Felix camminò lentamente verso la pietra, attratto dalla luce chiara che emanava. Tutto di quel blocco di marmo lo attirava, gli diceva di avvicinarsi. Di toccarlo.

Poggiò le sue manine fragili e piccole su quel masso, freddo e bollente allo stesso tempo.

La magia cambiò percorso. Non più incidendo la profezia sul marmo, ma bensì dentro il bambino. Nessuno sa l'altra parte della magia. Nessuno ha mai girato la medaglia, per vedere la seconda faccia.

L'uomo, avendo ucciso la moglie, decise di svignarsela, strappando via il bambino dalla pietra e portandoselo via con sé.

Nessuno capì mai perché la profezia non si compì quel giorno. Nessuno capì mai perché quel giorno la magia decise di fermarsi.

In quella radura, impregna di magia, si nasconde un profondo segreto, che nessuno riuscì mai a svelare.

Perché il segreto non è una parola. Ma bensì una persona.

Il motivo per cui Tzuyu non può tornare da sua madre. Il motivo per cui Yeonjun non può ancora tornare da Yeji. Il motivo è uno solo.

La magia si è fermata, e con lei tutto è rimasto sospeso tra due mondi.


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non sono viva ma sono tornata dopo una settimana.

scusatemi il ritardo, ma sto finendo le idee. Voglio portarla ad una conclusione decente e per questo ho bisogno di valutare bene le mie idee.

Non mi piace questo capitolo, doveva essere fondamentale ma sinceramente non mi soddisfa. Ma se mi ci soffermo ancora un po' poi finisce che non lo pubblicherò mai.

Quindi eccomi qui.

Spero che vi piaccia!


The Vampire's loveWhere stories live. Discover now