The Vampire's love

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Niki e Jungwon si stavano esercitando ormai da un po' di giorni. Era stato difficile, secondo il mago, riuscire a risvegliare il punto di sorgente dei poteri del minore, siccome sembravano finiti in letargo così profondamente da far invidia alla bella addormentata.
Il più grande, anche se era molto più basso del minore, aveva dovuto fare un bel po' di fatica a mettere in piedi le basi magiche.
Ma cosa ci si poteva aspettare?
Niki non avrebbe mai pensato di essere lui l'erede.

Intanto, però, i due Hwang e Minho discutevano su come mandare avanti il piano. Avevano già fatto chiamare Bang Chan, mandandogli anche un messaggero per spiegargli tutto. Avrebbe portato gran parte del suo branco, lasciando al villaggio giovani mamme, bambini e ragazzi inesperti.

-Forse...conosco un branco di sirene, vive nel mare d'Ovest. Per me sarebbero disposte a darci una mano, poi bisogna vedere- propose Yeji, diffidente. Sapeva quanta poca amicizia ci fosse tra i lupi e gli abitanti del mare.

-Che vada bene a Chan o a Sunoo, non mi importa. Se ci aiuteranno vanno bene- tagliò corto il vampiro, piuttosto nervoso.

Minho ascoltava appoggiato allo stipite della porta. Jisung doveva essere in viaggio per il palazzo Hwang, siccome avevano deciso di trasferirsi lì. In quei giorni, anche se molto non si erano sentiti, aveva capito ci fosse qualcosa nel giovane che non fosse normale.
Due notti prima il minore aveva avuto un incubo, si era svegliato con il fiatone, sudato e con le lacrime agli occhi. Non era riuscito a calmarlo subito, cosa strana.

Ancora più strano era l'accaduto in sé. Jisung non aveva incubi da quasi due anni! Com'era possibile che tutt'un tratto, ricominciassero. Sembravano spariti per sempre... che c'entrasse il passato? Minho non lo conosceva bene, sapeva solo che il suo cucciolo avesse dovuto affrontare tante difficoltà e ciò gli bastava.
Ma che si nascondesse altro dietro a quelle guanciotte dolci?

-FLASHBACK-

Minho camminava lungo la strada principale di uno dei quartieri più popolati di Sidney. Che ci facesse sul mondo terreno? Era un grande mistero per tutti.

Al giovane vampiro, cugino di Hwang Hyunjin, era sempre piaciuto scappare dalla sua immensa casa per rifugiarsi nel luogo che tanto gli avevano proibito di vedere. Non sapeva da ove prendesse tutta quella forza per scappare, sentiva solo una grande voglia di libertà.
Si sentiva oppresso in quella villa, anche se poteva fare invidia al palazzo reale d'Inghilterra. Sì, era stato pure lì. Era stato ovunque. Anche nei posti più sconsigliati.

Compariva e scompariva.

I suoi genitori erano morti ormai da un paio di settimane, lasciandolo nelle mani dello zio Min-Jae, non era un uomo cattivo, ma era snervante a volte.
Ma era il suo carattere, non sopportava essere rinchiuso.

Scalciò un sasso che era lì tranquillo sulla strada, mentre milioni di persone gli passavano accanto, scontrandosi contro di lui o sorpassandolo senza sfiorarlo.

Milioni di persone erano lì, milioni di menti che un tempo avrebbero potuto ucciderlo, ma che ora invece era tutto l'incontrario.

Perché la natura premia e ripudia. Li aveva resi invincibili, con poteri fuori dal comune, mentre ora non erano che un ammasso di carne con una mente poco affidabile.

In mezzo a tutti quegli odori di sudore, bagno schiuma, uova marce, pelle e forfora (sì, la forfora ha un odore), un odore intenso intinse l'aria di un colore rosso, che subito attirò l'attenzione di Minho, che alzò leggermente il naso, seguendo la traccia, manco fosse un cane in cerca del suo osso.
L'odore lo condusse sempre più lontano dalla città, dal centro, in poco tempo, con anche qualche scatto di velocità poco umani, raggiunse il nucleo che produceva l'odore.
Proveniva da un vicoletto, tra due case che non sembravano nemmeno reggersi in piedi da sole, con i muri sgretolanti e le porte in legno marcite.