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Luce, tremore e poi nero.

Yeji si guardò intorno. Hyunjin non se n'era ancora andato. Fino a quel momento, non avevano parlato d'altro se non dello stato della loro famiglia, del fatto che papà stava rompendo le palle per gli eredi. Che di sicuro dal figlio primogenito non avrebbe avuto. Non di sangue almeno.

La ragazza sospirò, era riuscita a svignarsela, con la stupida scusa che aveva usato anche il figlio del Park.

-Vado un attimo in bagno. Non uccidetevi, per piacere- aveva detto lei.

Finalmente poteva godersi un po' di pace, prima di tornare a discutere di quelle stupidaggini. Il sangue del biondino, di sicuro, sarebbe stato di grande aiuto. In fin dei conti, quel povero ragazzino, non aveva fatto nulla di male, se non nascere col sangue più buono al mondo.

Si guardò intorno, non sentendo il rumore del metallo delle catene.

-Felix? - cantilenò, scendendo l'ultimo gradino e guardandosi intorno.

Nessun rumore, nessuno lamento. Era come se non ci fosse nessuno all'infuori di sé. Un pensiero. Un dubbio si infiltrò nella sua testa.
Capì ogni cosa.
Le menzogne del fratello. Il padre non lo aveva mai tempestato di suppliche sui nipoti. La sua urgenza di parlarle.

Tutto un piano per rubarle il ragazzino biondo.

-NO! - urlò.

Il fratello le aveva preso ciò che era suo da sotto al naso, come aveva fatto lei con lui.
Solo che ora, aveva vinto lui.

-NO! HYUNJIN! -.

-Che succede?! - chiese Sung-hoon, entrando e raggiungendola, seguito da Jake e Changbin, che si guardarono impauriti. Era accaduto tutto troppo in fretta.
-Cos'è successo? Hyunjin è appena andato via. Lo hanno chiamato con urgenza-.
-Rincoglionito! Vai a fermarlo!- gridò la ragazza, ormai stravolta dalla rabbia.

Sung-hoon si guardò in torno, e capì. I due, accecati dalla rabbia e dalla sete di sangue, corsero su per le scale, lasciando i due con un punto interrogativo sul viso.

Una luce vibrò nell'angolo. Si spense pian piano, lasciando spazio a tre figure.
Ji-eun, Seungmin e Felix.

-Porca miseria! - esclamò Changbin, correndo ad abbracciare il fidanzato.

-Andiamocene, torneranno di sicuro insieme- li interruppe Jake, aiutando Felix ad alzarsi, -Minho ci aspetta sul retro. Non sono riusciti a distrarli abbastanza a lungo. Hanno fatto finta di essere partiti-.

La donna annuì. Salirono lentamente le scale. L'agitazione a mille. E se li avessero beccati?
Sarebbe stata la fine.

Non c'era nessuno nel corridoio, però, così riuscirono a filare dritti fino alla porta sul retro. Appena Minho li vide, corse loro in contro, caricandosi sulle spalle il biondo. Ji-eun si sistemò sui sedili posteriori, tenendo tra le braccia il ragazzino, che era stato adagiato con una calma innaturale.

-Jake, andate. Non devono beccarvi con noi. Andate, subito- ordinò Hyunjin, aprendo la portiera per entrare.
Il vecchio amico lo guardò con un sorriso spento sul volto. Sapeva che non si sarebbero mai più rivisti. Per uno stupido conflitto, che ormai nessuno conosceva.

-Grazie- gli disse, -Avevo paura non avresti mai accettato di vedermi-. Si voltò verso il figlio, che teneva per mano il fidanzato, che voleva tornare dentro. Al sicuro. 

-Andiamo abba. Appa ti starà cercando-.
L'uomo annuì, sorrise ancora all'amico e poi corse verso la porta, lasciata aperta.
Seungmin e Changbin si voltarono indietro solo prima di entrare, lanciando l'ultimo sguardo verso il Principe dei Vampiri.

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La macchina nera sfrecciò per le vie bagnate della capitale coreana. La pioggia batteva sui finestrini, mentre Ji-eun accarezzava i dolci capelli di Felix, che dormiva tra le sue dolci braccia.
Hyunjin guidava, attento e concentrato sulla strada scura di fronte a sé; mentre Minho scriveva a Jisung.

Un imprevisto.

C'era stato un terribile imprevisto, proprio come Hyunjin aveva previsto.
Fortunatamente, erano riusciti ad evitarlo in tempo. Sapeva che non sarebbe riuscito a tenere impegnata la sorella a sufficienza. Non aveva discorsi validi, non ce n'erano. Il padre che voleva nipoti era una presa in giro, così avevano dovuto sbrigarsi.

Ji-eun era riuscita a mimetizzarsi in tempo, rendendo invisibili anche Felix e Seungmin. Appena Yeji e Sung-hoon erano erano entrati, non li avevano visti. L'incantesimo non durava in eterno, era stato tutto gioco della fortuna.
Minho li aveva aspettati sul retro, dove Hyunjin aveva parcheggiato la macchina.

Ora Yeji stava di sicuro impazzendo. Era stato tutto un gioco di potere. Uno sporco gioco da tavolo, dove c'è bisogno di tecnica e manualità per muovere con grazia le pedine.
Hyunjin sorrise soddisfatto, mentre un lampo squarciava il cielo perpendicolarmente.


La macchina oltrepassò i cancelli d'oro della mansione.
Finalmente erano a casa, al sicuro. Ji-eun propose di portare Felix nella sua vecchia camera, mentre Minho correva dal suo piccolo cucciolo, che lo aspettava in camera.

Hyunjin fermò la cameriera in tempo, dicendole di portare Felix nella sua stanza e di lasciarlo dormire nel suo letto a baldacchino.
La donna annuì, cambiando strada.
Il vampiro si avviò verso la cucina, per prendersi una sacca di sangue e mangiare.
Tutta quell'ansia gli aveva messo fame.

Proprio mentre stava per buttare la plastica ormai vuota, ricevette una chiamata.

-Pronto? - chiese.

Una voce fredda e glaciale rispose, risuonando nel suo orecchio.
I muscoli si bloccarono, immobili. Il terrore gli invase le vene, pur sapendo che era impossibile.
La chiamate si chiuse subito, senza lasciare il tempo a Hyunjin di reagire.
Come aveva potuto, lui, riuscire a trovare il suo numero? Come era riuscito? Doveva contattare Yeji, anche se sarebbe stata furibonda con lui, doveva dirle tutto. D'altronde era lei la protagonista di quella storia, era suo diritto ucciderlo e, forse, mettere fine una volta per tutte al suo immenso dolore.

Buttò la plastica e volò fino alla sua stanza. Spalancò la porta, ma fortunatamente Felix era lì. Dormiva pacifico nelle coperte di velluto rosso, mentre una ciocca di capelli biondi gli ricopriva il viso.

Hyunjin sospirò. Si sedette sul bordo e lasciò che i pensieri della giornata lo travolgessero. La paura. L'ansia. Il dolore.

Il terrore di sbagliare, di commettere un passo falso.
La preoccupazione di non riuscire a seguire tutti i punti del piano.
Il dolore di rivedere la sorella, perduta e che probabilmente non avrebbe più ritrovato.

Perché quella donna. La donna che aveva rapito un ragazzino. La donna che era impazzita in quella cantina. Quella donna, non era Hwang Yeji.

Era la Vedova Nera.
Non era la sorella di Hyunjin.
E di questo, lui ne era sicuro.

Minho stringeva, nella camera accanto, Jisung tra le braccia, contento di essere tornato vivo e sano. Appena era entrato in camera, lo scoiattolo gli era balzato al collo, non aspettandosi di trovarlo senza preavviso. Il più grande si era cambiato velocemente, portando il suo piccolo cucciolo nel letto con sé. Lo fece accoccolare sul suo petto, iniziando a coccolarlo e a rassicurarlo.
Il loro non era un amore selvaggio, ossessivo, possessivo. Il loro amore era puro, semplice, dolce e gentile. Il piccolo aveva sempre bisogno di attenzioni e Minho gliele dava fin troppe. Si completavano a vicenda, dandosi amore a vicenda.

Hyunjin si stese nel letto, fissando intenerito l'immagine delicata che gli si mostrava davanti.
Allungò la mano e spostò la ciocca bionda dal viso di Felix, che dormiva pacificamente.
Decise di chiudere gli occhi, anche se la voce glaciale risuonava ancora nelle sue orecchie.


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grazie a @gretavolpiniabort per lo spunto!

spero il capitolo vi piaccia! un po' di Minsung ci sta daiiiiiiiiiiiii, ma dovrete aspettare ancora un po' per i Hyunlix....
Non temete, la voce fredda non farà disastri (forse).

divertitevi oggi! La scuola deve ancora iniziare! (come la mia voglia di fare 5 verifiche)

Baci😘

The Vampire's loveWhere stories live. Discover now