5. Cupido.

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È passata una settimana da quando ho parlato con Mike al drink. Ho fatto pace con Betty chiedendole scusa quando è rientrata con mio fratello e abbiamo risolto tutto con il nostro solito abbraccio.

E lei mi ha ovviamente sgridata con il suo: "Te l'avevo detto!"

Ma questa non è la cosa più importante, in questo momento.

"Venite tutti qui, avanti." Chiamo a raccolta la mia amica e Freddie, che si avvicinano immediatamente.

"Cosa?" Domandano in coro.

Fisso lo schermo del computer. "Voglio che siate vicino a me e che mi stringiate la mano prima che invii questa e-mail alla casa editrice." Li informo.

Uno di loro sbuffa, ma per l'entusiasmo non riesco a percepire chi sia. "Abbiamo fatto la stessa identica cosa quando hai salvato l'epilogo della tua storia." Mi dice Betty, e io la fulmino con lo sguardo.

"Sto scherzando, scema! Sono molto fiera di te. Avanti, clicca quel bottone che cambierà per sempre la tua vita." Mi incita, prendendo la mia mano. La stringo forte e quella di mio fratello si unisce alle nostre.

Sospiro lentamente. "E se ho sbagliato a scrivere qualcosa nella presentazione? Se ci sono errori nel manoscritto che ho messo in allegato?" Mi faccio le mie solite paranoie, e sia uno che l'altro si lamentano.

"Jackie, non hai fatto alcun errore. Sei stata da una settimana chiusa in camera a scrivere gli ultimi capitoli, poi a correggere e ricorreggere tutta la storia per almeno cinque volte. Non dormivi la sera, e quasi non mangiavi. Poi ci hai impiegato un giorno e mezzo a scrivere questo papiro, -corretto e ricorretto, per giunta- quindi, perché non dovrebbe essere perfetto? Ci hai messo tutta l'anima e questa tua fatica in questa settimana, verrà ripagata. Ora muoviti, che poi devi studiare." Mi sorride, e sorrido anche io.

"Va bene." Sto per cliccare, quando bussano alla porta.

Tutti emettiamo un altro lamento. "È aperto." Urla Freddie, e quando ci voltiamo per vedere chi sia, il mio sorriso si allarga.

"Aaron, vieni qui. Stiamo giusto inviando il mio manoscritto alla casa editrice. Credevo che non saresti venuto." Lo informo, e lui si unisce a me, mettendo una mano su quelle di noi tre.

"Scusami, ho cercato di essere il più veloce possibile." Si giustifica, e io annuisco.

"D'accordo." Sussurro appena, poi faccio un altro sospiro e guardo ancora una volta lo schermo del computer.

"Sei pronta?" Mi domanda il mio migliore amico, e scuoto piano la testa.

"Ho paura." Dico con un tono di voce flebile, dopo un lungo tempo di suspense, e tutti i presenti emettono dei sospiri sconfitti. "E se non lo accettano? E se..."

"Basta, lo faccio io!" Betty allunga una mano verso il mouse e io la blocco immediatamente con un piccolo schiaffetto su di essa.

"Voglio essere io a farlo." La informo nervosa.

"Allora muoviti, o ce ne andiamo." Mi minaccia.

Sbuffo e chiudo gli occhi. Aaron mi da un bacio sui capelli per spronarmi a inviarla, e quel gesto mi ricorda qualcosa di familiare.

No, non voglio pensare di nuovo a lui per qualsiasi o piccolo gesto affettuoso, non adesso.

Però ci penso, e, come per fargli un piccolo dispetto -anche se non può nè vedermi, nè saperlo-, ancora con gli occhi chiusi, clicco velocemente il tasto destro del mouse, e l'e-mail è stata inviata.

Tutti urlano e mi danno pacche sulla spalla ed io apro la bocca in un sorriso, uno vero. Sbuffo rumorosamente e mi asciugo la fronte con il polso, come se mi fossi tolta da un peso di dosso.

Io volevo te. [#2]जहाँ कहानियाँ रहती हैं। अभी खोजें