52. Ti odio.

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"Siete sicuri di non voler venire?"

"Sì." Confermo mentre Brian, avvicinatosi alla sottoscritta, poggia una mano dietro sulla mia spalla.

Freddie scrolla le spalle in segno di resa, poi risponde: "D'accordo, allora ci vediamo alle due del mattino qui?"

Entrambi acconsentiamo di nuovo, quindi i nostri amici ci salutano prima di andare via; subito dopo sia io che il mio ragazzo rimaniamo soli, travolti dal buio più totale e accompagnati dal rumore delle onde.

Siccome non avevo voglia di andare a ballare mentre Hector, Betty e gli altri invece sì, non volendo che per colpa mia tornassimo tutti a casa poichè loro desideravano restare e godersi la festa - visto che "ormai il peggio è passato"- Brian si è offerto di restare con me in modo che potessero dirigersi tranquillamente alla festa. All'inizio ho detto di no perché credevo che pure lui volesse seguirli e non volevo che per colpa mia stesse con me ad annoiarsi, Brian però mi ha confessato che pure lui è troppo stanco per fare altro e che preferirebbe mille volte passare una serata con me piuttosto che andare lì con loro, sue testuali parole.

Perciò, dopo essere tornati dal parcheggio e aver messo un asciugamano addosso, siamo tornati sulla spiaggia, proprio nello stesso posto in cui qualche minuto fa è successo il finimondo -lo riconosco per via del famoso scoglio dietro al quale mi sono nascosta, quello di cui non mi dimenticherò mai. "Stai meglio così?"

Volto il capo verso il mio ragazzo e distolgo lo sguardo dalle figure dei miei amici che si stanno allontanando sempre di più. "Sì, grazie...e comunque non sono più bagnata, sono solo i capelli ad essere ancora fradici."

"Hai ragione," tocca una ciocca bagnata e me la porta dietro l'orecchio come per verificare, "se ci fosse un phon..."

"Sì, magari uno magico, dove non c'è bisogno della corrente! Davvero, Brian, non ci sono soluzioni, non fa nulla..."

"No che non lascio stare! Conoscendoti potresti anche raffreddarti per una sciocchezza del genere. Cosa possiamo- oh! Ho un'idea." S'illumina dopo avermi guardata, poi si mette di fronte a me e porta gran parte dell'asciugamano sopra la mia testa.

Credo di aver capito quali intenzioni abbia.

È così dolce, penso mentre borbotto: "Giusto, perché non ci avevamo pensato prima?"

"Perchè io sono un genio e tu no. Ora resta ferma."

"Ehi, come osi-"

"Shh." E, proprio come avevo sospettato, comincia a tamponarlo sopra i capelli come se li stesse accarezzando con le mani.

Chiudo gli occhi e sorrido, beata dal suo tocco: questo ragazzo mi stupisce sempre di più. Questo non è qualcosa di banale, anzi: si preoccupa per la mia salute nonostante siamo in piena estate e non esistano modi per raffreddarsi davvero -e solo poche persone sono come lui.

Credo che, per sapere se una persona sia davvero innamorata, non conta ciò che dice, ma le azioni che compie. Certo, anche le parole sono importanti, basta che vengano associate ai gesti! Brian non mi ha detto quasi mai parole dolci se non per farmi innervosire quando ci siamo ricontrati: litigavamo sempre, ci insultavamo in tutti i modi possibili, ci prendevamo in giro...eppure nei momenti in cui avevo bisogno lui era presente sempre e i gesti che compiva nei miei confronti tradivano molte delle parole che usava per ferirmi.

"Ti sto rilassando troppo, non va bene." Lo sento sussurrare quando torno alla realtà e, prima che possa rispondergli, comincia a muovere più velocemente l'asciugamano sui capelli, facendomi quasi girare la testa.

Cerco di portare le mani sulle sue per fermarlo ma lui, con l'altra, muove le dita sopra i miei fianchi -il mio punto debole-, facendomi urlare per la sorpresa. "No, non lì, basta!"

Io volevo te. [#2]Where stories live. Discover now