26. Mi fai un favore?

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"Cazzo!"

Le parole sono seguite da un tonfo e dal suono di tutte e quattro le note del mio amato violino che, cadendo per terra bruscamente, fa saltare sia i piroli che qualche corda in aria.

Mi inginocchio sul pavimento e raccolgo lo strumento con le lacrime agli occhi, poi lo esamino dopo aver spostato la sedia con un calcio. Possibile che abbia le mani di ricotta? L'osservo dalla parte della tastiera, dato che è caduto proprio in quella facciata, e noto delle schegge. Ho fatto proprio un casino!

"Che è successo?" Betty e Freddie compaiono sulla porta dello studio con un'espressione preoccupata in volto. Non c'è bisogno che li risponda: basta indicare il disordine che ho combinato e portano entrambi le mani sulla bocca dopo avermi affiancato.

"Come...come cavolo hai fatto?" Domanda mio fratello, raccogliendo i piroli, una corda e una vite della cordiera per terra.

"Ho finito di suonare e non ho visto la sedia dietro di me. Ci ho sbattuto contro, mi sono protesa in avanti, ho perso l'equilibrio, le braccia hanno scaraventato il violino per terra e non sono riuscita a prenderlo in tempo per colpa della sedia stessa." Spiego con un sospiro. Spero solo che si possa aggiustare...non posso proprio permettermene uno nuovo!

"E adesso cosa farai?" Chiede Betty.

Prendo quello che ha in mano Freddie e metto sia lo strumento che le cose fuori posto nella custodia, prendo come un fulmine tutti i miei risparmi e li infilo in tasca. "Mi sembra ovvio, vado dal liutaio. Dovrebbe riuscire a ripararlo in qualche modo." Rispondo, poi mi precipito nel corridoio ed esco fuori. Devo andare il più presto possibile, mi serve subito perché devo suonare! E poi non sopporto il fatto di avere lo strumento rotto. "Torno tra poco." Urlo prima di chiudermi la porta alle spalle e senza lasciare che i miei amici dicano altro.

Sto per fare un passo quando arriva una notifica al telefono. Lo apro: è il messaggio di un numero che non ho mai visto. Ho sentito un rumore, è tutto a posto?

Brian.

Come ha fatto ad avere il mio numero? Ci penso su e ricordo che sono stata io ad aver cancellato il suo dopo la nostra furiosa litigata. Non ho cambiato il cellulare, quindi presumo che mi abbia ancora nella sua rubrica. È tt a pst x me, nn x il mio violino, scrivo velocemente, ancora arrabbiata con me stessa per il caos che ho combinato prima, mentre continuo a camminare. Sono un'imprudente!

La risposta non tarda ad arrivare. Cavoli. Che hai combinato? E scrivi come le persone normali, per l'amor di Dio!

Gli racconto l'accaduto, aggiungendo anche che sto andando dal liutaio per farmelo aggiustare e che scrivo come voglio. Il messaggio seguente mi fa bloccare. TI PREGO, DATO CHE CI STAI ANDANDO TU, DEVI FARMI UN FAVORE.

Perché scrive a caratteri cubitali? Che senso ha? Dipende quale.

Aspetta che ti chiamo.

Annusico come se potesse vedermi e il telefono squilla immediatamente, rivelando il numero di prima sullo schermo. "Dimmi." Rispondo subito.

"Mandi i messaggi in codice, per caso?" Domanda.

Assumo un'aria offesa. "Ehi, faccio quello che voglio. Non vorrai anche dirmi come si mandano i messaggi, adesso!"

"Dico solo che-" Si blocca e sbuffa. Forse ha capito che con me non vale la pena discutere. "Okay, okay, parleremo di questo un altro giorno." Ride poi. Lo immagino alzare una mano in aria in segno di resa e trattengo un sorriso anche io. "Allora, ti dicevo, vicino al liutaio dovrebbe esserci un negozio di musica. Siccome ho portato la mia vecchia chitarra ad aggiustare lì e non sarà pronta fino a domani mattina, il proprietario, che è un mio grande amico, ha detto che mi avrebbe prestato la sua, dato che era anche lui un musicista. Potresti per caso passare a prenderla e portarla poi qui?" Chiede.

Io volevo te. [#2]Donde viven las historias. Descúbrelo ahora