40. "Mamma, papà, vi ricordate di Brian?"

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"Devi leggere questo libro." È la prima cosa che dico a Brian quando mi apre la porta di casa sua. So che posso sembrare un po' troppo brusca e avventata, stamattina, ma mi è piaciuto così tanto che, conoscendo i suoi gusti e il valore del fantastico oggetto che ho tra le mani, gli piacerà. Magari potrebbe pure cominciare ad apprezzare la lettura, dopo averlo terminato.

Quest'ultimo passa lo sguardo da me a Shadowhunters -il libro fantastico che ho letto in soli due giorni e che gli ho praticamente sbattuto in faccia- confuso, poi apre la bocca per parlare. "Sei venuta qui solo per ordinarmi questo?"

Annuisco trattenendo una risata: so dove vuole arrivare a parare. "Nemmeno un buongiorno? Un abbraccio? Un 'ciao, amore mio, come sei bello, oggi!'?" Domanda incrociando le braccia. Ecco, lo sapevo.

Ridacchio, poi scuoto la testa per infastidirlo e mi mordo il labbro per via della notizia che sto per dargli anziché andare verso di lui, come facevo tempo fa. "In realtà dovevo dirti anche un'altra cosa..."

"Prima dammi un bacio." Mi blocca attirandomi a sé e unendo le nostre labbra, prima che possa aggiungere qualcos'altro.

E basta questo piccolo gesto per migliorarmi la giornata! -Da oggi in poi sarà sempre così-, ricordo a me stessa, -dovrai cominciare ad abituarti.

Ma lo farò con piacere!

Non posso far altro che chiudere gli occhi e sorridere mentre il bacio diventa più profondo, procurandomi quei soliti brividi di piacere che mi attraversano tutto il corpo. Assaporo il sapore familiare della sua bocca mischiato all'odore di caffè, segno che lo ha bevuto da poco, e non vorrei essere in nessun altro posto se non qui, tra le sue braccia che ora mi stringono saldamente, come se non volessero più lasciarmi andare.

Quando ci scostiamo gli sorrido e poggio le braccia sulle sue spalle, pronta per dargli la notizia: "Allora...come stavo dicendo prima, c'è un'altra cosa che devo-"

Lui chiude gli occhi. "Aspetta: l'hai detto in un tono grave e non acuto come fai di solito," mi fa notare con teatralità, bloccandomi, "quindi deduco che non mi piacerà."

"Non è tanto grave. Cioè, non per noi."

"Non per noi? In che senso?"

"Nel senso che riguarda noi, ma non in prima persona..." Mi mordo ancora il labbro e trattengo una risata quando osservo la sua espressione che si fa sempre più confusa e sconcertata: non so proprio da dove iniziare.

"Cosa...Cosa stai cercando di dirmi, Jackie?"

Sospiro e guardo in basso, in cerca delle parole giuste da usare. Come faccio, ora? Devo essere diretta e decisa, sì. "Tra qualche minuto io, Betty e Freddie andiamo a New York...Julie purtroppo non può venire perché ha avuto un imprevisto."

"E...?" Mi incita.

"Faremo visita ai nostri genitori."

"E...?" Ripete senza capire.

Diretta e decisa. "...e vorrei che tu venissi con noi. Sai, giusto per fargli sapere che siamo ritornati insieme."

Brian allenta la presa sulla mia vita e spalanca i mezzi, sorpreso. Dirà di no, me lo sento. "I-io? C-con voi? Dai vostri g-genitori?" Balbetta dopo qualche minuto di silenzio.

"Già. Tu. Con noi. Dai nostri genitori." Confermo con una scrollata di spalle. Era da tanto tempo che non lo vedevo senza parole. Sa che ora lo odiano per tutto ciò che mi ha fatto passare tempo fa, e ha sicuramente paura della reazione che potrebbero avere se lo incontrassero dopo tanto tempo.

Io volevo te. [#2]Where stories live. Discover now