Epilogo. -Ex

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N/A. Alla fine ho deciso di aggiornare subito e di scrivere semplicemente le cose più importanti: non volevo farvi aspettare e inoltre ho trovato un altro modo per rendere il finale più interessante spezzando l'epilogo con quello che sarà il prologo del terzo volume, cosa che non avrei potuto fare se avessi scritto uno dei miei soliti capitoli chilometrici.
Spero che vi piaccia lo stesso nonostante sia molto corto -capirete subito il motivo.
Buona lettura!❤

Sally's p.o.v.

"Dobbiamo pagare cinquanta dollari, Sally! Cinquanta! Ti rendi conto del guaio in cui ci hai cacciati?"

Sbuffo mentre attorciglio tra le dita il filo che collega la cornetta del telefono fisso alla tastiera. "Avanti, mamma, hai davvero intenzione di sganciare tutto quel denaro? Parla coi poliziotti e dì loro la verità. Non è stata colpa mia, te l'ho già detto! I responsabili sono stati i miei amici che mi hanno costretta a bere nonostante io cercassi di rifiutare...ho dovuto farlo e dopo ho avuto voglia di altro alcool...e poi non ricordo di aver fatto tutte quelle brutte cose!", mento. Beh, in realtà non è proprio una bugia: ubriaca lo sono stata per davvero ed è proprio per quello che mi sono comportata così, quindi non posso essere incolpata perché ho agito da brilla...ma che dico? Tanto lo avrei fatto pure se fossi stata lucida, anche se non posso dire queste cose a mia madre perché ammazzerebbe sia me che Aaron, anche se non lo conosce bene.

Potrebbe benissimo non fare, però, tutte queste scenate: non è stato nulla di grave, mica ho ucciso qualcuno!

"Forse non hai ancora capito la gravità della situazione: se non pago la tua cavolo di multa quelli ti arrestano! Io sono già alla stazione di polizia con i soldi e sto per pagare per ciò che tu hai combinato. E poi non ti credo, signorina, so di che pasta sei fatta e mi sorprendo che i ragazzi non vi abbiano ancora denuncia-"

"Oh, 'fanculo." Borbotto chiudendo il telefono in faccia a mia madre prima ancora che possa finire la sua stupida predica. Mi chiedo perché debba prendersela per una sciocchezza del genere; dopotutto non abbiamo pochissimi soldi -cinquanta dollari non sono niente in confronto a tutti quelli che abbiamo qui. Potrebbe ragionare come tutte le madri normali, se non sono credibile con la mia versione dei fatti, dicendo semplicemente: "è stata una bravata, dai, non fa niente" e passare avanti, ma lei no...lei è diversa da tutte le altre.

Mi sorprendo che i ragazzi non vi abbiano ancora denunciato. Pff, dovresti essere contenta, altrimenti avresti dovuto spendere altri soldi per farmi uscire di prigione -cosa che non succederà mai perché Jacklyn e Brian sono così stupidi da non capire di poter sporgere denuncia...o semplicemente troppo ingenui per avere il coraggio di farlo.

Quei due stronzi me la pagheranno cara...per colpa loro, la donna con la quale ho parlato prima mi ha tolto il cellulare per un mese, come se fossi una bambina che ha combinato un disastro e avessi bisogno di essere messa in punizione.

Non posso nemmeno telefonare ad Aaron per chiedergli cosa gli sia successo; non lo sento da ieri sera e sto morendo dalla voglia da parlargli...non che sia preoccupata per lui, per carità, è solo che in casa sono sola -Billy è con quel Mike in giro per New York, mamma è alla polizia e Bruno, il suo compagno, nonché papà di Billy, è a lavoro- e non ho nessuno con cui lamentarmi.

Ah, com'è brutta la noia!

Vado al bagno per spazzolare i capelli ormai gonfi per via dell'umidità che vi è nell'aria e, quando capisco che sono ormai indomabili, decido di legarli con un elastico. Questa mattina fa davvero caldo...ma mai quanto ieri sera, quando i poliziotti hanno prelevato sia me che Aaron dalla spiaggia e ci hanno portati alla centrale dove hanno chiamato i nostri genitori chiedendoci i loro numeri di cellulare per poi farli venire fin qui, fare quella maledetta multa, spiegare loro la situazione, firmare delle carte e finalmente farci tornare a casa.

Io volevo te. [#2]Onde histórias criam vida. Descubra agora