37. Resta con me.

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"Aspetta, ti prego..." Lo scongiuro bloccando la porta con il piede destro, impedendogli di chiuderla. Brian cerca di allontanarlo ma, con una forza che non credevo di avere, riesco a spalancare l'oggetto fatto di legno...e mi catapulto nel corridoio di casa sua come per magia.

Mi guardo attorno, sorpresa di ciò che ho appena fatto, poi sposto gli occhi dal bianco muro abbellito da alcuni quadri alla sua figura arrabbiata e nervosa, che ora stringe i pugni e apre bocca per gridare: "Vattene via!"

"Non se prima mi lasci parlare!"

"Non c'è modo per parlare! Io ero sincero, tu no. La prima volta ho chiuso un occhio, ma ora basta. Non puoi stare con due persone contemporaneamente, Jacklyn. Mi sento preso in giro. Ho fatto tanto per averti e quando credevo che...che...Dio!" Urla tirando un pugno al muro, così forte che riesco a sentire il rumore provocato e a immaginare perfino il dolore che ha avvertito. Ma non sembra importarsene, dato che si guarda la mano, la apre e chiude con movimenti lenti per poi tornare a guardarmi.

Balzo per lo spavento ma, anziché indietreggiare, faccio un passo avanti e cerco di carmarlo. "Non è come credi tu, Brian..."

"Ah, no? Devo riassumere tutto quello che mi hai fatto oppure l'hai già dimenticato? L'hai baciato. Ti ha baciata. Davanti a me! Poi mi ha guardato e ha sorriso, come se volesse sbattermi in faccia tutta la sua felicità. È questo che volevi? Che vi guardassi in modo da vendicarti, dato che non mi hai mai creduto quando ti ho spiegato ciò che è accaduto con Sally e Loren? Perché è così, non fare no con la testa: l'ho capito bene, sai? Mi sembrava strano!"

"Non è vero! Altrimenti non sarei qui a cercare di spiegarti-"

"Sparisci dalla mia vista, oppure lo faccio io, quanto è vero che mi chiamo Brian Foster. Non ti voglio qui!" Mi blocca, come se potesse ferirmi. So che non lo vuole veramente; poi devo fargli capire che non mi sto vendicando e, soprattutto, che l'ho sempre creduto.

"Come no! Non lo faresti mai."

Fa un passo verso di me ed alza un sopracciglio. Sembra che si sia calmato, dato che mi chiede, con una certa tranquillità: "Non ci credi?"

"Provaci." Lo sfido portando le braccia al petto.

Lui scrolla le spalle, si avvicina sempre di più e, quando avverto le sue mani sui miei fianchi, il mio corpo che viene innalzato con una facilità estrema e che viene elegantemente poggiato sulla sua schiena mentre apre la porta di casa sua, capisco le sue intenzioni e comincio ad urlare. Non credevo che lo avrebbe fatto davvero.

"Lasciami!" Gli grido tirando forti pugni su di lui.

"Te l'avevo detto che ti ci avrei portata io, se non te ne fossi andata di tua spontanea volontà! Ora sta' zitta e lascia che-"

"Invece parlo!" Lo blocco. "E la sai una cosa? Fai quello che vuoi. Tanto lo sappiamo entrambi che, tutte le volte che mi riporterai a casa, io troverò sempre un modo per tornare da te."

Brian si blocca ad un tratto e vorrei tanto vedere la sua espressione, in questo momento. Visto che nessuno dei due proferisce parola e magari starà pensando di lasciarmi andare, ne approfitto per chiedergli: "Beh? Mi fai scendere o no?"

"Se prometti che dopo non mi seguirai, sì."

"Allora potrai tenermi in braccio per tutta la vita."

Lui sbuffa. "Jacklyn, mio Dio..."

"No, mio Dio un corno. Tu ora mi stai a sentire e mi fai scendere da qui, altrimenti griderò ai quattro venti che mi stai rapendo e che vuoi farmi del male...poi non mi interessa delle conseguenze: se qualcuno ci sentirà, sarà peggio per te."

Io volevo te. [#2]Where stories live. Discover now