Capitolo 113✔

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Alex
-Posso vederla?-chiedo al dottore.
-Mi dispiace, ma non si può ancora. È troppo debole e uno shock emotivo potrebbe danneggiare la sua salute.-spiega il medico con gentilezza.
-Chi è Alex?-chiede un'infermiera bionda, occhi caramello, alta e snella, con una voce che sembra miele.
-Sono io.-rispondo.
-Elizabeth chiede di te. Vuole vederti anche solo per un secondo.-dice la donna.
-Non si può. Non possiamo mettere la sua vita in pericolo.-dice il dottore.
-Prometto che starò attento. La prego...-supplico.
-Va bene. Entra. Due minuti.-
-Grazie!-entro piano nella stanza e la vedo. È pallida e magra, ma è viva.
-Ciao piccola mia. Volevi vedermi?-sussurro pianissimo.
-Alex...-sussurra con un filo di voce, sorridendo.
-Non ti affaticare piccola. Devi riprenderti.-sorrido.
-Mi hai salvata. Mi hai parlato con il cuore e mi hai salvato.-alza la mano nella mia direzione.
-No. Ci siamo salvati a vicenda. Abbiamo spezzato quella barriera insieme, piccola.-
-Grazie amore mio.-sorride debolmente.
-Ora ti lascio riposare.-
-No Alex. Resta. Ti voglio qui, accanto a me.-cerca di alzarsi.
-Resta ferma lì. Non me ne vado.-
-Tu stai bene? Sei ferito? Da quanto tempo sono qui?-chiede.
-Io sto bene ora che tu stai bene.-
-Proprietà transitiva della geometria?-chiede ridacchiando.
-Ovvio!-le sorrido.-Sei qui da una settimana.-
-Alex...-sussurra.
-Dimmi piccolina mia.-
-Mi crederesti pazza se te lo dicessi.-sorride scuotendo la testa.
-No. Io credo a ciò che mi dici. Non ti crederei mai pazza. Anche io ho un paio di cose da raccontarti e sarai tu a considerarmi pazzo.-
-Ragazzo, devi andare. La stai stancando troppo.-dice io dottore.
-Non mi sta stancando, dottore.-dice Ellie con un filo di voce.
-Devi riprenderti piccola mia. Io sono qui che ti aspetto. Non me ne vado. Sono fuori da quella porta.-le sorrido.
-Mi aspetterai?-chiede con gli occhi lucidi.
-Per sempre se sarà necessario.-sorrido ed esco da quella stanza. Comincio a chiamare tutte le persone a me care per dare loro la notizia. Dopo mezz'ora arrivano tutti in ospedale.
-Dov'è mia sorella? Voglio vederla!-dice Chloe.
-Non si può. Deve riposare.-dico abbracciandola.
-Tu l'hai vista?-mi chiede Shon.
-Sì, l'ho vista.-sorrido.
-Come si è svegliata?-chiede Ray.
-Le ho parlato e mi ha sentita.-evito di raccontare del muro, non mi creerebbero mai.
-Ho avuto così tanta paura...-sospira Nicole.
Ora sta bene, per fortuna.

Elizabeth
Sono passati due giorni da quando sono sveglia. Tutti i miei amici sono venuti a farmi visita e Alex non se n'è mai andato, fatta eccezione per mangiare e lavarsi.
-Ciao piccola mia.-mi saluta Alex.
-Ciao amore mio.-sorrido.
-Come stai?-chiede.
-Bene, ora che sei qui.-
-Sai che dovevo raccontarti cosa mi è successo in questi ultimi giorni...-
-Anche io devo. Cominci tu?-sorrido.
-Beh...ecco...come posso spiegartelo? Eri in coma da molti giorni e non ti svegliavi più, così ho deciso di provare a fare una cosa...-si gratta la nuca nervoso.
-Cos'hai fatto?-
-Sono andato a parlare con i tuoi genitori, nella speranza che ti vengano ad aiutare.-
-Continua, ti prego.-sussurro vedendo che ha smesso di parlare.
-Sono andato al cimitero e ho detto loro in che situazione ti trovavi, poi sono tornato in ospedale.-mi prende delicatamente la mano.-Dopo alcune ore, sono tornato nella cappella dell'ospedale e ho cominciato a pregare. Poi è successa una cosa incredibile.-il sorriso sul suo volto si allarga.-Ho sentito le tue labbra sulla mia guancia. Proprio qui.-tocca il punto in cui l'ho baciato. Le lacrime rigano il mio volto e Alex si spaventa.
-Sto bene. Continua a raccontare ti prego.-sorrido.
-Sicura? -chiede e io confermo.
-Pensavo di essere diventato pazzo e lo penso ancora. Stavo cadendo a pezzi e sarei stato capace di fare qualsiasi cosa pur di riportarti sulla Terra. Sono passate altre ore e io ero nella cappella con Chloe. Stavamo parlando e io ho sentito le tue mani sul mio viso e il tuo respiro caldo sulle mie labbra. Sono pazzo, lo so!-si passa la mano nel ciuffo castano.
-Sei tremendamente normale, amore mio. Te lo assicuro.-
-Non credo. Cosa volevi raccontarmi?-mi guarda negli occhi.
-Ti avverto: ciò che ti sto per raccontare può sembrare surreale.-
-Sono tutto orecchie.-sorride.
-Ero in un posto buio e poi nella nebbia. In quella nebbia sono apparsi mamma e papà. Mi hanno parlato. Hanno detto che hanno letto la lettera e che sei stato tu a chiamarli. Mi hanno mostrato due porte: la vita e la morte. Lo ammetto, ero decisa a scegliere la morte.-a queste ultime parole Alex sbianca in volto.-Ma i miei genitori mi hanno detto di pensarci bene e mi hanno fatto un regalo. Mi hanno dato la possibilità di uscire dal mio corpo, vedere, sentire e toccare tutto, ma non essere notata. Sono stata sempre con voi e quando hai sentito le mie labbra e le mie mani sul tuo viso è perché c'erano veramente. Eri l'unico a sentire la mia presenza.-sorrido.
-Sei seria?-
-Mai stata più seria in vita mia.-
-Perciò, quel dolore atroce al cuore, mentre eri in sala operatoria era perché stavi per mollare?-chiede.
-Non volevo mollare. Volevo vivere Alex. Avevo aperto la porta della vita dopo che mi hai parlato, ma non so cosa sia successo esattamente. Sono stata circondata dal buio e un'infermiera mi ha detto di pensare alla cosa più bella della mia vita e di non mollare.-
-E tu a cosa hai pensato?-
-A te.-lo guardo dritto negli occhi.-Sei stato tu a salvarmi. Poi quando ti ho chiamato in mio aiuto, dopo che mia hai parlato con il cuore...-
-Abbiamo distrutto quel muro insieme. Ero presente piccola.-
Ci abbracciamo sorridendo.
-Sei la mia salvezza.-diciamo all'unisono.

Lasciati Amare(#WATTYS2016)Where stories live. Discover now